«Il sindacato usi la forza che ha»
«Il sindacato usi la forza che ha» Dibattito tra dirigenti d'azienda «Il sindacato usi la forza che ha» Contro il terrorismo, per la produttività e per migliori relazioni industriali TORINO — Le relazioni industriali in Italia sono le peggiori d'Europa. C'è qualche speranza che migliorino con il tempo, ma a fronte di questa previsione favorevole degli «ottimisti» c'è anche il «pessimismo» di una non trascurabile minoranza di dirigenti aziendali. Questo, nella sostanza, l'orientamento emerso nell'incontro tra i direttori del personale e delle relazioni industriali delle più grosse aziende italiane, avvenuto ieri all'Istituto per la formazione dei dirigenti e dei capi della Fiat (Isvor) a Marentino. Scopo dell'incontro: la presentazione di un grosso e originale lavoro promosso dalla Fiat sulle relazioni industriali in Europa. E' stato studiato tutto ciò che è accaduto in Germania, in Francia, in Inghilterra e in Italia negli ultimi dieci anni. L'illustrazione delle «linee di tendenza» è stata fatta da Cesare Annibaldi, da Maria Teresa Schutt (responsabile dell'attività di ricerca delle Relazioni industriali Fiat) e dal prof. Sordi dell'Isvor. Eseguito il dibattito. Nella sala pesava la notizia dell'assassinio del dirigente Fiat, Carlo Ghiglieno, che aveva con pa recchi dei presenti quotidianrapporti di lavoro. Sono affio rati più volte accenti com mossi. Rappresentatività e coni' portamenti del sindacatoAnnibaldi (Fiat) ha sostenuto che il sindacato, -malgrado incertezze ed elementi di fragilità, ha la credibilità e la forza organizzativa perprevalere facilmente sui gruppi che si muovono in modo anarchico'. «Se le cose vanno male — ha aggiunto Annibaldi — è perché il sindacato sovente non trae tutte le conseguenze affinché le linee scelte diventino obiettivi». Loriga (Pirelli) ha esortato a un -minimo di ottimismo» rilevando che adesso il sindacato comincia a discutere di produttività; «La produttività — ha osservato — non è più una parola maledetta per i lavoratori». Lunati (Olivetti), dopo aver sottolineato che il sindacato -per anni ha predicato bene e razzolato male, con grande incoerenza», ha attribuito un valore non trascurabile ai segni di maturazione che si avvertono nel mondo sindacale: -Una trasformazione che richiederà tempi lunghi». Longo (Ibm) ha parlato da «pessimista». Egli ha affermato: -L'ottimismo sui comportamenti sindacali è pericoloso, perché potrebbe portare all'assuefazione della società di fronte a gravi anomalie sindacali». Ne ha citate alcune: -Il sindacato rifiuta il battesimo legislativo; il sindacato pretende l'extraterritorialità, nel senso che rifiuta il giudizio della magistratura per i suoi iscritti; il sindacato pretende di legittimare gli atti dell'Esecutivo e nega validità alle decisioni del governo non discusse con lui; infine, il sindacato si arroga potere legislativo, come nel caso dell'autoregolazione degli scioperi». Terrorismo. -In Italia — ha detto Annibaldi — la lotta al terrorismo non può essere affidata soltanto al sistema statale (come in Germania) perché da noi è debole. Il sindacato italiano ha un ruolo di maggiore rilievo die negli altri Paesi. O esercita questo ruolo come forza sociale o il problema diventa drammatico». Alcuni direttori del personale hanno sostenuto che il terrorismo -nasce anche dai piccoli episodi di violenza in fabbrica». Loriga (Pirelli) ha citato come -radici lontane» del terrorismo -la ricerca di compromesso e la tolleranza delle direzioni aziendali». Inoltre ha ricordato l'episodio del pretore che ordina la riassunzione di 5 operai della Pirelli, accusati di aver estro messo un direttore, con la motivazione: «Lo hanno estromesso in trenta; licenziarne solo 5 è una discrimina.zione». -Tuttavia — ha concluso — è positivo che oggi il terrorismo sia una parola maledetta da tutte le forze so ciali». Produttività e contrattazione. -In tutti i Paesi — ha osservato Annibaldi — crescono i livelli di contrattazione La ricerca di un rapporto tra i vari livelli (nazionale, setto riale, aziendale, di reparto, eccetera) è ovunque ardua. In Italia è più difficile che altrove. Il problema centrale è di accrescere alla base l'area del consenso e ridurre l'area del contrasto. E' un tema sindacale, ma riguarda le aziende e tutta la società». Cesare Sacchi, responsabile degli Studi economici Fiat, ha affermato che in materia di produttività sono le grandi aziende a sentire maggiormente le contraddizioni del sindacato mentre le piccole e le medie -se la cavano bene». Sergio Devecchi ssnEicngsgsdccz
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