Hua ripesca vecchi discorsi di Mao che strizzavano l'occhio ai borghesi di Alain Jacob

Hua ripesca vecchi discorsi di Mao che strizzavano l'occhio ai borghesi Nel terzo anniversario della morte dell'ex presidente Hua ripesca vecchi discorsi di Mao che strizzavano l'occhio ai borghesi NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE PECHINO — La stampa dedica molti articoli a Mao Tse-tung nel terzo anniversario della morte, avvenuta il 9 settembre 1976. Il ricordo del leader cinese resta, ma quest'anno la ricorrenza è stata celebrata con discrezione maggiore dell'anno scorso. Contrariamente al 1978, oggi nessun dirigente del regime ha ritenuto opportuno iscrivere sul defunto. Tutti i quotidiani, però, hanno pubblicato in prima pagina un documento piuttosto sorprendente, che risale al 1956, un resoconto tratto dagli appunti presi durante un colloquio fra Mao e «i compagni responsabili dell'associazione dei musicisti cinesi». Si parla ovviamente di musica e di folklore, ma anche di medicina, di politica e persino di cucina. L'operazione serve a dire che la Cina ha si da imparare dall'estero e soprattutto dall'Occidente, ma non deve perdere le sue caratteristiche nazionali. «Sarebbe illogico — diceva in sostanza Mao — dire che l'uso del coltello e della forchetta rappresenta qualcosa di superiore e più scientifico, e che che usare le bacchette è un sintomo di ritardo culturale». Queste tesi si accordano perfettamente con l'ortodossia attuale, mentre in Cina a volte sembra che il fascino dell'Occidente prenda il sopravvento. Meno casuale è un brano in cui Mao, rivolgendosi ad interlocutori che definisce «in maggior parte membri della borghesia», fa un'inconsueta apologia della collaborazione fra le classi: «La borghesia ed i suoi intellettuali — dice l'ex presidente — conoscono la cultura moderna, e abbiamo dunque ancora bisogno di loro». E ancora: «Nel campo della cultura e della tecnica moderne, la borghesia è superiore alle altre classi». Nel'a sua lunga vita pubblica, Mao ha detto le cose più disparate, e con acuto senso dell'opportunità si è adattato a tutti gli uditori. La scelta die oggi viene fatta delle sue frasi è indicativa delle posizioni dei suoi eredi. Tutti i giornali pubblicano fotografie del fondatore della Repubblica popolare, la maggior parte delle quali risale a prima della rivoluzione culturale, come quella che lo ritrae, con espressione preoccupata, a colloquio con Deng Xiao-ping. La foto più recente è del 1968: è il breve incontro sulla piazza Tien An Men, in presenza di Ciu Enlai, fra Mao ed un uomo con gli occhiali che allora era soltanto un oscuro funzionario del partito nella provincia di Hunan, il futuro presidente Hua Guofeng. Alain Jacob Copyright le Monde v per l'Italia la Stampa

Persone citate: Deng Xiao-ping, Mao

Luoghi citati: Cina, Italia, Pechino