Panico a Roma di Giuseppe Fedi
Panico a Roma Panico a Roma (Segue dalla 1 ' pagina) si capisce: «Il terremoto! Il terremoto!». Il centralino del «113» e quello dei vigili del fuoco vengono subissati di chiamate. Chi telefona pre-, tende soprattutto parole rassicuranti, chiede se — e magari quando —si sarebbero ripetute le scosse. La gente si raccoglie in capannelli soprattutto al centrodelie piazze, il più lontano possibile dagli edifici. E'il primo, naturale impulso di una popolazione che s'interroga, si scambia le impressioni, le paure. «Non vorrei che ne venisse un'altra. Anche in Friuli • erano tornati tutti in casa dopo la prima scossa, che era stata leggera». Le autoradio della polizia e dei carabinieri percorrono in lungo e in largo le strade dei quartieri centrali e periferici per tranquillizzare la popolazione. Ed ecco la psicosi: «Ho sentito uno che diceva di aver saputo dalla radio che ci sarà un'altra scossa. Che facciamo?» panico. Nessuno ha il coraggio di tornare a casa. Le zone che sembrano aver avvertito maggiormente gli effetti del terremoto sono quelle della fascia a Nord della città e che comprendono ih Salario, il Nomentano, Monte Mario, Magliana, Trionfale e Monte Sacro. Il comandante dei vigili del fuoco Pastorelli coordina gli eventuali soccorsi di emergenza, disponendo l'uscita di mezzi particolarmente attrezzati e di autolettighe radiocollegate in modo da intervenire in caso di segnalazioni di persone ferite o di danni. Ma di danni Roma, dove stanno sottoponendo a «check up. alcuni monumenti, fra cui la Colonna Antonina, ne ha subiti pochissimi: qualche impalcatura caduta, qualche cornicione malandato che s'è staccato dal tetto, alcuni impianti telefonici e tubature del gas saltati. Si è, però, interrotto, per una ventina di minuti, il traffico aereo. Gli operatori hanno abbandonato temporaneamente la torre di controllo del «Leonardo da Vinci- per motivi precauzionali. Giuseppe Fedi
Persone citate: Leonardo Da Vinci, Magliana, Pastorelli
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