Crociani dice: «lo sono una vittima del pci» di Ennio Caretto

Crociani dice: «lo sono una vittima del pci» A colloquio con il nostro inviato Crociani dice: «lo sono una vittima del pci» Il protagonista del caso Lockheed accusa la Corte Costituzionale («Un processo politico») - Secondo la polizia, ha trasferito in Messico capitali dalla Svizzera e da altri paesi DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE CITTA' DEL MESSICO — Dopo la sua prima notte in libertà provvisoria su cauzione, Camillo Crociani è comparso ieri con la moglie Edy e il figlio Claudio davanti al magistrato che ne aveva ordinato l'arresto. Elegante in un abito grigio, con i baffi e il pizzo brizzolati, ha avuto con noi un lungo sfogo. Ci ha raccontato di essere arrivato in Messico il 4 luglio, di avere ottenuto un visto turistico di tre mesi, di avere soggiornato per qualche tempo in albergo e di essersi poi trasferito in un quartiere collinare, la Lorna Alta. «Pensavo e penso — ci ha detto Crociani — di stabilirmi in questo Paese e investire nel settore che mi è proprio, quello elettronico. La mia famiglia ha sofferto tremendamente della clandestinità. Se non si è sfasciata è per la forza dimostrata da mia moglie. Ho dovuto nascondere il mio cognome alle figlie più piccole. Siamo molto stanchi: come ho già accennato, se la giustizia messicana non mi proteggerà, mi consegnerò alle autorità italiane». L'ex presidente della Finmeccanica ha proseguito: «Sapevo di essere sorvegliato, e mi aspettavo l'arresto da un momento all'altro. Mi hanno fermato mentre ero in macchina con mìo figlio Claudio. E' stato traumatico per me finire dietro le sbarre, soprattutto per il dolore inflitto alla mia famiglia. Ma ero certo che mi avrebbero liberato subito». Crociani ha criticato aspramente la stampa italiana. a e e a l l -che mi ha condannato fin dal 75, ignorando quanto avevo fatto prima dello scandalo Lockheed e dimenticando che avevo imparato a lavorare dopo una infanzia durissima». Sul processo della Corte Costituzionale, Crociani ha ribadito che è stato «un processo' politico, strumentaliz to, specialmente dai comui..sti, in cui è stata deformata una mia legittima attività». Ha rifiutato tuttavia di parlare di «bustarelle» e di fare nomi. Il giudice Mendez Calderon, della quarta sezione del tribunale federale, gli ha dato lettura della sentenza, con traduzione giurata, segnando cosi l'inizio del procedimento di estradizione. «Ho ordinato la cattura», gli ha spiegato nell'aula del Reclusorio Oriente, una delle cosiddette carceri di transito della città, «in base all'articolo 10 del trattato fra Italia e Messico». La giustizia italiana ha due •' mesi di tempo dal giorno della sentenza (venerdì scorso) per fare pervenire al ministero degli Esteri del Messico i capi di accusa e le relative prove contro Crociani. Crociani, che appariva più disteso e fiducioso rispetto all'altro ieri («Sono riuscito a riposare per la prima volta dopo tre notti», ci ha detto) pùnta ora sul 'Tecurso de amparo» che l'avv. Raul Cardenas, il miglior penalista del Paese, ha presentato venerdì scorso al tribunale di Cuernavaca. Questo ricorso è un istituto tipicamente messicano, che ha il potere di bloccare qualsiasi procedimento. L'altro avvocato di Crociani, Arsenio Farell, ne aveva presentato uno contro le autorità amministrative già il 25 luglio. Ma la decisione sull'arresto è stata presa da un tribunale, cioè dall'autorità giudiziaria, e perciò il secondo amparo è diretto anche contro la magistratura in genere. L'obiettivo immediato degli avvocati di Crociani è d'impedire che il suo visto di soggiorno, che scade il 4 ottobre, non venga rinnovato ed egli sia. tra pochi giorni espulso, di fatto se non nella forma, dal Paese. All'uscita dal carcere, mercoledì sera tardi, Crociani era stato preso in consegna da due agenti dell'Immigrazione, che lo avevano accompagnato all'ispettorato. Là era stato steso un verbale. Senza il »recurso de amparo». Crociani potrebbe essere costretto a ritornare in Svizzera, dove ha trascorso la maggior parte del suo tempo dalla fuga dall'Italia, e donde vole-. va allontanarsi. «Mi auguro che si faccia giustizia», ci ha dichiarato l'ex presidente della Finmeccanica. «Sono stato descritto come l'uomo chiave dello scandalo Lockheed, ma è falso. In realtà sono rimasto vittima di manovre di corrente dei partiti». Abbiamo parlato anche con i due vicequestori italiani. Nunzio Rapisarda dell'Ucigos e Antonio Lazzoni dell'Interpol, che hanno rintracciato Camillo Crociani a Città del Messico alla fine di agosto. Ci. hanno riferito di aver ricevuto la segnalazione della sua presenza quel mese, in seguito alla presentazione del «recurso de amparo» dell'avv. Farell. Partiti in segreto da Roma, il 27 sbarcavano dall'aereo e il 31 individuavano l'abitazione dell'ex presidente della Finmeccanica. «Siamo s-tati in continua apprensione», ci hanno detto. «L'istanza di arresto ed estradizione datata il 28 agosto — le altre date erano sbagliate — non è stata accolta fino a venerdì 21 settembre e avallata fino al 24, cioè lunedi. Abbiamo temuto .che Crociani fuggisse. Sapevamo che lo avrebbero rilasciato subito in libertà provvisoria su cauzione, ma era importante che il procedimento giudiziario iniziasse e gli fosse ritirato il passaporto». Secondo la polizia messicana, nei quasi tre mesi trascorsi dal suo arrivo a Città del Messico, Camillo Crociani è riuscito a ritirare dalla Svizzera e da altri Paesi europei parte dei capitali là custoditi. La polizia ritiene altresì che l'ex presidente della Finmeccanica abbia interessi finanziari in altri Paesi del Centro e del Sud America. Ennio Caretto