CRONACA DI TORINO
CRONACA DI TORINO Resistenza la ricerca in pericolo Politica culturale cercasi. Anemica, alimentata col contagocce, l'attività di ricerca e di studio in Italia rischia di ridursi ulteriormente. Sono infatti in pericolo di vita gli Istituti storici della Resistenza, sede nazionale a Milano. 31 centri regionali e provinciali, quello torinese il più importante d'Italia. Rischiano di chiudere per il taglio drastico dei fondi, circa mezzo miliardo con cui si pagava lo stipendio a 43 insegnanti «comandati» dal ministero della Pubblica Istruzione per svolgere l'attività di ricerca scientifica negli istituti. Ufficialmente il taglio dei fondi l'ha deciso ii Ministero del Tesoro che vorrebbe così ridurre il deficit statale. Anche se il funerale non è ancora stato celebrato e gli studiosi sperano nel decisivo intervento del ministero della Pubblica Istruzione Valitutti l'agonia dei centri è già cominciata. A Milano l'orario dell'attività s'è ridotto di un quinto, a Torino l'istituto di via Fabro 6 è ancora aperto ma da alcuni giorni non si concedono più prestiti di libri, i ricercatori (una dozzina) impegnati nelle sedi piemontesi non sanno se potranno continuare le ricerche d'archivio e di biblioteca. I 400 mila «pezzi» (in parte non ancora inventariati) raccolti in 31 anni di attività rischiano di rimanere intonsi e polverosi. «Afa chiudere l'istituto — dice il suo presidente prof. Guido Quazza — significa interrompere ricerche di centinaia di giovani, la pubblicazione di cataloghi, riviste e volumi. Per l'attività storiografica sarebbe un danno incalcolabile. Comunque non abbiamo perso tutte le speranze anche perché il ministro Valitutti so che è inondato di telegrammi e proteste da tutta Italia».
Persone citate: Guido Quazza, Valitutti
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