Ancora ricerche dei sub nel lago per il macabro avviso su De André di Renato Rizzo

Ancora ricerche dei sub nel lago per il macabro avviso su De André In Sardegna sono otto gli ostaggi nelle mani dell'Anonima sequestri Ancora ricerche dei sub nel lago per il macabro avviso su De André Gli scandagli, a Mogoro, nell'Iglesiente, non hanno dato risultati - Clima di paura e di tensione: l'altra notte l'attentato dinamitardo contro la caserma dei carabinieri di Sinnai poteva tramutarsi in una strage DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE IGLESIAS — .Si Deu chere t e sos carabineros», .Se lo vogliono Dio ed i carabinieri» : la frase, in dialetto nuorese, campeggia sotto un grande quadro che, nell'ufficio del comandante della compagnia carabinieri di Iglesias, raffigura un militare in piedi e un secondo a cavallo. E' una espressione antica che i pastori sardi usavano come beneaugurante saluto quando si incontravano sui monti: sintetizza un eloquente «rispetto parallelo» nei confronti della giustizia divina e di quella terrena. Ma quel «rispetto* è, oggi, lontano, e la giustizia non ispira più i reverenziali timori di chi vive contro la legge o al suoi margini in una terra dove l'Anonima sequestri ha portato a termine, nel '78, dodici rapimenti e, in questi primi mesi del '79, ha già preso quindici ostaggi. Si parla, ora, di dimensione professionale del fenomeno ed il Procuratore della Repubblica di Cagliari, Giuseppa Villa Santa, aggiunge: 'Oltre tutto, sono banditi privi di scrupoli, più sanguinari rispetto a quelli di un tempo». Sono constatazioni che, di questi tempi, si traducono in una sensazione di diffuso malessere: la gente sarda vede la propria isola alla ribalta di una cronaca che non le fa sempre giustizia e rischia di farla apparire, spesso, solo come una grande prigione trascurando realtà di lavoro e disoccupazione (è di questi giorni la protesta dei 14 mila disoccupati dell'Iglesiente che lottano per ottenere posti di lavoro). Ed il malessere coinvolge anche le stesse forze dell'ordine, obbligate dalla ridda di voci e segnalazioni anonime ad un superimpegno. «Gii organici — commentava un ufficiale — sono impegnati allo spasimo, si lavora di giorno e di notte». Proprio domenica, l'ultimo allarme: le due telefonate ricevute dalla redazione dell'Ansa di Torino in cui un misterioso interlocutore avvertiva dell'.esecuzione» di Fabrizio De André e Dori Ghezzi, avvenuta «in località lago di Mogoro». Sono partite «gazzelle», si è alzato in volo un elicottero, si sono immersi sommozzatori: per tutto il pomeriggio si è frugato nei due pantani che, nelle intenzioni della Regione sarda che anni fa ha fatto costruire in quel luogo una diga, avrebbero dovuto poi diventare un grande bacino. Nulla, solo zanzare, anitre selvatiche e desolazione. Ma la ricerca è proseguita egualmente ieri mattina: ancora immersioni senza risultato nella pozza più grande, profonda due metri e piena di melma. In questo clima, l'altra notte, un attentato dinamitardo alla caserma dei carabinieri di Sinnai, centro di novemila abitanti a 14 chilometri da Cagliari: ignoti hanno fatto esplodere una potente carica davanti all'alloggio del comandante della stazione. Erano le 22,20 quando un boato ha fatto tremare muri e vetri delle case vicine gettando panico. L'ordigno ha aperto una breccia di 70 centimetri di diametro. Solo per caso non ci sono stati morti e feriti: sarebbe stato sufficiente che gli attentatori avessero deposto la bomba un metro più a destra e poteva essere ua strage. Nella caserma, in quel momento, c'erano otto militari e dodici civili. L'episodio è preoccupante anche sotto un altro aspetto: è uno dei pochi gesti di stampo terroristico (anche se nessuno, ancora, lo ha rivendicato) avvenuti da anni in Sardegna e, soprattutto, in una zona dove finore non si erano mai verificati gesti di violenza politica. Timori, perplessità che si sommano a quelle per la sorte degli otto ostaggi ancora in mano all'Anonima sequestri. Un uomo (Fabrizio De André), tre donne (Maria Luisa Scacabarozzi Cinque, Dori Ghezzi e Daphne Schild) e quattro adolescenti (Giorgio e Marina Casana, Cristina Cinque e Annabelle Schild) vivono da settimane angoscia e paura nelle prigioni dei rapitori in attesa che i familiari paghino il prezzo delle loro vite. Una sfida che i banditi hanno lanciato e da cui, ora, sembra debbano uscire vincitori. Dall'inizio dell'anno in due casi hanno già incassato cospicui riscatti e sono ritornati nell'ombra: per Roberto Panciroli e Ornella Fontana è stato sborsato dai familiari, pare, un miliardo e mezzo (la richiesta sembra fosse stata di due) e per Silvio Olivetti, industriale tessile torinese •prelevato» il 7 luglio a Porto Taverna in Gallura, la banda ha ottenuto 300 milioni. E mosaico, già fosco, si arricchisce, ogni giorno, di nuove ombre mentre sta per finire la stagione turistica e la Sardegna rimane con una ragnatela di problemi irrisolti: crisi alla Regione, disoccupazione (60 mila senza lavoro), impianti petrolchimici in difficoltà, precarie comunicazioni con il continente. Il domani allarma più dell'oggi e, come dice qualcuno, .c'è un'unica attività, nella nostra isola, che non teme fallimenti: l'industria del sequestro». Renato Rizzo