Un fiume di acqua sorgiva per Ancona, grande assetata di Ermete Grifoni

Un fiume di acqua sorgiva per Ancona, grande assetata Sta per essere ultimato l'acquedotto di Gorgovivo Un fiume di acqua sorgiva per Ancona, grande assetata Questo colossale flusso di acqua potabile (1500 metri cubi al secondo) sarà un apporto determinante per tutti gli acquedotti che oltre al capoluogo servono Iesi e Senigallia DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ANCONA — Quella ormai passata potrebbe essere l'ultima estate siccitosa per alcuni centri della costa marchigiana, che incontrano serie difficoltà nel rifornimento di acqua potabile in periodi di magra come quelli degli ultimi due mesi. Notizie di questi giorni danno per certo che entro l'anno prossimo saranno eseguiti gli allacciamenti provvisori degli otto Comuni (Ancona. Iesi. Chiaravalle, Senigallia. Monte San Vito. Montemarciano. Monsano e Falconara Marittima) che si sono consorziati per l'acquedotto del Gorgovivo. una delle opere più attese in provincia di Ancona. Sono più di 1500 metri cubi al secondo di acqua sorgiva, di ottima qualità che. captati nell'Appennino marchigiano presso Serra San Quirico. giungeranno dopo un percorso di 60 chilometri fin nel capoluogo di regione. Alle opere di presa già ultimate, che sono le più gigantesche e complesse, si è lavorato per circa 18 anni, alla posa delle tubature da quattro. Pareri discordi e polemiche non sono mancate in questo lungo periodo, dapprima perché non tutti ritenevano che ci fosse acqua sufficiente per l'intero triangolo Ancona-lesi-Senigallia, poi perché si sarebbero voluti allacciare subito alcuni centri anziché attendere il completamento dell'opera. I lavori, comun que. sono andati avanti, anche per una certa unità di tutte le forze politiche consa pevoli di dover affrontare un problema molto impegnativo per la vita delle popolazioni amministrate. L'acqua ora viene prelevata nel cuore della montagna e avviata in galleria ad un serbatoio generale di 6 mila metri cubi, costituito da vasche seminterrate. La conduttura del consorzio, di oltre un me tro di diametro, percorre poi tutta la vallata dell'Esino co me un gigantesco serpente di acciaio, talora parallelamente alla nuova strada statale 76 e a quote diverse si innesta ai vari serbatoi degli acquedotti che già esistono. Questo colossale flusso di acqua potabile non funzionerà infatti da acquedotto prin cipale per nessuno dei centri consorziati, ma costituirà un apporto determinante per tutti gli acquedotti già esistenti, che ora si riforniscono prelevando l'acqua con pozzi negli alvei dei fiumi (in particolare dell'Esino) sollevando la fino ai serbatoi e poi distri buendola nei più piccoli centri e nei casolari. Il sollevamento dell'acqua a varie quote, necessario per la tipica conformazione collina re del territorio marchigiano è uno degli aspetti che maggiormente influiscono sui costi dei rifornimenti alle città marchigiane. Ad Ancona, per esempio, l'acqua che giunge dall'Esino viene pompata due o tre volte, proprio per poter servire l'intera città che si è estesa sulle colline e nelle sottostanti vallate. Ora. con il consorzio di Gorgovivo. l'ac¬ qua non sarà solo migliore, ma sarà anche più economica perché arriverà per caduta naturale dalla montagna e le aziende municipali non dovranno affrontare spese di forza motrice per pomparla. Le Marche non sono una regione arida. Il problema dell'acqua potabile nei Comuni della costa marchigiana non è mai stato drammatico, ma è sempre stato grave e latente: una questione «sommersa» che si manifesta specie in estate, quando i centri costieri raddoppiano o triplicano la popolazione con l'afflusso dei villeggianti, e si evidenzia con tutta una serie di ordinanze emesse dai sindaci con le quali si prevedono multe salate per chi spreca acqua potabile annaffiando orti e giardini. Ma più che di quantità è un problema di qualità: l'acqua di vena, estratta dal sottosuolo, è spesso calcarea, di una durezza inaccettabile che ha incoraggiato un po' ovunque gli affari d'oro dei commercianti di acque minerali in bottiglia, dei negozianti di elettrodomestici (specie scaldabagni) messi fuori uso dalle incrostazioni, e anche dagli urologi. La popolazione costiera — stando alle statistiche —vanta infatti il primato delle calcolosi urinarie fra tutte quelle dell'Italia centrale. Ecco perché l'acquedotto di Gorgovivo è tra le opere più attese e i Comuni che nel '63 si consorziarono per captarne le sorgenti si sono indebitati fino al collo con mutui presso la Cassa Depositi e Prestiti per poter aggiungere ai magri finanziamenti dello Stato — che ha successivamente passato le competenze alla Regione — somme destinate a portare avanti i lavori. Finora l'acquedotto è costato quasi 17 miliardi e i Comuni vorrebbero che, a parte i contributi sui mutui, la Regione intervenisse anche per finanziare circa la metà della quota capitale. Ermete Grifoni