Meno sviluppo e più inflazione di Emilio Pucci

Meno sviluppo e più inflazione Le previsioni sull'economia italiana neir80 non sono incoraggianti Meno sviluppo e più inflazione Entro la fine del mese al Parlamento si discuterà del bilancio statale e della relazione previsionale e programmatica - Il tasso di crescita dovrebbe essere al di sotto del 2% ROMA — La mini-tempesta valutaria di Bruxelles ha acuito le preoccupazioni dei ministri finanziari impegnati in questi giorni nella messa a punto del bilancio dello Stato e nella relazione previsionale programmatica, che per legge dovranno essere presentati al Parlamento entro il 30 settembre. I documenti, dopo 11 parere preventivo del Cipe, comitato Interministeriale per la programmazione economica, saranno probabilmente approvati dal Consiglio dei ministri nella prevista riunione di venerdì prossimo. Le previsioni per l'80 non sono incoraggianti: l'impennata dei prezzi (a settembre il costo della vita segnerà un rialzo di oltre il 2 per cento) e le nuove tensioni sui mercati monetari rischiano di appesantire una situazione che a causa della crisi petrolifera si presentava piuttosto brutta già l'estate scorsa. L'economia italiana, senza tempestivi interventi, rischia di cadere in una fase recessiva di grosse proporzioni. Lo staff economico del governo Cossiga prevede che il prossimo anno 11 tasso di sviluppo tenderà a scendere spontaneamente sotto il due per cento, ad un livello cioè insufficiente a sostenere l'attività produttiva e quindi a creare nuovi posti di lavoro. L'obiettivo di fondo è perciò quello di consentire per il 1980 «un saggio di crescita del reddito e dell'occupazione più elevato di quello tendenziale», vicino almeno al 4-4,5 per cento. E per centrarlo è necessario incentivare le esportazioni e spendere effettivamente i denari che lo Stato destina agli investimenti. L'impegno non è di quelli facili, in quanto, come lo stesso presidente del Consiglio avverte, «i margini di manovra non sono molti; il sentiero dello sviluppo desiderato è sempre più stretto. Ma allontanarsi da esso significa entrare in una prospettiva di stagnazione con inflazione». I prezzi, l'incubo più incalzante per il governo: al ministero dell'Industria non si nasconde che la crisi energetica rende arduo lo siorzo di contenere un aumento indiscriminato e ingiustificato dei prezzi. La ripresa dell'inflazione è aggravata in Italia, più che ne- gli altri Paesi, dagli accentuati meccanismi di indicizzazione che portano ad alti liveli il costo del lavoro con il pericolo di far rapidamente decadere là competitività delle nostre merci sui mercati esteri. Di qui l'intenzione di attivare quanto prima meccanismi capaci di attenuare le conseguenze della rapida crescita del costo del lavoro. La soluzione ottimale, a detta del governo, sarebbe quella di «raffreddare» gli scatti della contingenza derivanti dagli aumenti dei prezzi internazionali, specie di quelli petroliferi. In cambio. Cossiga sarebbe disposto a concedere una riduzione delle tasse ai lavoratori a reddi to fisso, attraverso un aumento delle detrazioni. Ma l'Ipotesi di toccare la scala è respinta seccamente dai sindacati e, allora, i ministri economici sembrano orientati a ripiegare su una nuova fiscalizzazione degli oneri sociali. Il progetto allo studio punterebbe a modificare strutturalmente il regime in vigore, aumentando gli sgravi a favore delle imprese. Ma tutto ciò non basterà: al tempo stesso si renderanno necessari quanto prima un controllo severo della spesa pubblica improduttiva; una politica monetaria più restrittiva; una serrata lotta alle evasioni fiscali; il varo di un rigoroso piano energetico. Emilio Pucci

Persone citate: Cossiga

Luoghi citati: Bruxelles, Italia, Roma