L'esercito afghano piega i ribelli musulmani con armi chimiche e massacri di intere tribù

L'esercito afghano piega i ribelli musulmani con armi chimiche e massacri di intere tribù L'esercito afghano piega i ribelli musulmani con armi chimiche e massacri di intere tribù KABUL — Il governo filosovietico dell'Afghanistan avrebbe ottenuto una schiacciante vittoria militare contro i guerriglieri musulmani, che da un anno combattono l'esercito regolare, usando armi chimiche. Lo affermano fonti attendibili della capitale afghana, precisando che la battaglia si è svolta una settimana fa nella valle di Panjshir, a Nord di Kabul, nella provincia di Parwan, che da giugno era controllata dai ribelli. L'offensiva nella valle di Panjshir sarebbe stata decisa per la minaccia che gli insorti rappresentavano contro la base aerea di Bagram, recentemente occupata da 140C sovietici. I guerriglieri alla fine di luglio fecero saltare in aria due ponti di importanza strategica al passo di Soloong. con un'operazione che indubbiamente è stata opera di un esperto, forse un ufficiale del genio passato ai ribelli. I ponti si trovano sulla principale «via dei rifornimenti» sovietici diretti a Kabul. I lavori di riattivazione dovrebbero concludersi non prima dell'inverno. Sabato scorso i guerriglieri avevano teso un'imboscata ad un convoglio mili¬ tare nella provincia di Loghar, a Sud della capitale, ed avevano ucciso un comandante delle truppe scelte, tre guardie del corpo e un autista, oltre ad un numero imprecisato di militari. Pare che del convoglio facessero parte 300 soldati. I musulmani che dall'agosto del 1978 lottano contro il regime di Taraki so-, stengono che il governo di Kabul, con l'aiuto dei sovietici, vuol creare nel Paese (dove il 99 per cento degli abitanti è di fede islamica) un comunismo ateo. Si dice che le file dei ribelli negli ultimi' mesi si siano ingrossate in seguito alla diserzione di soldati dell'esercito regolare. Il mese scorso tutta la guarnigione di Asmar. nella provincia di Kunar, passò alla guerriglia. I disertori hanno portato con sé cannoni antiaerei e altre armi. Il morale degli 80 mila regolari sarebbe estremamente basso. Fonti diplomatiche affermano che recentemente migliaia di uomini della tribù Hazarah. di ceppo mongolo, che si dice discendente di Gengis Khan ed è di religione sciita, sono stati ferocemente massacrati per rappresaglia dall'esercito regolare di Kabul. La strage, fatta con le mitragliatrici, è stata decisa perché alcuni villaggi Hazarah, nella provincia occidentale di Bamiyan, erano sospettati di collaborare con i ribelli. Nel luglio scorso sei uomini di questa tribù sventolando bandiere verdi dell'Islam irruppero nel mercato della capitale, aprendo il fuoco sulla folla e uccidendo 150 persone. La polizia segreta' arrestò alcuni dignitari sciiti, e venne decisa la confisca delle armi nella provincia. Militari violentarono donne Hazarah, facendo crescere la tensione. Per rappresaglia, gli Hazarah assaltarono Arghandeh Balah, villaggio natale dell'attuale premier afghano, Hafizullah Amin, e rapirono 63 donne delle quali non si sa più nulla. Di qui, per ritorsione, la strage. Secondo gli osservatori, la ferocia dimostrata dal regime contro gli Hazarah deriva dal fatto che il governo di Taraki ha sempre affermato che la rivolta era condotta da forze iraniane e pakistane. Ma gli Hazarah hanno tratti mongoli inconfondibili: la loro adesione alla guerriglia fa quindi crollare la tesi ufficiale, almeno all'interno.

Persone citate: Gengis Khan

Luoghi citati: Afghanistan, Bamiyan, Kabul