Boxe da antologia, verdetto ingiusto

Boxe da antologia, verdetto ingiusto La semifinale del mondiale dei massimi-leggeri fa discutere Boxe da antologia, verdetto ingiusto Parlov ha vinto perché aiutato - Un pugno di Mundine, non uno scivolone, lo ha atterrato Indipendentemente dal verdetto, che può — anzi, deve — essere discusso, il match di mercoledì sera a Gorizia tra Mate Parlov e Tony Mundine ha riconciliato 1 telespettatori con la vera boxe. Si sono viste dodici riprese di scherma e di potenza, con un repertorio di colpi, di finte, di schivate, di fulminei rientri, come da tempo non si vedevano tra le sedici corde e come non ci aspettava certamente di vedere in una categoria nuova — quella dei massimi-leggeri — che raggruppa coloro i quali non sono ancora appesantiti al punto da fare i pesi massimi ma non sono più cosi in linea da rientrare entro i 79 chilogrammi. E' una categoria creata apposta per motivi commerciali, per inserire un titolo mondiale in più nel grande circo del «business» pugilistlco-televisivo. Ciò spiega anche perché, non essendo pronunciabile il verdetto di parità in una semifinale mondiale «ufficiale», la vittoria ai punti sia andata allo jugoslavo Mate Parlov, ex campione del mondo dei mediomassimi versione WBC, cioè a quello tra i due contendeti che gode dei maggiori appoggi organizzativi. Parlov combatteva praticamente in casa — il Palazzetto dello Sport di Gorizia era gremito di tifosi jugoslavi — era nel «giro» dell'organizzatore Rodolfo Sabbatini, godeva della benevolenza di una giuria geograficamente neutrale in quanto italiana, ma psicologicamente molto ben disposta nei suol confronti. Tanto è vero che l'arbitro anconetano Ambrosini è riuscito a trasformare in un innocuo scivolone un autentico atterramento subito da Parlov nelle fasi iniziali dell'incontro, per un fulmineo gancio sinistro dell'australiano, non certo per una spinta. Il «replay» al rallentatore, in televisione, lo ha chiaramente dimostrato, anche se 11 telecronista non se n'è nemmeno accorto. Tony Mundine, velocissimo sulle braccia ed assai agile sul tronco, è stato abbastanza nettamente danneggiato dalla parzialità dei giudici. L'australiano, di cui si paventava la fragilità, ha superato pienamente il collaudo (a meno che Parlov, aumentando di peso, abbia a sua volta perso in potenza) e quanto ad efficacia e varietà di colpi si è fatto chiaramente preferire allo slavo, di cui si sono potute apprezzare soprattutto la vitalità, le doti di incassatore ed U mestiere. Per farsi notare come incassatore bisogna prender parecchi pugni ed è strano vincere avendoli presi. Mah, cosi va 11 mondo, nella boxe. Gianni Pignata

Luoghi citati: Gorizia