Il pensiero di Einstein, svolta determinante per comprendere il mistero dell'Universo di Bruno Ghibaudi

Il pensiero di Einstein, svolta determinante per comprendere il mistero dell'Universo «II problema del cosmo», un convegno a Roma dedicato allo scienziato Il pensiero di Einstein, svolta determinante per comprendere il mistero dell'Universo ROMA — L'universo e l'uomo: un rapporto determinante, strettissimo ma gravemente sbilanciato. Al numeratore c'è l'immenso, lo sconfinato temporale, il mistero; al denominatore c'è soltanto l'intelletto di una creatura fragile che cerca di capire se stessa e il suo destino, nell'ambito di un mondo di cui non riesce ad immaginare neppure i confini. La storia di questi tentativi di capire quanto è intorno a noi è la storia della conoscenza, nella sua accezione più ampia. E nella faticosa odissea verso la comprensione dell'universo e delle sue leggi, delle sue origini, del suo divenire e dei suoi enigmi, il pensiero di Einstein rappresenta una svolta determinante come le intuizioni di Copernico, di Newton e di Galileo. La sua teoria della relatività è uno strumento irrinunciabile di propulsione, di guida e di verifica per sondare il mistero che ci pervade. Per questo il suo contributo ispira i lavori del Convegno internazionale di studio «Il problema del cosmo», promosso a Roma nel centenario della nascita del grande scienziato (Ilm, 1879) dall'Istituto dell'Enciclopedia Italiana sotto gli auspici dell'Accademia Nazionale dei Lincei e del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Aperto ieri mattina con una solenne cerimonia in Campidoglio, alla presenza del presidente del Consiglio on. Cossiga. il convegno terminerà sabato prossimo. • L'esperienza più bella che possiamo avere è il mistero — ha scritto Einstein —. E' il sentimento fondamentale che sta accanto alla culla della sua arte e della vera scienza. Chi non la conosca e non sia più capace di porsi domande e di provare meraviglia è come se fosse morto o avesse occhi offuscati». Il mistero come traguardo eternamente rinnovantesi, e la meraviglia come momento autentico di controllo del desiderio di conoscere. -La cosa più incomprensibile del mondo è che il mondo sia comprensibile», era solito ripetere Einstein, ricorrendo ad un paradosso almeno apparente per rendere più marcate le riflessioni che suscitavano la sua meraviglia. Nel suo procedere verso la conoscenza, l'uomo si trova in un punto imprecisato di una spirale che da una parte si allarga verso l'infinitamente grande e dall'altra verso l'infinitamente piccolo. Forse le leggi che gui¬ dano i due mondi sono le stesse, o quanto meno analoghe. Ma sta di fatto che l'atteggiamento per affrontare i due aspetti di un solo, immenso mistero deve essere lo stesso. -Per capire la natura dobbiamo avere l'umiltà di interrogarla — ripeteva spesso Einstein —. Solo così potremo sapere da dove veniamo e dove andiamo». Telescopi e acceleratori per frantumare l'atomo diventano gli strumenti di una sola volontà di conoscere. Ecco il perché di questo convegno, che non a caso richiama nel titolo «I problemi del cosmo». Problemi da approfondire, da aggiornare nei risultati, da divulgare per estendere il fascino di questa conquista esaltante anche a coloro che sono costretti a goderne i frutti di riflesso. Per fare il punto sulla situazione delle conoscenze sull'universo, alla luce dell'impulso impresso da Einstein, ci saranno tutti i più noti fisici, cosmologi e filosofi (la filosofia come guida, come tessuto di collegamento e di coordinazione di tutte le discipline). C. Moeller di Copenaghen, B. Koutzne tzov di Mosca e Tullio Regge di Torino illustreranno la teo ria einsteniana della relativi tà e le sue conseguenze nella fisica e nella cosmologia, la concezione einsteiniana dell'universo e le teorie unificate della relatività. Paolo Rosi Monti di Firenze e Jacques Merlau di Parigi discuteranno le trasformazioni dell'idea di cosmo nella scienza e nella filosofia moderna. I progressi e i problemi più recenti della cosmologia verranno invece affrontati da grandi fisici e astrofisici di molti Paesi, come Edoardo Arnaldi e Gilberto Bernardini, Zhou You Yonan di Pechino, Y. Ne'eman di Tel Aviv, B. Partridge di Oxford, P. Rossi di Boston, H. Sato di Kyoto, G. Toraldo di Francia di Firenze, e molti al- - Einstein è riuscito a cogliere, più profondamente di ogni altro prima di lui, il contenuto di uno dei concetti più fondamentali per la descrizione dell'universo: quello di spazio — ha ricordato Livio Gratton dell'Università di Roma nella sua applaudita prolusione —. E dimostrò che il suo tempo era inseparabilmente connesso con lo spazio, al punto che dopo Einstein si deve parlare di "spazio-tempo" anziché di spazio e tempo separatamente». Gratton ha poi ricordato e illustrato, nei suoi significati più importanti, il contributo portato dalla teoria della relatività alla comprensione di questi concetti. Ha inoltre riassunto i progressi dell'astronomia moderna nel tentativo di stabilire una base osservativa al sistema di riferimento universale, necessario per una cosmologia scientifica. Ma non è di scienza fine a se stessa che si parlerà in questo convegno. Nella visione di Einstein il cosmo continua a rimanere il riferimento costante non soltanto per il progresso scientifico ma anche per la condotta morale dell'uomo, per la religione, che non possono prescindere da quell'armonia delle leggi naturali nelle quali lo scienziato vedeva -un'intelligenza di tale superiorità che. rispetto ad essa, tutto il pensare e l'agire sistematici degli esseri umani costituiscono una riflessione affatto insignificante». Ed era sempre lui ad aggiungere: -Il sentimento religioso cosmico è la più forte e più nobile motivazione alla ricerca scientifica». Bruno Ghibaudi