Ancora assemblee, scioperi nelle scuole programmi nuovi ma problemi vecchi di Marco Tosatti

Ancora assemblee, scioperi nelle scuole programmi nuovi ma problemi vecchi Come sempre il primo giorno di lezione si è aperto sotto cattivi auspici Ancora assemblee, scioperi nelle scuole programmi nuovi ma problemi vecchi Professori e non docenti sono in agitazione: oggi dibattiti nelle aule - Le riforme procedono lentamente ROMA — L'anno scolastico si è aperto sotto gli ormai consueti cattivi auspici, anche se in molti istituti, e nonostante le annunciate assemblee del personale docente e non docente, il fatìdico «primo giorno» non è stato diverso da quello degli anni precedenti. L'appello, un paio di ore di lezione con gli insegnanti già presenti in sede (per gli altri sarà necessario attendere che i provveditorati districhino l'ingarbugliata matassa delle assegnazioni) e poi tutti a casa. Oggi, più o meno sarà la stessa cosa, e domani vacanza per lo sciopero. Ma, agitazioni sindacali a parte, il sogno di una scuola che si rimette in moto sin dalla prima lezione come un meccanismo ben oliato, senza pause, scossoni e tentennamenti, sembra ancora lontano. I problemi sono quelli di sempre: solo più vecchi, e perciò meno agevoli da risolvere. Il primo è costituito dai precari e dai supplenti, protagonisti in estate della «battaglia degli scrutini e degli esami». I sindacati confederali si fanno carico dei loro problemi, e sono decisi a risolvere la questione, n ministro ha annunciato che entro il 25 settembre (e siamo al 19) il governo prenderà in esame un provvedimento di legge relativo al reclutamento degli insegnanti. Finora alla «Cgil Cisl UH scuola» non sono giunte convocazioni da viale Trastevere per discutere su questo tema «e non siamo disposti a subire misure unilaterali — dicono minacciosi —. Se ha di queste intenzioni. Vaìituttisi troverà' davanti a una reazione particolarmente dura». Le riforme stanno 11, congelate dalla crisi di governo, e in attesa che qualcuno, pietosamente, le aiuti a rimettersi in cammino. Per la secondaria superiore il compito non è troppo difficile: è già stata approvata alla Camera, e l'esecutivo potrebbe perciò riproporla al Senato, senza costringere il provvedimento a ripercorrere daccapo tutto l'iter. Per l'università, invece, il lavoro è agli inizi; dopo decenni di discussioni, nessuno dei nodi chiave si è sciolto. Eppure alla fine di ottobre si ripresenterà il problema dei «precari». Una «mini riforma» Valitutti l'ha promessa, ed è quella dell'esame di maturità. La formula attuale, «sperimentale» dal '69. ha mostrato chiari i suoi limiti, e probabilmente sarà cambiata. Ma basterà? Secondo la direzione del pei, no: «// ministro sembra non cogliere la drammaticità del momento — dice un documento ufficiale pubblicato sull't/nttó — e mentre con una mano si affanna a scrivere articoli in cui si invocano rigore ed esami di maturità più selettivi, con l'altra alimenta il vento che trascina verso un sistema scolastico privato. Non una parola invece né dal ministro né dal go verno, sulle cose concrete che da subito si dovrebbe cominciare a fare per trasformare la scuola-. La novità maggiore, per quest'anno, è data dai nuovi programmi per la media dell'obbligo. Le aspettative legate alle innovazioni didattiche sono grandi, ma anche accompagnate da timori. Sin dall'estate, da più parti, ci si lamentava della mancanza di un aggiornamento sistematico degli insegnanti da parte del ministero. «Come sempre in questi casi —ci dicevano alla casa editrice Sei — ci sarà lina parte di docenti che cercherà, per proprio conto, di prepararsi, interessandosi ai nuovi testi, ed una maggioranza che si adeguerà molto più lentamente». E' il fenome¬ no della «viscosità» — di cui parla Luciano Benadusi, responsabile scuola del psi — caratteristica della scuola: « Vi è una tenuta, ancora che a basso livello, coìì la quale occorre fare i conti in un duplice seiiso: evitando catastrofismi, che inducono poi ad atteggiamenti di rinuncia, e accantonando il dilemma reazione-rivoluzione. Non basta fare le riforme — conclude Benadusi — occorre anche saperle gestire». Gestire le riforme presuppone un apparato amministrativo adeguato; e i provveditorati sono da tempo sotto organico in maniera notevole. «La scuola quest'anno è partita nel modo che tutti sappiamo — ha dichiarato Osvaldo Pagliuca, della Uil scuola — non soltanto per le iniziative sindacali, ma anche per la lentezza della macchina burocratica del ministero della Pubblica Istruzione che alleile per quest'edizione '79-'80 non è riuscita a sistemare le cose in tempo». Se gli incontri con il governo non daranno le risposte desiderate — ha affermato Pagliuca — ci sarà un ulteriore crescendo di lotte. Vacanze sindacali in prospettiva per dieci milioni di alunni e studenti. Nelle elementari e nelle medie si è avuto un calo di iscrizioni di circa centomila unità, compensato da una crescita quasi eguale nelle secondarie superiori. In totale, fra alunni e studenti, hanno varcato ieri i cancelli delle scuole in quasi dieci milioni. Nelle elementari 9 bambini su cento dovranno fare i doppi turni; nelle medie e nelle superiori invece solo tre su cento dovranno sottoporsi a questo sfasamento, disagevole, oltre che per loro, per le loro famiglie. Ieri le assemblee non hanno creato grossi problemi. E' prassi consolidata, in quasi tutti gli istituti, che l'attività venga avviata in modo differenziato e graduale a seconda delle classi. I sindacati confederali hanno espresso soddisfazione per le adesioni registrate in tutta Italia. -Noi non volevamo certo il blocco dell'inizio delle lezioni — ha detto Cosentino, della Cgil scuola — le assemblee sono state indette per illustrare i motivi dello sciopero di domani, e si sono svolte in preferenza nelle due ultime ore di lavoro». _ Marco Tosatti

Persone citate: Benadusi, Cosentino, Luciano Benadusi, Osvaldo Pagliuca, Pagliuca, Valitutti

Luoghi citati: Italia, Roma