L'ayatollah rosso sepolto a Teheran

L'ayatollah rosso sepolto a Teheran Seguito da una folla in lacrime L'ayatollah rosso sepolto a Teheran Espulse dall'università 175 persone - Sì di Khomeini al controllo delle nascite TEHERAN — L'ayatollah Mahmud Taleghani, morto la notte fra domenica e lunedi nella sua abitatone di Teheran dopo un incontro con l'ambasciatore sovietico Vinogradov, è stato sepolto ieri nel cimitero Beheshte Zahra della capitale. Taleghani, massima autorità religiosa di Teheran, presunto capo del misterioso Consiglio rivoluzionario nominato da Khomeini dopo la rivoluzione, candidato alla presidenza della Repubblica iraniana, aveva espresso il desiderio di essere inumato vicino alle vittime della repressione dello Scià. Ancora venerdì, nell'anniversario della strage di piazza Jaleh, che segnò l'inizio della rivoluzione, Taleghani aveva parlato alla folla a Beheshte Zahra, attaccando indirettamen te Khomeini. Mentre decine di migliaia di persone in lacrime, tra scene di dolore isterico, seguivano la salma dell'ayatollah, te polizia di Teheran in un comunicato ha confermato che Taleghani era morto per un attacco cardiaco, smentendo così le voci, diffusesi lunedì, secondo le quali l'esponente religioso sarebbe stato, o si sarebbe, avvelenato. Ieri sei persone sono state giustiziate in Iran: due erano accusate di aver fatto parte della Savak, la polizia segreta dello Scià; tre sono state riconosciute colpevoli di incitamento alla prostituzione e traffico di stupefacenti, una è stata condannata per sodomia. Il giornale Ettelaat ha affermato che i ribelli curdi hanno trucidato quattro abitanti del villaggio dì Darek. Alla vigilia della riapertura dell'università, e nella prospettiva di nuovi disordini, 175 docenti e studenti dell'ateneo di Teheran sono stati espulsi in quanto elementi •corrotti e compromessi» con il vecchio regime e collaboratori della Savak. Le università iraniane riapriranno giovedì prossimo. Un apposito Consiglio di epurazione rivoluzionaria è stato istituito in tutte le università del Paese. In un comunicato, l'agenzia Pars ha dato notizia di un'inattesa iniziativa dell'ayatollah Khomeini, che avrebbe dato il suo benestare al controllo delle nascite dopo un incontro con il ministro della Sanità, Kazem Sami. «Secondo le leggi religiose — ha detto il leader iraniano — le donne possono evitare la maternità se i mariti danno la loro approvazione e se i metodi usati non compromettono la salute». Il parere di Khomeini sulla questione era stato sollecitato dal ministro, secondo il quale la popolazione iraniana aumenta di circa un milione di persone all'anno. In una dichiarazione alla radio, il ministro degli Esteri, Ibrahim Yazdi, di ritorno dal vertice dei Paesi non allineati a Cuba, ha affermato che l'Iran ha deciso di «servirsi dell'esperienza acquisita dai Comitati di Difesa della Repubblica di Cuba», e che una mis-, sione iraniana è rimasta all'Avana «per studiare l'azione di questi Comitati».

Persone citate: Ibrahim Yazdi, Kazem Sami, Khomeini, Pars, Vinogradov