Lettere dal paese di «Solaria»

Lettere dal paese di «Solaria» Dall'archivio d'una delle migliori riviste degli Anni Trenta Lettere dal paese di «Solaria» •Lettere a "Solarla"», a cura di Giuliano Manacorda. Editori Riuniti, pagg. LII-618, lire 16.000; Camillo Sbarbaro. «La trama delle lucciole. Lettere ad Angelo Barile (1919-1937)», a cura di Domenico Astengo e Franco Contortila, Edizioni S. Marco dei Giustiniani, pagg. 118, s.i.p. Può accadere che, a voler rimestare nella storia segreta degli eventi della letteratura e delle sue istituzioni, ciò che ne viene fuori significhi delusione, la fine di miti culturali, la rivelazione di insospettate mediocrità. Non è, per fortuna, il caso di una delle grandi riviste del Novecento italiano, Solaria, dal cui archivio, conservato dagli eredi di Alberto Carocci, che ne fu il fondatore e l'animatore, Giuliano Manacorda ha tratto più di ottocento lettere di collaboratori e amici, scritte, fra 11 1926 e il 1936. • Scorrendo l'elenco degli autori, pare davvero di trovarsi di fronte a un indice completo del nomi dei letterati degli Anni Venti-Trenta: a testimonianza della centralità culturale e operativa della rivista e anche del carattere abbastanza eclettico che ebbe, a differenza della Ronda classicista degli Anni Venti o delle riviste ermetiche, sorte dopo la fine di Solaria (con Letteratura in testa), tutte ristrette alla proclamazione e alla difesa di una poetica e di un gruppo, più o meno circoscritto. A collaborare o, comunque, a rivolgersi a Solaria attraverso Alberto Carocci, che esplicò una straordinaria attività di organizzatore di cultura, sono Montale e Saba, Gadda e Comisso, Pavese e Vittorini, Cecchl e Debene- detti. Ferrata e Tecchi. Giuseppe Raimondi e Giotti. Svevo e Bonsanti, Piovene e Quarantotti Gambini, Ungaretti e Falqui, Loria e Alvaro, Quasimodo e Noventa, Contini e Leone Ginzburg e tanti altri ancora. Ci sono polemiche letterarie (con Titta Rosa, ad esempio, con Vincenzo Errante, e con l'Italia letteraria. erede della Fiera), e sono la parte francamente meno significativa e più banale, a dimostrazione che, nel mondo letterario italiano, fin da quegli anni era spento lo spirito battagliero dell'inizio del Novecento, e le discussioni sorgevano su pretesti mediocri, sotto una costrizione che. senza dubbio, era anche politica, ma che testimonia tuttavia già presenti un eccesso di prudenza, un piccolo gioco di gruppi, di invidie, di ripicchi (e tale situazione è ancora quella di oggi, con polemiche sempre più vane e oziose). Un aspetto molto interessante della vita segreta di Solaria è senza dubbio rappresentato dai rapporti con il regime fascista: che sono, poi, quelli di una rivista che cerca di sopravvivere senza piegarsi al fascismo e sfuggendo, con eventuali appelli diretti agli intellettuali del regime, agli ostacoli e alle difficoltà della censura. La quale, però, opera più in difesa della morale che del fascismo. A Pavese, ad esempio, la censura non passa // dio caprone, una poesia di Lavorare stanca (la prima opera di Pavese, che ha una travagliata vicenda editoriale prima di uscire nelle edizioni di Solaria con qualche mutilazione), perché giudicata, con altre della stessa raccolta, oscena. La maggior parte di queste lettere, tuttavia, offre più l'interesse di documenti di una vita letteraria abbastanza vivace e intensa, dopo il vuoto dei primi Anni Venti (a parte l'aristocratica e classicistica Ronda), la possibilità di ritrovare nell'atto della formazione pur ancora provvisoria e incerta una nuova idea di letteratura, aperta a sviluppi e contatti europei, quale sarà quella degli ermetici o anche quella dei narratori della memoria, degli irregolari e maccheronici, dei visionari, che pure sono i principali collaboratori di Solaria. Le lettere di Gadda, ad esempio, sono testimonianze fascinosamente patetiche di un rapporto difficile e contraddittorio con la letteratura, pieno di ritrosie, timori, ansie per le proprie cose mentre presso che nulla dicono sulle intenzioni e sulla poetica gaddiana. Il privato, insomma, prevale sugli interessi generali: ed è molto spesso il privato della propria attività di scrittore poeta, narratore o critico che sia. E, allora, c'è proprio il pericolo che di tale «privato» possano, dopo tanti anni, interessarsi soltanto quelli che lo coltivano un poco almeno anche in proprio: critici, poeti, narratori di oggi, appunto. Si leggano, à confronto, le lettere ad Angelo Barile, scritte da Sbarbaro fra il 1919 e il 1937 e pubblicate a cura di Domenico Astengo e di Franco Con torbia. Anche qui domina il fatto privato: ma siamo sul piano della confessione mora¬ psaitis le, dell'ansia e dell'angoscia esistenziale, anche quando si parla di letteratura: e il lettore non può non essere coinvolto nella turbata e dolorosa solitudine dello scrittore, che a tratti, si maschera di salti improvvisi di umore, di battute, di squarci di descrizione, intensi e fugaci, di acutissime sentenze e analisi di sé. Solaria cessa di uscire sia per le difficoltà esteriori (economiche e anche politiche), sia soprattutto perché l'idea di letteratura come esercizio di dignità e di decoro, in un'autonomia assoluta di lavoro, viene a essere sostituita, in Carocci, da un programma di diversa attenzione al nesso fra letteratura e impegno morale, spirituale, civile, sotto l'influenza di quel geniale quanto confusionario contestatore e distruttore che fu Noventa (allora ancora Ca' Zorzl). Certe pagine di Noventa, su Solaria. provocano reazioni molto dure fra i «solariani». Carocci può, cosi, chiudere la rivista, constatando,, come ostacolo a continuare, anche questa rottura sul piano delle idee all'interno del gruppo dei collaboratori e sostenitori, e, con Noventa, va a fare La Riforma letteraria, secondo le nuove idee. Si chiude cosi, sull'eterno problema dell'impegno e della finzione dell'intellettuale, la rivista che ha fondato, sulle sue pagine, la letteratura e la cultura italiana del pieno Novecento. A distanza di tanti anni, bisogna almeno dire che l'opera della più impegnata ed etica Riforma non è stata altrettanto memorabile. G. Bàrberi Squarotti Carlo Emilio Gadda

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