Violentato in caserma un soldato s'è ucciso?

Violentato in caserma un soldato s'è ucciso? Riaperte le indagini al Car di La Spezia Violentato in caserma un soldato s'è ucciso? L'interrogazione dell'on. Accame fa cenno anche ad altre morti misteriose avvenute alla «Duca degli Abruzzi» (1200 reclute) DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LA SPEZIA — La procura della Repubblica ha riaperto le indagini sul suicidio di una recluta napoletana — Bernardo Capuozzo, 19 anni — gettatasi da una finestra della caserma «Duca degli Abruzzi» del Car di La Spezia. L'indagine è stata affidata al sostituto procuratore della Repubblica dottor Giuseppe Loria; Ieri mattina il magistrato ha sentito i carabinieri che condussero i primi accertamenti e interrogato quattro commilitoni che dormivano nella camerata del suicida. Al termine dei colloqui, il dottor Loria ha ordinato l'autopsia: la salma, già trasferita nella città natale del giovane, dovrà essere riesumata. Capuozzo si sarebbe tolto la vita per la vergogna e la mortificazione di aver subito violenza carnale da parte di un gruppo di otto commilitoni, anch'essi napoletani. Le indagini della magistratura sono state riaperte in seguito all'interrogazione presentata al ministro della Difesa dall'on. Falco Accame, del psi, il quale mette in rilievo che il disperato gesto del Capuozzo aveva fatto seguito ad una -serie di episodi preoccupanti* avvenuti tra il personale della caserma, il secondo grande Car esistente in Italia dopo quello di Taranto, dove attualmente vi sono 1200 uomini. Il deputato intendeva accennare alla morte di un sottocapo elettricista, Marco Elio Cavallucci, 19 anni, di Montecatini, al suicidio per impiccagione del capo Giannarelli, all'accoltellamento di una recluta e ad un'altra ridotta in fin di vita in seguito ad un'iniezione. Capuozzo si uccise la notte del 5 settembre. Era arrivato con altri otto napoletani da qualche giorno. La versione ufficiale fu quella del suicidio. I genitori, giunti da Napoli, dissero che Bernardo non aveva problemi, era un ragazzo normale e forse aveva sofferto per il distacco dall'ambiente familiare. Fu durante l'inchiesta svolta dai carabinieri — secondo l'interrogazione di Accame — che sarebbero affiorate le voci che a spingere il giovane al suicidio poteva essere stata la violenza carnale subita pro¬ prio ad opera dei commilitoni napoletani. Le otto reclute hanno sempre respinto ogni accusa. In merito all'interrogazione dell'on, Accame, il comando del dipartimento militare marittimo dell'Alto Tirreno ha comunicato che i motivi in essa riportati sono da ritenersi infondati. f. c.

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