Abbado lascia la direzione della Scala resta alla guida dell'orchestra stabile
Abbado lascia la direzione della Scala resta alla guida dell'orchestra stabile La crisi del grande teatro lirico ad un punto cruciale Abbado lascia la direzione della Scala resta alla guida dell'orchestra stabile MILANO — Claudio Abbado si è dimesso da direttore artistico della Scala: vi rimarrà come direttore musicale e stabile dell'orchestra. Il comunicato ufficiale diramato ieri dalla Scala è denso e calibrato, assomiglia a un documento emesso nel corso di una crisi di governo. Dopo l'annuncio della rinuncia dato dallo stesso musicista, in apertura della seduta del consiglio di amministrazione, c'è questa frase: «Il maestro Abbado ha sottolineato ohe questa sua intensione, da tempo maturata, può esplicarsi pienamente oggi, in quanto sulla base di suoi precedenti suggerimenti, la sovrintendema ha individuato proposte atte a rafforzare l'organiszazione e il funzionamento della direzione artistica». Mesi or sono, la polemica era chiara: Abbado se ne sarebbe andato — lo disse, e lo riportarono tutti i giornali, non solo italiani — se non si fosse provveduto a fornirgli entro la fine dell'estate alcuni diretti collaboratori da lui giudicati assolutamente essenziali per lavorare. Erano un segretario artistico, un direttore del ballo e un altro per l'allestimento scenico; un musicista che tenendo gli opportuni contatti con i vari direttori d'orchestra fosse in grado di intervenire durante le prove: una persona che, per conoscenze e prestigio personale, fungesse da ambasciatore scaligero presso i maggiori artisti del mondo; e infine, un addetto alla organizzazione interna. Era la situazione che, d'altra parte, Abbado trovò alla Scala nel '77, al momento del suo ingresso. «Se in settembre questi problemi non saranno risolti, me ne andrò», disse. Ora il comunicato sottolinea che il musicista ha preso la decisione solo dopo che «la sovrintendenza ha individuato proposte atte a rafforzare l'organizzazione e il funziona¬ mento della direzione artistica». Che vuol dire? A suo tempo, sempre nell'ambito di quella polemica, Abbado aggiunse che sarebbe stata sua intenzione dimettersi non solo da direttore artistico ma anche da direttore stabile dell'orchestra. «Le due mansioni mi paiono infatti strettamente collegate» spiegava. Invece, adesso rimane a dirìgere l'orchestra, e la Scala «manifesta compiacimento per la sua permanenza nella prestigiosa ed essenziale funzione». Porse le richieste di Abbado sono state accolte solo in parte, e allora coerentemente lui si è dimesso soltanto a metà? Oppure sia la Scala che Abbado vogliono smorzare possibili ragioni di futura polemica? Più che per addetti ai lavacri, talvolta il linguaggio di questo teatro pare per iniziati. Magari la soluzione è più semplice: il musicista, per ragioni sue, di impegni, non trova più il tempo, né il modo, per fare il direttore artistico ma poiché la Scala ha accolto i suoi suggerimenti si sente in dovere di continuare a dirigere stabilmente l'orchestra. Chiedere lumi al musicista è impossibile: al momento in cui si diffondeva la notizia, era in aereo per Londra. Porre i quesiti ai funzionari dell'ente lirico è inutile: rispondono che «in questo momento, il discorso deve rimanere aperto, in vista della scelta del successore». Chi sarà? Il nome più pro¬ babile sembra quello di Siciliani, «ma anche lui è sempre talmente oberato da impegni» faceva notare ieri qualcuno dell'ambiente sindacale. Il consiglio di amministrazione è stato aggiornato alle venti di giovedì prossimo; forse si saprà qualcosa il giorno successivo. Tra l'altro, le dimissioni di Abbado dovrebbero essere contemporanee a quelle di altri dirigenti. Durante la seduta di ieri il sovrintendente ha anche illustrato le proposte per l'organizzazione della direzione artistica. Nella prossima riunione, l'intento sarà di individuare le soluzioni più adeguate per far fronte alle esigenze nuove apertesi con le dimissioni del maestro Abbado e per dar corso a contatti e consultazioni già avviate a questo fine». Ornella Rota
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