Assassinato da due «killer» Guzzardi (rapimenti di Montelera e di Torielli) di Marzio Fabbri

Assassinato da due «killer» Guzzardi (rapimenti di Montelera e di Torielli) Assassinato da due «killer» Guzzardi (rapimenti di Montelera e di Torielli) Siciliano, 44 anni - Al soggiorno obbligato in Sardegna, gli era poi stata concessa una licenza: mercoledì prossimo avrebbe dovuto essere processato in appello per i due sequestri - Un «regolamento di conti»? DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MILANO — Francesco Guzzardi, 44 anni, boss mafioso dell'omonimo clan della cintura milanese, è stato assassinato ieri sera a Cesano Boscone: tre colpi di pistola l'hanno freddato mentre seduto al tavolino esterno di un bar attendeva la sua ordinazione. L'hanno affrontato due killer che hanno sparato in rapidissima successione: quindi sono fuggiti a piedi raggiungendo una «Bmw» parcheggiata poco lontano. L'omicidio è avvenuto pochi minuti dopo le 18 in via Pasubio 1, a Cesano Boscone, grosso centro a 10 chilometri da Milano, attaccato a Trezzano sul Naviglio, il paese divenuto tristemente celebre negli ultimi anni come «capitale della mafia» al Nord. A questa fama ha contribuito anche Francesco Guzzardi, titolare di un'impresa di costruzioni sospettata di avere edificato «celle per sequestrati» nei sotterranei delle ville della zona. Guzzardi è arrivato al bar da solo. Assolto in passato da parecchie, pesanti imputazioni, era stato inviato al soggiorno obbligato in Sardegna, ma poiché la famiglia continuava a risiedere nel Milanese, aveva ottenuto un permesso. Non si sa se avesse un preciso appuntamento; comunque nel locale non ha rivolto la parola a nessuno. Si è seduto al tavolino appena fuori della porta, mentre tutti gli altri clienti, una decina, rimanevano all'interno. Anche il proprietario del locale, Alfonso Luigi, «non ha visto nulla*. Era dietro la macchina del caffè, come ha raccontato: poco prima era andato a chiedere l'ordinazione, ma Guzzardi gli aveva detto che aspettava degli amici. Sono arrivati prima gli assassini. Li hanno visti in parecchi, anche perché a quell'ora la zona è affollata da padri e madri che vanno a prendere i bambini all'asilo, proprio di fronte al locale. I killer si sono messi davanti a Guzzardi, a dieci metri. Uno di loro, alto biondo, vestito con un golf beige e un paio di pantaloni dello stesso colore, ha estratto una pistola di grosso calibro, a tamburo, e ha premuto il grilletto tre volte. Subito dopo ha fatto fuoco anche l'altro. In tutto 7-8 colpi, ma solo tre (o quattro) sono giunti a bersaglio. Poi gli sparatori si sono voltati di scatto e hanno cominciato a correre verso i giardinetti, dove avevano lasciato la «Bmw». Il biondo teneva la pistola in alto con il braccio teso e il suo amico (golf e pantaloni grigi, giubbetto di pelle nera, capelli scuri) gli ha afferrato il polso per togliergli l'arma. Insieme sono saliti sulla macchina e si sono allontanati. L'ipotesi degli investigatori è che Guzzardi si sia recato ad un appuntamento d'«affari». I killers aspettavano probabilmente da tempo un suo ritorno sul continente e hanno colto l'occasione stroncando la carriera di quello che era stato indicato come il braccio destro dì Liggio, dì colui che, in carcere in attesa delle consuete assoluzioni, faceva il cenone di Capodanno pasteggiando achampagne. Marzio Fabbri

Luoghi citati: Cesano Boscone, Milano, Sardegna, Trezzano Sul Naviglio