Sano saliti a nove i morti dell'Etna Da an mese si sapeva del pericolo

Sano saliti a nove i morti dell'Etna Da an mese si sapeva del pericolo Il tremendo getto di lava e di sassi per l'esplosione di un cratere Sano saliti a nove i morti dell'Etna Da an mese si sapeva del pericolo Il 13 agosto le guide del vulcano avevano telegrafato alla magistratura di Catania: «C'è troppo rischio, noi sospendiamo il lavoro» - Fra le vittime un colonnello romano e la moglie DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE CATANIA — L'alba rischiara la pista di polvere e cenere. Dal rifugio Sapienza, la colonna di jeep arranca verso il cratere. Il silenzio dell'Etna, disseminato di pietre e di morte, è rotto dai richiami delle guide; il paesaggio violento di lava e di erba bruciata s'apre nel risveglio di nuovi lutti ai soccorritori in arrivo Tn un iiitimr. nhhmnrin in morte hastrette.duecom'uei _ 'anziani. E più avanti, c'è il ca davere di un medico di Lanciano. Mario De Carolis ha protetto suo figlio, un bimbetta di cinque anni. Nella coscienza della fine s'è rattrappito sul bambino e il gran masso l'ha trovato prono in difesa del figlio. Il bambino è salvo, ma lui è rimasto nel freddo della notte ai bordi del cratere. Nel terreno che-cede. le gui- de avanzano con passo lento. Un fischio, un grido prolun- gato e dalla piazzola di sosta parte una bara. Frugano 1corpi alla ricerca di un docu- mento. Franz Zipper, che è un medico tedesco da qualche anno a Catania, scruta la vo- ragine che qui chiamano della «Bocca Nova» e dice: «Sarà meglio allontanarsi, riprende il pericolo». I vapori si fanno più densi in volute veloci. E' l'allarme. L'altra notte Zipper è stato tra i primi ad accorre- re. «Abbiamo contatosei corpi — racconta — ma il vulcano ha ripreso a lanciare pietre. Abbiamo rinunciato che era pu-jva segnalato il pericolo dopo !notte». All'alba, quando il sole Irischiarava i contrafforti del-!l'Etna e lasciava intra vedere iil mare, il numero è salitò a nove e 'già c'è chi domanda il)perché di questi lutti che, re, erano stati previsti. Tornano alla memoria le parole di Haroun Tazieff. il vulcanologo che è tra i più attenti studiosi dell'Etna. Ave- la grande eruzione dei primi I d'aB°sto e consigliava: «Sarà bene die le autorità vie tino \l'accesso a tutta la sona def zione del lavoro. Avvertivano I il prefetto e i sindaci di Nicoli- i si e di Lingua Glossa. Stesso ] telegramma anche al procu- ; ratore della Repubblica. Avvertivano del pericolo, proclamavano l'interruzione '. cratere». Non è stato ascoltato. Soltanto le otto guide del rifugio Sapienza, tra il 10 e il 13 agosto, avevano segnalato cori un telegramma l'interrudell'attività. Ma poi la grande j industria dell'Etna aveva ri- preso a girare con centinaia e centinaia di escursioni al giorno. Centomila visitatori ogni anno, 12 mila lire a persona. Si può rischiare la vita in un vortice da un miliardo. Adesso i vulcanologi moI strano prudenza. Romolo Roi mano. dell'Istituto interna] zionale di vulcanologia del ; Cnr, sulla jeep che arranca verso il pianoro ripido della morte afferma: «L'Etna è un '. pericolo costante». Riflette, j nel freddo di quota 3000, e ag giunge: «Anche se sì dice che questo è un vulcano buono, quando si va sul bordo del cratere si deve sapere che ci si può anche ammassare». Ma nessuno, ieri l'altro, è stato informato che la morte i era in agguato. Comitive ! spensierate di turisti sono 1 state fatte salire sui gipponi ' della Sltas che gestisce, con la funivia, anche il trasporto sui pullman. Alla stazione del rifugio Sapienza, tra cavi di acI ciaio e cabine, una scritta in; vitante: «Funivia dell'Etna, a ; pochi minuti dal più alto craJ tere d'Europa, metri 3443». ' Adesso, e non se ne vuole ! andare, dinanzi alla teleferica I c'è una ragazza che piange. ! Rosa Lenzi maledice il vulcaI no che le ha strappato il mari{to a una settimana dalle noz! ze. Giovanni Bragone, medico di Ferrara, è stato trovato per ultimo: un corpo tagliato in ! due tronconi, nascosto da un ' ciuffo alto d'erba dorata. Sua moglie, Rosa, non vuole an| darsene. «Che lo veda, almeno per un'ultima volta», implora. I Lacrime e gitanti spensie-l rati, ancora più attratti dall'Etna che ora fuma in spirali dense. Il clima di fine estate ! non sconsiglia l'escursione e | molti, ancora ieri, sono saliti lungo le piste brune del vulca' no. Un gruppo di veneti acquista cartoline dalle immagil ni infuocate e souvenirs scolpiti nella lava. Domandano di sapere. L'orrore spinge verso >le cartoline. Ne acquistano a pacchi e una ragazza di Pado va firma: «Un bacio dal vulcano omicida». Ci sono i dirigenti della società che gestisce le escursioni. Il dottor Benvenuti, che rappresenta la quota di maggioranza del conte torinese Dino Lora Totino, mostra ! una preoccupata rassegna¬ .. j zione. «La natura, la violenza deHa natura», ripete, ! Aì telegramma delle guide il rappresentante del governo aveva risposto con un invito all'attenzione. Nessun provvedimento dinanzi alle parole del vulcanologo Haroun Tazieff? «Nessun provvedimento, l'industria dell'Etna è un affare troppo serio, anche quando il pericolo è in agguato». Ora tutti scaricano ogni responsabilità. Gli esperti di Catania del Cnr rispondono: «Il rischio c'è sempre nell'avanzare verso il vulcano, reFrancesco Santini (Continua a pagina 2 in quinta colonna)

Luoghi citati: Catania, Europa, Ferrara, Lanciano