Stiamo tranquilli: l'omino dei 20 gradi difficilmente busserà alla nostra porta

Stiamo tranquilli: l'omino dei 20 gradi difficilmente busserà alla nostra porta In realtà non esiste il personale per controllare il riscaldamento Stiamo tranquilli: l'omino dei 20 gradi difficilmente busserà alla nostra porta Delegati comunali e tecnici Ance sono 40 per 30.000 e più case - Il rispetto della legge è affidato all'onestà singola - Il guaio è che il 60% degli impianti sono fonte di spreco Le squadre del «giusto calore» non andranno all'assalto dei nostri alloggi. Alla porta non si presenterà nessun «omino dei venti gradi» che con termometro alla mano misuri la temperatura dell'ambiente, magari per dire: «Scusi signora, metta un maglione in più, ma riduciamo, riduciamo, qui fa caldo, siamoa22gradi». La legge per il contenimento dei consumi energetici impone i 20 gradi, l'accensione 14 ore al giorno, la durata del riscaldamento per 183 giorni, ma chi controllerà l'onestà degli utenti? Per ora non si sa. Potrebbero essere i delegati sanitari del Comune cui è già affidato il controllo degli impianti per l'inquinamento (a Torino sono meno di venti) oppure i tecnici specializzati dell'Ance (Associazione nazionale controllo combustione), ente sciolto ma che continua a funzionare in attesa di una chiarificazione sul suo possibile decentramento alle Regioni (sei ingegneri e 12 periti per Torino e Cuneo e rispettive province). Non ci sono ancora incarichi ufficiali, ma l'assessore Marzano non ha dubbi: «Non busserà agli alloggi nessun "omino dei venti gradi". E' utopia pensarlo. Con il personale comunale a disposizione un controllo sarebbe impossibile». Dello stesso parere è il direttore dell'Ance, ing. Renato Pasquin: «Coni dipendenti che ci ritroviamo e lo svolgimento delle nostre attuali competenze, controllo impianti industriali, controllo della sicurezza, omologazione prototipi per riscaldamento, ecc., riusciremmo a stento a controllare meno di 3 mila impianti in un anno». Solo a Torino dovrebbero essere più di 30 mila. Il «giusto calore» indicato dai provvedimenti governativi è destinato a restare affidato all'onestà dei condomini. Qualche intervento è allo studio del Comune. Secondo Marzano si potrebbe arrivare ad un'ordinanza per imporre l'applicazione di centraline termoregolatrici nelle centrali termiche. Alle tecnologie moderne si potrebbe affiancare anche un controllo sui conduttori degli impianti, troppo spesso impreparati e spesso sovraccarichi di lavoro. Una cosa è chiara: il condomino caloroso che denuncerà i 25 gradi del suo alloggio otterrà un controllo. Attenti però. Anche l'utente al piano inferiore o all'ultimo piano ha diritto ai 20 gradi. Se non li avrà sarà suo diritto protestare, rifiutare il pagamentp della quota, magari rivolgersi anche al magistrato. Precisa il direttore dell'Ance, ing. Pasquin: «Il guaio dei nostri fabbricati è di avere impianti di riscaldamento mal dimensionati. La maggioranza funziona solo al 60 per cento del rendimento». Troppi progetti sono stati eseguiti con scarsa professionalità o con criteri di lucro, spesso installati con potenzialità calorica di gran lunga superiore alle reali esigenze. Il tutto comporta sprechi, inconvenienti, inevitabili liti tra utenti. «Per ottenere una riduzione dei consumi — spiega l'ing. Pasquin — bisogna insistere sulla razionalità dei progetti. L'impianto centrale può non essere adeguato, come l'impianto di distribuzione del calore. Oggi la tecnica consente l'intervento su tutto, ma dove sono gli strumenti giuridici per poter intervenire nei controlli di impianti già installati?.. Non basta una legge, se pur ottima; se in uno stabile i 20 gradi non sono rispettati la colpa non è soltanto dei freddolosi,, ma soprattutto degli scompensi dell'impianto, delle dispersioni di calore, di cattiva coibentazione. Dice l'ing. Pasquin: «Se iicontrollo della temperatura standard fosse affidato ai nostri tec¬ nici saremmo costretti a chiedere modifiche degli impianti, magari a far mettere un riduttore di calore dove c'è più caldo (esistono valvole di termoregolazione da applicare ad ogni radiatore che costano 30-40 mila lire) per garantire il calore a chi sta a piani meno ben serviti». Conclusione: i venti gradi ambiente cioè sono un punto d'arrivo, non certo quello di partenza per la riduzione dei consumi energe- Simonetta Conti

Persone citate: Marzano, Pasquin, Renato Pasquin, Simonetta Conti

Luoghi citati: Cuneo, Torino