Proposta una «nave-pattumiera» per liberare Capri dai rifiuti di Adriaco Luise
Proposta una «nave-pattumiera» per liberare Capri dai rifiuti Si accendono le polemiche sull'inceneritore Proposta una «nave-pattumiera» per liberare Capri dai rifiuti CAPRI — Turbolente assemblee popolari, dibattiti e vivaci polemiche animano in questo scorcio di fine estate la vita amministrativa dell'isola. Al centro delle discussioni è la costruzione dell'inceneritore per lo smaltimento dei rifiuti e il pericolo connesso alla diossina che si sprigionerebbe dal fumo. Si teme insomma di apportare, con scelte affrettate, danni irreparabili al patrimonio paesaggistico dell'isola. Il problema della eliminazione dei rifiuti solidi a Capri è di notevoli dimensioni. Si è reso drammatico cinque anni fa, dopo la. tragica frana di Fuosso, che investi il vecchio rudimentale inceneritore, provocando anche diverse vittime. Bloccato il vecchio impianto, i rifiuti vengono quotidianamente trasferiti sul continente. Ogni giorno camion colmi di sacchetti di spazzatura sono traghettati a Napoli, avviati allo sversatoio di Pianura. Una soluzione che salva l'isola da qualsiasi inquinamento, ma che non può, per vari motivi di ordine economico e tecnico, protrarsi indef initivamente. Sull'esigenza di disporre di impianti nell'isola per lo smaltimento dei rifiuti sono tutti d'accordo. Il contrasto scaturisce invece sul tipo di inceneritore da realizzare, soprattutto dove localizzarlo senza ledere legittimi interessi, arrecare danni all'ambiente e al paesaggio. E' una vicenda analoga ai depuratori per le acque luride di Ischia e di altre località costiere che vivonodi turismo: s'invocano a gran voce provvedimenti di emergenza per risanare il mare e l'ambiente, vengono stanziati adeguati finanziamenti dalla Cassa per il Mezzogiorno per realizzare le opere, poi le proteste bloccano qualsiasi iniziativa. A Capri la contestazione è generale. L'inceneritore non lo si vuole a Marina Grande e tantomeno a Marina Piccola, in località più solitarie sulla strada provinciale di Anacapri. D'altra parte nell'isola resta un problema insolubile: scegliere qualche località che non abbia pregi paesaggistici, dove la costruzione dell'inceneritore non apporterebbe danni ad alberghi o ad abitazioni residenziali, non costituirebbe un pugno nell'occhio per il turista. Per la gestione degli impianti tra i comuni di Capri e di Anacapri si è giunti anche alla costituzione di un consorzio per lo smaltimento comune dei rifiuti solidi urbani, ma il nodo principale non è stato sciolto. Ogni scelta è stata subito bloccata e le polemiche si sono acuite. Il sindaco di Anacapri, architetto Fausto Arcucci, ha proposto l'acquisto di una nave-pattumiera. Una ardita soluzione ecologica: l'immondizia raccolta a terra dovrebbe essere trasferita sull'unità che andrebbe ogni giorno a bruciarla al largo. I rilievi sono ugualmente fioccati: «E quando il mare è tempestoso come operare? Come operare nei mesi invernali?». Eugenio Colambunbo. avvocato romano, presidente della sezione caprese di Italia Nostra, suggerisce di ricorrere al sistema adottato sulla Costa Azzurra dove viene attuata la compressione dei rifiuti, il volume ridotto di venti volte. Ma anche rimpiccioliti, dove andrebbero poi sversati? La Regione comunque ha già stanziato un miliardo di lire per l'inceneritore caprese e la somma, se persisteranno perplessità e dubbi, andrà ad aggiungersi agli altri mille e più miliardi di lire sinora non utilizzati per incompletezza o mancanza di opportuni progetti. Adriaco Luise '.
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