Quel canale «imperialista» di Ferdinando Vegas

Quel canale «imperialista» OSSERVATORIO Quel canale «imperialista» Il rifiuto della Camera americana di approvare la legislazione concernente il trattato fra Panama e gli Stati Uniti riapre una questione che ormai sembrava felicemente chiusa. Erano occorsi ben tredici anni di trattative, dal 1964. perché infine, il 7 settembre 1977, si giungesse alla firma degli accordi tra il .gigante del Nord» e la piccola repubblica Centro-americana, con quella solenne cerimonia nella sede dell'Unione panamericana, a Washington, che i funzionari del Dipartimento di Stato avevano battezzato la ..grande/testa». Invitando tutti i capi di Stato delle due Americhe a presenziare (e la massima parte accettò) Carter voleva dare la più ampia pubblicità al successo della propria politica verso l'America Latina. E non aveva torto, perché avere risolto la «questione del Canale» significava veramente l'eliminazione del simbolo più vistoso, e quindi inviso ai latino-americani, dell'«imperialismo yankee». Il nazionalismo non tollerava più rapporti di dipendenza come quelli esistenti tra Panama e Stati Uniti in base al trattato originario del 1903, col quale la neonata repubblica cedeva agli Stati Uniti la striscia di terra della «Zona del Canale» in perpetuità, «come se fossero il sovrano del territorio, a completa esclusione dell'esercizio» da parte della repubblica di Panama. Contro questa situazione umiliante, con tutti i suoi riflessi economici e sociali, più vol.te,i panamefini. protestarono, fino agli scontri violenti con i marines, durati una settimana, nel 1964. Cosi Washington si decise alle trattative, le quali non potevano non risultare estremamente difficili, tra il regime nazional-progressista del gene¬ rale Torrijos che chiedeva «subito» la restituzione della Zona e i negoziatori americani, che cercavano di evitare l'«abbandono» della Zona. Si arrivò infine al compromesso incluso nel trattato del 1977. che prevede la restituzione del territorio alla piena sovranità di Panama «a messogiorno, ora panamegna, del 31 dicembre 1999». Nei vent'anni intercorrenti si svolgerà gradatamente il trapasso dei poteri, dei diritti e delle proprietà: d'altro canto Panama si è impegnata, con un ..patto di neutralità», firmato insieme al trattato, a mantenere sempre aperta a tutti i Paesi la via d'acqua del Canale. Ottenere l'accordo con i panamegni era ancora il meno, per Carter, in confronto alle difficoltà che dovette affrontare per strappare il consenso agli stessi americani; precisamente all'organo, il Senato, cui costituzionalmente spetta la ratifica dei trattati, a maggioranza qualificata dei due terzi. Infine il Presidente vinse anche questa battaglia, sia pure per un solo voto, e cosi il 16 giugno 1978 potè recarsi a Città di Panama per procedere, in un'altra solenne cerimonia, allo scambio delle ratifiche. Alla folla dei panamegni Carter allo-, ra assicurò: «Siamo all'ini-, sto di una nuova era di comprensione e di cooperatone nelle Americhe». La maggioranza dei membri della Camera dei rappresentanti, evidente^ mente, non condivide il parere del Presidente e comunque ritiene del tutto secondàri i buoni rapporti con l'America Latina rispetto ai propri calcoli di politica interna. Ora che la popolarità di Carter è al più basso livello, il gioco del massacro è facile ed allettante. Ferdinando Vegas Il presidente Torrijos, nazionalista rigoroso

Persone citate: Cosi Washington, Torrijos