La diplomazia sorrisi-rampogne di Dayan ha irritato la Germania

La diplomazia sorrisi-rampogne di Dayan ha irritato la Germania Anche il portavoce di Bonn deplora il ministro israeliano La diplomazia sorrisi-rampogne di Dayan ha irritato la Germania DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — L'«incredibile lavata di capo» (come la chiama un giornale di Colonia) fatta martedì dinanzi alla stampa internazionale dal ministro degli Esteri israeliano Moshe Dayan alla politica della Germania nel Medio Oriente non poteva rimanere senza risposta. Dayan (come abbiamo riferito ieri) aveva rimproverato ai tedeschi di avere peggiorato le relazioni con Gerusalemme in quanto hanno perorato in più occasioni il diritto dei palestinesi all'autodeterminazione «assolutamente inaccettabile» per Israele, «non previsto da alcun accordo» e di avere proposto la creazione di uno Stato palestinese «che neppure gli arabi pretendono». La Germ.ania erapoi stata definita un outsider dal quale Israele non intende farsi dettare la sua politica. Enorme è stata l'eco delle parole di Dayan sui giornali, i cui commentatori sottolineano che mai in precedenza un ospite straniero aveva con tanta rudezza ammonito e rampognato pubblicamente la Germania Federale, permettendosi perfino di intromettersi nella politica interna tedesca; Dayan da una parte' ha criticato e ammonito il ministro degli Esteri Hans Dietrich Genscher (con il quale aveva scambiato diversi brindisi augurali), dall'altra ha lodato apertamente il Cancelliere Helmut Schmidt, come se volesse mettere in evidenza un disaccordo tra i responsabili dellapolitica estera di Bonn. Schmidt, il lodato, e Genscher, il biasimato, ovviamente non potevano rispondere personalmente alle bordate del poco diplomatico capo della diplomazia israeliana. Lo ha fatto, sotto la forma di un'intervista alla radio, il portavoce del governo Armin Gruenewald, un uomo pacato e misurato che usa soppesare | le parole, in particolare quando sono di critica. Stavolta comunque Gruenewald è stato piuttosto duro e. pur premet- \ tendo che non ama «contraddire visitatori di alto rango di un Paese amico subito dopo che hanno lasciato il nostro Paese», non ha potuto fare a meno di dire che Dayan ha mentito quando ha affermato che la politica degli insediamenti israeliani nella West Bank e a Gaza e i bombarda- ] menti del Libano non erano stati criticati da Schmidt e da Genscher. Alla lezione di politica e anche di semantica (circa il significato della parola «autodeterminazione») impartita ì da Dayan, Gruenewald ha risposto con una lezione di belle maniere all'ospite. Dopo avere detto che le relazioni tra Bonn e Gerusalemme non sono peggiorate, il portavoce ha messo}, in rilievo che Dayan per due \ giorni non ha fatto altro che lodare come «buoni» e «costruttivi» i colloqui, per poi andare dinanzi alla stampa e «per motivi che non conosciamo, deporre dinanzi alla nostra porta di casa questa controversia per la quale non siamo per nulla lieti». In sostanza, Bonn rimprovera a Dayan doppiezza: sorrisi e complimenti, perfino lodi durante i colloqui ufficiali e le cerimo¬ nmptscsvcnniMitpllj nie e poi la staffilata finale al momento di partire. Bonn mantiene la propria posizione circa il diritto di autodeterminazione per i palestinesi, «lo stesso diritto che chiediamo per tutti i tedeschi». Diversi giornali tuttavia si domandano —piuttosto critici nei confronti del governo tedesco — se era proprio necessario che la Germania si impegnasse politicamente nel Medio Oriente, dimenticando i «doveri morali» che il popolo, tedesco ha nei confronti del popolo ebraico. Il sospetto che la politica filopalestinese della Germania sia dettata dal desiderio di mettersi in buona luce con gli arabi per garantirsi i rifornimenti di petrolio viene avanzato da diversi commentatori. , Appena Dayan è rientrato in patria, da Israele è giunta la notizia che due terroristi tedeschi detenuti a Tel Aviv da più di tre anni erano stati condannati a dieci anni di reclusione da un tribunale militare. A Dayan, prima della partenza, il governo tedesco aveva chiesto notizie dei due giovani, Dayan aveva promesso che le avrebbe fornite. E ha mantenuto la parola. t. s.