Lo Stato dovrà pagare per applicare la legge? di Omero Marraccini

Lo Stato dovrà pagare per applicare la legge? Il convegno sull'inquinamento delle acque Lo Stato dovrà pagare per applicare la legge? Le Regioni chiedono che slitti l'applicazione della legge Merli e il finanziamento degli impianti per la depurazione NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE VIAREGGIO — Il convegno sull'inquinamento delle acque è finito. Le conclusioni sono quelle già date per scontate alla vigilia: la legge 319 (o «legge Merli», dal nome dell'ex parlamentare de), i cui effetti dovevano scattare il 13 giugno scorso, va riveduta e corretta, comunque prorogata ed il governo dovrà farsi carico di finanziarla. Di queste esigenze sembrano essere tutti convinti, dagli amministratori regionali che si sono dimostrati inadempienti, rispetto alle scadenze [fissate (soltanto l'Emilia-Romagna, l'Alto Adige e il Piemonte hanno per ora le carte In regola), agli inquinatori che non si sono affatto preoccupati di adeguarsi alle norme, o l'hanno fatto soltanto in parte, al governo stesso, che si appresta (già nella riunione di venerdì) a concedere una proroga. Significativo il fatto che mentre questo convegno, che si è svolto sotto il tendone della •Bussoladomani», stava ormai terminando col saluto del presidente della Corte Costituzionale Leonetto Amadei, a pochi chilometri di distanza, a Santa Croce sull'Arno, quattordicimila lavoratori del 'settore conciario protestavano contro la legge Merli che minaccia di bloccare le fabbriche di pellami in tutto il comprensorio e quindi viene guardata come portatrice di disoccupazione. E' significativo anche che i rappresentanti delle Regioni abbiano tenuto un loro incontro fuori dal convegno ufficiale, che era stato organizzato dall'Unpisi (Unione nazionale personale ispettivo sanitario d'Italia), facendo poi circolare un documento che contesta la politica finora tenuta dal governo. Le Regioni chiedono da una parte la fine della concessione di proroghe incondizionate alla legge e sollecitano un •congruo ed articolato programma di finanziamento\ della 319, definito nei contenuti e nei tempi, coordinato con la disciplina già assunta da altre nazioni europee-. Le eventuali proroghe — si legge nel documento — dovranno essere concesse esclusivamente dalle Regioni. SI chiede poi che il governo e le forze politiche approntino un provvedimento che tenga conto della reale situazione italiana, che dia però una risposta ai problemi più urgenti per arrivare ad una «linea» che non contrapponga l'emergenza alla necessità di «produrre senza inquinare». Le Regioni, infine, chiedono un incontro urgente con 11 governo, per discutere questi problemi. Conclusione polemica e disarticolata quindi di un convegno, che non ha soddisfatto neppure i promotori, cioè il personale ispettivo sanitario. Proprio alcuni esponenti di questa categoria, riuniti ieri mattina in commissione di lavoro, facevano notare come nell'Italia inquinata il loro mestiere diventi sempre più difficile, attraverso tutta una serie di compartimenti stagni e nuove strutture organizzative che hanno complicato la situazione e confuso le idee •Dobbiamo o no applicare la legge?-. Nessuno ha saputo dare loro una risposta. La conclusione: *Noi siamo in grado di agire, in messo alle pastoie della burocrazia locale e comprensoriale, soltanto nel caso che ci sia un pretore sensibile a questi problemi; altrimenti tutto il nostro impegno si esaurisce nelle visite al negozio della lattaia-. Dunque la «legge Merli», pur avanzata, rischia di restare lettera morta ancora lungo tempo. Nata il 10 maggio 1976 è servita finora, prevalentemente, da tampone ad alcune situazioni clamorose, come i «fanghi rossi» della Montedison a Scarlino ed ha evitato la galera a qualche Industriale. Sul piano della applicazione, dopo oltre tre anni, c'è ben poco. Le industrie, soprattutto le medie e le piccole, non si sono mosse, tranne quelle che vi sono state costrette per razione dei pretori. Le Regioni hanno notoria¬ mente sonnecchiato attorno al problema, nell'attesa che il governo facesse qualcosa. Adesso — è stato 11 «Leitmotiv» di questa due giorni alla Bussoladomani—lo Stato deve dare 1 soldi. Ci vuole un «provvedimento ad hoc-, sostiene lo stesso on. Gianfranco Merli. C'è però chi gli obietta che la sua legge, essendo nata come «legge quadro», non può essere finanziata (dovrebbero esserlo quelle che ad essa si ispirano, eventualmente di Iniziativa regionale) pena l'incostituzionalità. In questi frangenti, potrebbe essere che la «legge Merli» finisca col non entrare mai In vigore' Omero Marraccini

Persone citate: Gianfranco Merli, Leonetto Amadei

Luoghi citati: Emilia, Italia, Piemonte, Romagna, Santa Croce Sull'arno, Scarlino, Viareggio