I propositi, le prospettive e l'avvenire per lo sport dello sci sui nostri monti di Gigi Mattana

I propositi, le prospettive e l'avvenire per lo sport dello sci sui nostri monti I propositi, le prospettive e l'avvenire per lo sport dello sci sui nostri monti II calcio ha decine di yniliont di tifosi di cui soltanto un'infima percentuale sono praticanti; il tennis si sta facendo strada, ma è indubbio che nell'Europa Occidentale è lo sci lo sport che interessa il maggior numero di persone. Il fenomeno è tanto più appariscente se si pensa che soltanto agli inizi degli Anni Sessanta la montagna d'inverno era un tipico fatto di moda per una ristretta élite di ricchi o di superappassìonati. E' difficile compilare statistiche, che un censimento preciso non potrà inai essere effettuato, ma non si è lontani dal vero calcolando il numero degli sciatori tedeschi in oltre 5 milioni (e. date le scarse attrezzature del loro Paese, almeno la metà di questo immenso potenziale umano trascorre le vacanze sulla neve all'estero); oltre tre milioni sono i francesi, oltre due milioni sia gli svizzeri che gli austriaci (e qui lo sci può veramente essere definito lo sport nazionale, visto che la percentuale è di uno sciatore ogni tre abitanti) e gli italiani hanno ormai abbondantemente superato i due milioni e mezzo. Già la percentuale che si ha nelle cinque nazioni alpine è di tutto rilievo (circa 15 Tiiilioni di sciatori su 180 milioni di abitanti), ma se si pensa a quanti belgi, olandesi, danesi inglesi (per non parlare degli americani più snob) vengono a sciare sulle Alpi, è chiaro come il mercato dello sci sia veramente un grosso - business», un giro d'affari di migliaia di miliardi che dalla fase pionieristica di ventanni fa, sta diventando una voce fondamentale nel bilancio di molti Paesi. Questa legione di appassionati dello sci nel 1978 ha sog-, giornata per circa 180 milioni di notti nelle località alpine, cioè mediamente una dozzina di notti a testa, senza contare' le escursioni compiute in giornata, spendendo complessivamente oltre ottomila miliardi per l'alloggio, il vitto e l'abbonamento agli impianti di risalita: cifra già di per sé enorme, a cui comunque bisogna aggiungere tutte le spese per l'acquisto dell'attrezzatura, per i viaggi, gli extra. L'Italia parteciperebbe a questo giro d'affari (le cifre, anche senza avere una certezza matematica, sono piuttosto attendibili) con il 15 per cento delle nottate, il 20 per cento delle spese e il 20 per cento degli sciatori: inoltre il nostro mercato presenta il più alto tasso di espansione in Europa (si calcola che negli ultimi anni i bambini e i ragazzi che si dedicano allo sci aumentino nel nostro Paese di circa 80 mila unità l'anno, con evidenti benefici anche per la ricerca di campioni). In futuro percentuali sempre crescenti di stranieri sceglieranno le montagne italiane per le loro vacanze data la convenienza dei prezzi; le prospettive sono più che soddisfacenti. Noi italiani e gli abitanti delle nazioni alpine in genere abbiamo le montagne e lo sci talmente vicini a casa che spesso sottovalutiamo qual è la nostra immensa fortuna: basterebbe invece dare un'occhiata alla carta geografica del mondo per scoprire come, malgrado la loro modesta estensione geografica, le Alpi siano senza confronto il migliore adornarne skiable» della Terra. In tutto l'immenso continente africano lo sci, esclusi alcuni skilifts, non può essere praticato; tanta neve, ma a quote cosi alte da non essere fruibile anche sull'Himalaya; un paio di centri di poco conto in Australia; ben poco (sem-j pre per problemi di quota) nell'America Meridionale; si avvicinano alle nostre regioni alpine soltanto il Canada, gli Stati Uniti e il Giappone Il Salone Internazionale della Montagna a Torino Esposizioni è anche l'occasione ideale per fare il punto sulla situazione dello sci in Italia e di quanto rappresenti questo sport in termini economici: l'italiano (e mi pare molto giustamente, a parte ogni campanilismo) va poco a sciare all'estero, ma affolla le no-' stre 260 stazioni invernali concentrate per la massima parte sull 'arco alpino. La spesa media annuale prò capite (equipaggiamento, iìnpianti di risalita, alberghi e ristoranti, viaggi) è intorno alle 600-700 mila lire, tanto che il giro d'affari complessivo è indubbiamente superiore ai 1600 miliardi l'anno, a cui si devono aggiungere gli oltre duecento miliardi che ogni stagione invernale spendono i 300 mila stranieri che vengono a soggiornare nel nostro Paese. Siamo su un livello dei duemila miliardi l'anno, e non bisogna dimenticare quanto i nostri prodotti siano richiesti all'estero Gigi Mattana

Luoghi citati: America Meridionale, Australia, Canada, Europa, Europa Occidentale, Giappone, Italia, Stati Uniti, Torino