Violente accuse del Cremlino e di Castro a Carter di Ennio Caretto

Violente accuse del Cremlino e di Castro a Carter Violente accuse del Cremlino e di Castro a Carter Grave svolta della crisi cubana Attesa per le contromisure Usa Dopo la rottura della trattativa Vance-Gromyko, il Presidente americano vive uno dei suoi momenti più difficili - Si è consultato anche con Ford e Kissinger DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — La crisi di Cuba ha compiuto una svolta grave. Nelle ultime 24 ore il ministro degli Esteri sovietico Gromyko ha rifiutato di incontrare il presidente Carter ed è ripartito per Mosca dopo il fallimento del suo negoziato con il segretario di Stato Vance. Il leader cubano Pidel Castro ha respinto a sua volta il progetto di un vertice col capo dello Stato e del governo americani accusandolo in una conferenza stampa senza precedenti di «immoralità e disonestà», e prospettando invece l'ipotesi di un suo intervento alle Nazioni Unite. E la maggioranza del Congresso Usa, tramite i senatori Church e Baker, ha ribadito la propria determinazione a non ratificare il trattato Salt sulla limitazione delle armi strategiche senza il previo ritiro della «brigata d'assalto» russa dall'isola. Per quanto riguarda la politica estera, questo è forse il momento più difficile della presidenza Carter. Né a Washington né a New York si azzardano previsioni: ma è inevitabile che di fronte ai ri¬ fiuti dell'Urss di negoziare la propria presenza bellica a Cuba Carter sia costretto a prendere contromisure per ristabilire il pericolante equilibrio strategico nel Centro America e nei Caraibi. Il presidente ha rinviato alle 21 di domani, le tre di mar¬ tedì mattina ora italiana, il discorso esplicativo della crisi ed enunciativo delle sue misure, fissato in un primo momento per ieri sera. Lo ha fatto «per potersi consultare in profondità», ha detto un portavoce della Casa Bianca, «con membri del governo e con ex presidenti e segretari di Stato». Carter, che ospitava il presidente messicano Lopez Portino, ha tenuto una serie di riunioni cruciali sulla scia di quella del Consiglio di sicurezza nazionale di venerdì. La prima, la riunione del gabinetto, è stata col vice presidente Mondale, il consigliere Brzezinsky, il ministro della Difesa Brown e il capo della Cia Turner, in cui Vance ha dato lettura di un rapporto segreto sul suo negoziato con Gromyko. La seconda è stata quella dei cosiddetti «sette saggi», i più autorevoli esponenti dell'intellighentia americana, guidati da Clifford Clark, che da qualche giorno svolgono funzione consultiva per il governo. La terza è stata quella degli ex presidenti e segretari di Stato, svoltasi però in modo frammentario: Carter ha parlato al telefono con Ford (non con Nixon) e poi ha ricevuto separatamente Kissinger e Rusk. Al termine delle riunioni il presidente americano è partito per Camp David, con Brzezinsky e con Vance, mandando Mondale a Panama, al posto di quest'ultimo, per le cerimonie relative all'entrata in vigore del trattato fra i due Paesi. A Camp David Carter ha messo mano alla stesura del discorso, che cade esattamente la sera del suo cinquantacinquesimo compleanno. Elementi determinanti del discorso, a quanto appreso alla Casa Bianca, saranno il diniego di Gromyko che esista a Cuba una «brigata d'assalto» e l'impegno assunto dall'Urss nel duplice negoziato con Vance (lunedi e venerdì) «a non destinare mai le truppe sovietiche nell'isola a compiti offensivi», nonché il ruolo di «braccio armato» di Mosca in Africa e di «esportatori» della rivoluzione nel Centro America e nei Caraibi a cui è assurto Castro (Brzezinski lo accusa di essere il «mediatore della guerra» di Breznev). La Casa Bianca ha fatto sapere che alcuni degli elementi su cui si basa il discorso sono contraddittori. Il presidente dovrebbe perciò operare numerose distinzioni. Egli comincerebbe con l'elenco dei fatti forniti dai sovietici a riprova che la «brigata d'assalto» non è in realtà tale, per finire con la denuncia dell'opera destabilizzatrice di Cuba nella regione. Carter insisterebbe per la ratifica del trattato Salt al Congresso, controbilanciando questa, che è ormai vista come una concessione all'Urss, con la promessa dell'aumento del bilancio della difesa Usa e alcuni provvedimenti di carattere strategico, come il rafforzamento delle truppe americane in Europa e l'istituzione di una Flotta nell'Oceano Indiano. Per quanto riguarda Cuba, il presidente contemplerebbe l'ampliamento della flotta dei Caraibi, e quindi anche delle unità di terra e di mare di stanza nella base di Guantanamo. sull'isola, nonché l'intensificazione della sorveglianza aerea sull'Avana. Gli elementi forse più inquietanti a cui la Casa Bianca non ha fatto cenno sono la rigidità sul problema e l'animosità personale nei confronti del presidente americano dimostrate dall'Urss e da Cuba. Entrambe lo accusano di avere ingenerato «artificiosamente» l'emergenza. La Tass ha descritto Carter come un politico «rozzo e privo di tatto» e Castro, nella sua incredibile conferenza stampa, come un uomo «immorale e disonesto». Non è un atteggiamento che concili la buona volontà Ennio Caretto (Continua a pagina 2 in quarta colonna)