Portaerei atomiche sovietiche per vigilare sui conflitti locali
Portaerei atomiche sovietiche per vigilare sui conflitti locali Saranno dotate di 25 elicotteri e 15 caccia Portaerei atomiche sovietiche per vigilare sui conflitti locali Dopo i nuovi incrociatori da battaglia, la marina da guerra sovietica avrà grandi portaerei egualmente a propulsione nucleare? Lo afferma l'autorevole rivista americana 'Aviation Week and Tecnology», che rivela come l'Urss avrebbe in cantiere a Murmansk una portaerei nucleare da 50-60.000 tonnellate. La notizia, qualora confermata, è di primaria importanza, perché finora i sovietici sono accreditati soltanto di 3 portaerei «leggere» della classe Kiev, da 38-40.000 tonn., di cui l'ultima, la Kharkov; è ancora in via di completamento. In realtà, gli esperti preferiscono classificare più propriamente queste unità come modernissimi «incrociatori tuttoponte a ruolo polivalente». E ciò sia per loro caratteristiche tecniche, sia per quelle dei velivoli imbarcati su ognuna, cioè, oltre a "25 elicotteri antisommergibili, 15 cacciabombardieri a reazione Yak-36 Forger a decollo verticale e a raggio d'azione relativamente corto. Si parla infatti di 300-400 km. specie in confronto ai 1000-2000 dei cacciabombardieri F-14 Tomcat, F-4 Phantom, A-6 Intruder o A-7 Corsair delle grandi portaerei d'attacco Usa, che tra l'altro, ne portano sui 90-100 l'una. Ciò significa che la missione primaria delle navi della classe Kiev resta la caccia antisommergibile, con in più una certa capacità di difesa antiaerea e di attacco antinave a corto-medio raggio; mentre il ruolo di proiezione di forza a terra, tipico delle classiche portaerei giganti americane, con bombardamenti al suolo a medio-lungo raggio e sbarchi di truppe, è ancora allo stadio iniziale. Esso si sta però gradualmente sviluppando, per esempio, con il recente varo della nuova nave da sbarco da 14.000 tonn. Ivan Rogov. capace di portare un battaglione di marines sovietici con armi pesanti e veicoli da combattimento: L'inserimento ora di vere e proprie portaerei d'attacco e per di più a propulsione nucleare, cioè con maggiore autonomia per operare a lunga distanza, rientrerebbe logicamente in questa linea, e verso la fine degli Anni Ottanta l'Urss potrebbe averne almeno tre o quattro, cioè una per ogni sua flotta, dall'Artico al Mar della Cina. Assai interessante è che i sovietici starebbero costruendo per la prima volta le catapulte ed i sistemi d'arresto per i futuri aerei navali: questo significa che essi si preparerebbero a imbarcare sulle portaerei dei normali cacciabombardieri di elevate prestazioni, oltre a sviluppare un più moderno successore del loro attuale aereo navale Yak-36 a decollo verticale, ritenuto un primo modello più che altro sperimentale, e di cui non sembra prevista la produzione su scala molto estesa. La tecnologia odierna degli aerei a decollo verticale (V/Stol) non potrà infatti realmente competere prima di un decennio con quella dei normali cacciabombardieri a reazione imbarcati sulle por¬ taerei occidentali. Tuttavia, questa sembra la strada dell'avvenire, e sia gli inglesi con il loro primo *Sea Harrier», che gli americani con l'Av8-B' Advanced Harrier, che entrerà in servizio nel 1981-82, ma specie con il futuro Xfv-12-A della Rockwell, stanno compiendo notevoli sforzi. La marina statunitense, per parte sua, ha oggi tredici portaerei «classiche»; due da 65.000 tonn., otto da 75-80.000, e tre a propulsione nucleare da 90.000 tonn. (una quarta, la Vinson, entrerà in servizio nel 1981). Essa ha però in programma per il prossimo decennio due nuove portaerei di medie dimensioni (sulle 60.000 tonn.) che imbarcherebbero 65 velivoli, tra cui probabilmente i nuovi cacciabombardieri a decollo verticale. Dunque la marina Usa in prospettiva dovrebbe rimanere la più forte, ma quella sovietica promette di essere una concorrente sempre più formidabile. Sergio A. Rossi
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