Dayan: Bonn ha cambiato politica per il M.O. e la nuova linea non piace a Gerusalemme di Tito Sansa

Dayan: Bonn ha cambiato politica per il M.O. e la nuova linea non piace a Gerusalemme Il ministro israeliano conferma i profondi contrasti con la Germania Dayan: Bonn ha cambiato politica per il M.O. e la nuova linea non piace a Gerusalemme DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — «La posizione tedesca nella politica per il Medio Oriente è cambiata in una maniera che non mi piace», ha detto ieri alla stampa internazionale il ministro degli esteri israeliano Moshe Dayan al termine della visita di tre giorni nella Germania Federale, denunciando il peggioramento delle relazioni tra Bonn e Gerusalemme. Senza nominarlo ha incolpato il suo collega tedesco Hans Dietrich Genscher di avere determinato questo peggioramento durante i suoi viaggi nelle capitali arabe (ben nove nell'ultimo mese nel corso dei quali si è avvicinato alle posizioni degli avversari di Israele). <Mi hanno riferito — ha detto Dayan, riportando fatti arcinoti — che la Germania in diverse occasioni, in consessi internazionali e anche alle Nazioni Unite e da ultimo ad Alessandria, si è dichiarata a favore della autodetermina- zione per il popolo palestinese. Questo non mi piace. E' una formula che non è mai stata usata dalla Comunità europea, essa ha portato al peggioramento dei nostri rapporti». Dayan ha parlato con tono calmo e pacato, sorridendo ma senza peli sulla lingua.Non ha voluto riferire alcun particolare dei suoi quattro colloqui con il collega tedesco e delle sue due conversazioni, per complessive quattro ore, con il Cancelliere Helmut Schmidt 'Che mi ha concesso tanto del suo prezioso tempo». Ha soltanto descritto un quadro generale facendo capire' che la posizione di Israele è ri-' gida e contraria a qualsiasi compromesso per quel che riguarda il futuro del popolo palestinese. Ai tedeschi ha fatto intendere che essi non hanno nulla da suggerire per il Medio Oriente, per Dayan la Germania è un outsider. H pomo della discordia tedesco-israeliana — la autodeterminazione per il popolo palestinese — era già venuto alla ribalta durante il brindisi pronunciato lunedi sera dal ministro degli esteri Genscher al termine della cena offerta all'ospite. Dayan ha risposto secco: 'Soltanto il suo Paese usa questo termine», in un'atmosfera di gelo. E più tardi ha precisato che la proposta tedesca è inaccettabile, ha soltanto valore accademico, in quanto Israele opporrebbe un veto. Non sono state queste le uniche parole di monito rivolte alla politica tedesca nel Medio Oriente. 'Desideriamo che la Germania non si intrometta nella nostra politica così come noi non ci intromettiamo nella politica della Germania» ha detto, aggiungendo che «é possibile avere rapporti amichevoli nonostante certe differenze. Per esempio nella collaborazione economica». Nel valutare l'atteggiamento di Bonn nei confronti del suo Paese, Dayan ha detto che esso «non è ostile», gli fa piacere per esempio che Bonn non abbia intenzione di riconoscere ufficialmente l'Olp e che consideri l'accordo di Gerusalemme con l'Egitto non come una «pace separata» ma come un 'primo passo» al quale altri si uniscano. Le uniche parole di aperto apprezzamento usate da Dayan durante la sua conferenza stampa sono state rivolte al Cancelliere Helmut Schmidt, «uno dei più. stretti amici che abbiamo in Germa¬ nia», con il quale aveva fatto colazione ma che lo aveva pregato di non rivelare il contenuto dei loro colloqui. Circa una visita del Cancelliere in Israele, accettata già quattro anni fa e sempre rinviata, Dayan ha potuto soltanto dire che avverrà «a tempo debito, ma non a breve scadenza». L'ospite ha in tal modo rafforzato l'opinione diffusa negli ambienti diplomatici di Bonn che il Cancelliere temporeggi per non dispiacere ai Paesi arabi. A proposito della svolta filo-araba della politica tedesca, che anche i giornali di quassù attribuiscono alla po-< litica energetica, Dayan ha ridimensionato le affermazioni di un suo collaboratore, il quale aveva detto brutalmente: «/ tedeschi dimenticano tutti i loro obblighi morali nei confronti di Israele, quando si tratta di petrolio e di affari». Ha detto Dayan: 'Capisco bene che il petrolio è importante per l'indirizzo della politica estera ma spero che le nostre relazioni non vadano in malora per più petrolio o per petrolio a buon mercato». Tito Sansa