Mennea t «Un record atteso per tutta una vita»

Mennea t «Un record atteso per tutta una vita» L'atleta azzurro descrive quei magici 19" 72 di corsa nelle Universiadi dì Città del Messico Mennea t «Un record atteso per tutta una vita» «Smith ottenne il primato quando io cominciavo appena a correre» - «Ho capito di aver fatto un grosso tempo solo dopo aver visto il presidente Primo Nebiolo saltellare di gioia sulla pista» «Dopo l'Olimpiade vorrei chiudere» - Per Vittori non è stata la gara più bella di Pieretto DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE CITTA' DEL MESSICO — «Ho incominciato a correre nel 1968, proprio quando Tommie Smith ottenne il primato mondiale dei 200: per me il suo tempo era fantascienza, ma pure fin da allora ha rappresentato il mio sogno. Ci ho pensato tutti gli anni, tutti i giorni Cosi Pietro Paolo Mennea, ventisettenne di Barletta, parla sorridendo mentre i lineamenti del volto stanno lentamente rilassandosi. Sono passate circa due ore da quei magici diciannove secondi e settantadue centesimi che gli hanno dato 11 primato del mondo, poco più di mezz'ora dalla staffetta conclusasi con il primato italiano (38"55). Intorno a lui ci si accalca per scoprirne gli umori, per decifrare le sensazioni che sta vivendo. Di lui si cerca di scoprire quegli aspetti che ancora non si conoscono, 11 significato della vittoria contro il tempo, dell'essere l'uomo più veloce del mondo con una media oraria di 36,511. Mennea risponde pacato, gli occhi luccicanti: mantiene una lucidità impressionante, rifiuta un commento a caldo per non rischiare di lasciarsi troppo trasportare dall'entusiasmo, arriva a dire che non ritiene questo possa essere 11 momento più felice della sua vita «in quanto l'atletica non è tutto-. Poi rivive la sua giornata, 1 timori di non poter fare più di quanto aveva già fatto: •Come ho fatto a recuperare? Andando ai blocchi di partenza ho pensato che questa era per me l'ultima occasione, che non sapevo se ce ne sarebbe potuta essere un giorno un'altra. Così ho cercato di dare il massimo, innanzitutto proponendomi di curare a fondo la partenza e di correre bene almeno la prima parte della gara». E infatti è schizzato via dai blocchi splendidamente: cinquanta metri favolosi, un piccolo rilassamento (quale può esserci in una gara di sprint) e quindi un distendersi in nuove frequenze vertiginose che hanno lasciato stupito lo stesso Vittori. Questo fino all'ultimo metro, in spinta costante, con gli avversari inghiottiti in un batter d'occhio eppol come tanti gnomi a rincorrere il gigante. Sul traguardo Mennea non si è girato: -Aspettavo un segno qualsiasi che mi dicesse com'ero andato. Sinceramente non mi sono reso conto di aver fatto il record del mondo se non quando ho visto il presidente Nebiolo saltellare quasi fosse un atleta. Allora ho alzato gli occhi, ormai quasi certo di aver fatto un grande tempo». Con il fiato ancora rotto dallo sforzo, Mennea è rimasto qualche attimo Immobile: quei numeri scritti sul tabellone sembravano qualcosa di irreale, di incredibile. Neppure l'altoparlante che pochi istanti dopo ufficializzava 11 tempo sembrava bastare a Pieretto, che ancora durante la premiazione — cioè quasi due ore dopo — si è voltato innumerevoli volte a rileggere il proprio nome con a fianco la prestazione realizzata. • Volevo un grosso risultato. Ma il record del mondo mi sembrava troppo», confida ancora Mennea. E aggiunge: «rutti i sacrifici ti vengono pagati da queste cose che restano nella storia dell'atletica». Poi parla del mito di Tommie «jet. Smith, il suo predecessore, che su questa stessa pista aveva tagliato 11 traguardo a braccia alte In segno di trionfo: Mennea lo ricorda soprattutto in questo, di quella gara avendo visto il filmato soltanto della parte in rettilineo. Rammenta anche una frase di Smith: «Questo è lo sport dell'umiltà perché domani può venir fuori qualcuno che ti batte». Gli serve per spiegare come sia •meglio non dire niente per un risultato che può significare tantecose». Qualcuno vorrebbe sapere se sarebbe disposto a barattare questo record con l'oro olimpico: 'Adesso mi sta bene questo primato — risponde Mennea — all'Olimpiade non devo pensarci. Ora c'è tanto tempo, semmai occorre che mi concentri sulla finale di staffetta». Ed aggiunge che, proprio per questo, non intende festeggiare. Gli si chiede di definire con un solo vocabolo se stesso e Vittori. Ci pensa a lungo quindi dice: 'Mennea uguale volontà, Vittori bravura o meglio ancora professionalità». E dice quindi del suo rapporto con il «prof»: •Da lui ho imparato tante cose: ci vediamo solo negli allenamenti. Non è che facciamo vita comune, eppure per me è sempre stato come un fratello, come un secondo padre». Quindi parla delle motivazioni indispensabili per andare avanti, della speranza che il suo record resti imbattuto •almeno quanto quello di Smith». Accenna al dopo Mosca (•Spero proprio di ritirarmi»^ ed alle ambizioni per la vita: «Vorrei trovare fatto, forse ci sarebbero già arrivati tanto Steve Williams quanto Quarry». E nell'attesa precisa che •per un nuovo record, chiunque sia a cercarlo, dovrà andare in quota e molto ben preparato». Insomma 11 «prof» cerca di mantenersi calmo anche se accende una sigaretta dopo l'altra. Gli viene proposta una domanda sui 400. Risponde: •£' dal 72 che ho voglia che Pietro li provi seriamente: lo ha fatto soltanto una volta, a Formia. Chissà, potrebbe dedicarvisi dopo Mosca, gliel'ho già detto che per me avrebbe almeno ancora un paio di stagioni al vertice». Insomma, Vittori guarda già ad un futuro che per Mennea è forse troppo lontano, specie oggi che dovrà anche «difendersi» dal grandissimo primato stabilito e dall'opinione pubblica: •Non sarà comunque una novità — fa Pieretto al proposito — ormai ci sono abituato da 11 anni. Ci riuscirò anche adesso, grazie a quelli che con più affetto mi stanno intorno». Le motivazioni, dunque, esistono, ancora, la voglia di vincere è Intatta: L'Olimpiade chiama Mennea e lui vuole risponderle da primatista del mondo. Giorgio Barberis Uiorgio Barberis un lavoro che mi piaccia e che possa farlo con la passione dello sport». Vengono anche ricordati i suoi contrasti con Nebiolo, ma anche in questo caso ha una risposta pronta ed efficace: •Mi sono serviti per diventare più uomoepiù amico». Poco discosto 11 «presidente» si «beve» Mennea con gli occhi, tenta una dichiarazione In cui vuole spiegare con distacco il significato di questo giorno •grandissimo per lo sport». Naturalmente c'è anche Vittori che riesce anche questa volta a parlare di «un attimo di squilibrio in curva» rivivendo la volata dell'allievo prediletto: ma ci sono anche lodi per l'avvio e per l'uscita dalla curva •davvero eccezionale», anche se tiene a precisare che per lui «io gara più bella di Pietro rimane il 20"11 ottenuto all'Arena il 2 luglio del 77, perfetta in ogni sua fase». Si cercano dei raffronti e Vittori non si tira indietro: • Owens, Berruti, Smith, Borzov ed, ora, anche Mennea: questi sono i grandissimi dello sprint di tutti i tempi. Quando si arriverà a correre con questi tempi a livello del mare? Difficile a dirsi: forse quando 10-15 americani decideranno di venirsi ad allenare in Europa. Se lo avessero In Europa. Se lo avessero \ | Città del Messico. Il momento del trionfo: Primo Nebl Città del Messico. Il momento del trionfo:'Primo Nebiolo abbraccia Pietro Mennea dopo il favoloso exploit sui 200 metri

Luoghi citati: Barletta, Citta' Del Messico, Città Del Messico, Europa, Formia, Mosca