La Suzuki vuole nel 1980 battere la grande Yamaha di Giorgio Viglino
La Suzuki vuole nel 1980 battere la grande Yamaha Bilanci e prospettive del campionato mondiale di moto La Suzuki vuole nel 1980 battere la grande Yamaha Con Ferrari e una nuova macchina di 500 ce - Le altre classi Il campionato mondiale '79 ha avuto uno sviluppo molto incerto in una sola classe, la 500 ce, che è anche però quella più prestigiosa. Il successo di Kenny Roberts su Virginio Ferrari, quindi di Yamaha su Suzuki, è stato in forse fino all'ultima gara, dopo un testa a testa tra i due campioni durato sei mesi. La sfida tra le due Case giapponesi dura ormai da anni, ma nel '78 con l'Impegno totale di Roberts nel mondiale, che è in realtà circuito europeo, l'equilibrio sembrava essersi rotto definitivamente in favore della Yamaha. Né Barry Sheene, né i vari piloti avventizi assunti in quella stagione erano riusciti a tener testa allo scatenato californiano. Soltanto Ferrari, alla prima occasione di competere alla pari con i rivali, era riuscito a vincere nettamente. _ Nel 1979, Ferrari si è dimostrato più regolare dell'olandese Hartog e più veloce di Sheene, ottenendo dalla Suzuki la miglior resa complessiva. La sua macchina non è infatti inferiore alla Yamaha, ma ha peccato in affidabilità, mancando due gare piene in Svezia e Finlandia. D'altro canto, il lavoro effettuato da Roberto Gallina e dalla sua équipe ha reso almeno il doppio rispetto a quello messo in atto dalle squadre di meccanici impegnati appunto con Hartog e Sheene. Il secondo posto finale è stato quindi un successo del pilota e del tecnici, la miglior garanzia per riprendere insieme e continuare, questa volta con obbiettivo la vittoria finale. La Suzuki dovrebbe colmare con 1 lavori dell'Inverno quel leggero scalino che la divide dalla corrispondente Yamaha, e soprattutto la Michelln dovrebbe essere in grado di raggiungere la Goodyear nel settore del pneumatici. Una buona fetta del successo Yamaha-Roberts deve essere attribuita alle gom me e la dimostrazione è presto data non solo dal diverso rendimento delle altre tre Yamaha ufficiali (Cecotto era piuttosto demotivato, Sarron ha avuto guai fisici, Takal ha fatto solo una rapida apparizione prima di tornare tutto bendato In Giappone), ma dalla buona resa di chi accidentalmente è riuscito a disporre di coperture della società Usa anche su Suzuki di se rie (Baiciwin in Spagna, Mamola in Francia), diventate d'improvviso autentici fulmini. L'incidente occorso a Ferrari in chiusura di stagione non dovrebbe avere influenza alcuna sul lavoro futuro, soprattutto visto il maggiore impegno che Ollofiat e Nava, i due sponsors, sono disposti a sottoscrivere lo sforzo che la Suzuki ha già messo In programma. Al pilota resta da superare il momento di crisi psicologica attuale e mantenere la calma di fronte alle parole buone e cattive che da troppi volano via a ruota libera La cosa migliore sarebbe un ritorno in gara al più presto possibile, magari nella Coppa delle Nazioni di Imola, ultimo appun tomento di grande prestigio nella stagione. Nella prossima stagione le cose potrebbero cambiare assai nella squadra Suzuki: difficilmente Sheene (si parla di un suo lancio nel settore automobilistico in sostituzione di James HHFrfsk Hunt, ritiratosi a metà '79) e. Hartog saranno riconfermati. Forse un secondo italiano correrà nel team affidato a Gallina, forse sotto 1 colori Nava-Oliofiat saranno unificate tutte le Suzuki ufficiali. Alla Yamaha, scontato Roberts, si cerca un nuovo pilota, probabilmente un francese che non sarà più Sarron, mentre è incerta la posizione di Johnny Cecotto. Quanto alle classi inferiori, probabilmente la 350 ce verrà mantenuta in vita (all'insegna dell'immobilismo federale) e la Kawasaki la sceglierà abbandonando la 250 ce, per mantenere maggiori affinità fra 1 mezzi. Nella quarto di litro rimarrà quindi campo libero nuovamen¬ te alle Yamaha assistite, ma soprattutto alla Morbidelli, che con Graziano Rossi ha già ottenuto grosse soddisfazioni nella stagione passata, e altre ne cerca in futuro puntando sulla 500 ce. Nella 250 ce ci sono altre marche emergenti, la Mba italiana, la Bultaco spagnola, forse anche la nuova Motobecane, e i piloti di spicco non mancano. Ita-1 liano al 70% il discorso della 125 ce, (con lo spagnolo Nieto e la Minarelli iridati), mentre nella 50 ce l'italianità è di riflesso con la riconferma dello splendido Lazzarini che ritorna in sella alla Kreidler per tentare un nuovo miracolo mondiale. Giorgio Viglino
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