La morte di Mario Tozzi pittore degli Anni Trenta di Mario Tozzi

La morte di Mario Tozzi pittore degli Anni Trenta La morte di Mario Tozzi pittore degli Anni Trenta Il pittore Mario Tozzi, nato a Fossombrone, presso Urbino, nel 1895, è morto sabato sera, ottantaquattrenne, a Parigi. Nella capitale francese s'era stabilito fin dal 1920, dividendo poi per molti anni i suoi soggiorni con Suna di Verbania, sul Lago Maggiore, dove il padre era stato medico condotto. E' scomparso cosi l'ultimo di quel gruppo di artisti italiani pariginizzati di cui aveva fatto parte con Campigli, de Chirico, Savinio, Severini, Paresce e de Pisis. Pittore «senza simboli», com'era stato definito, per tutta la vita ha fissato nelle sue tele delle immagini che, pur con qualche indulgenza per il «monumentale» caro a un certo Novecento, conservavano una loro dimensione quotidiana. Tra i temi a lui più congeniali si ricor¬ dano le madri con bimbi ignudi come Veneri domestiche, le nature morte sui tavoli nel silenzio di stanze che facevano pensare a un suo realismo magico, lo studio del pittore con le modelle a mezzo busto, evocate un tempo su vedute di città porticate, ultimamente su sfondi di vaghe geometrie. In una visione da sempre dominata dalle suggestioni di quell'eterno femminino che nello spirito dell'artista ormai ottuagenario poteva sembrare frutto d'una meravigliosa rifioritura. Nelle figure come nelle immagini delle «cose» più semplici, colpiva però soprattutto quell'ordine geometrico destinato a farsi metro poetico d'ogni sua composizione. Fu anzi probabilmente proprio questa «misura» che gli veniva dalla tradizione rinascimentale respi¬ rata da bambino in terra natale, ad attrarre persino l'estroso Picasso che l'apprezzava e che, se era a Parigi, non mancava mai all'inaugurazione delle sue mostre. Una grave malattia, nel 1940, aveva indotto Tozzi a ritirarsi a Suna dove per un buon decennio amò circondarsi soprattutto di silenzio. Ristabilitosi, ebbe la forza di ricominciare e fu per lui come il ricupero d'una nuova primavera, dalle immagini decantate dove le figure di adolescenti sembravano gioiosamente abbandonarsi alla scoperta di nuovi spazi, in atmosfere solari «mediterranee», tutte animate dal suo spirito vivo, sino all'ultimo fedele ai nitori delle latenti geometrie ispirategli da un profondo amore per Piero della Francesca.

Persone citate: Campigli, Mario Tozzi, Paresce, Picasso, Piero Della Francesca, Savinio, Severini, Tozzi

Luoghi citati: Fossombrone, Parigi, Urbino, Verbania