Che fantasia questo Haendel

Che fantasia questo Haendel Secondo concerto della Cambridge University Che fantasia questo Haendel Nel loro secondo concerto l'orchestra e il coro della Cambridge University diretti da Richard Marlow hanno presentato ancora musiche di Haendel. e precisamente le quattro Antifone per l'Incoronazione di Giorgio II avvenuta a Westminster 111 ottobre 1727. Se due sere prima, tra un'aria e l'altra di Àci e Galatea, sovente di lunghezza esasperante, s'erano apprezzati soprattutto i cori che il musicista aveva scritto senza timore di sovraccaricare, col loro peso notevole, le delicate strutture della favola pastorale, stavolta ci si e potuti veramente rendere conto quale grandissimo maestro fosse Haendel quando le circostanze del suo lavoro gli davano l'occasione di cimentarsi nelle più imponeneti costruzioni sonore che trovavano nel complesso di coro c orchestra il mezzo naturale d'espressione. Brani totalmente corali, senza arie o recitativi solistici. le quattro Antifone eseguite l'altra sera documentano le risorse di una fantasia praticamente illimitata nell'inventare le più svariate forme di scrittura polifonica che si alternano in rapida successione creando un paesaggio musicale continuamente movimentato. Alla solenne scansione del testo, come in un declamato, seguono improvvise corse imitative, poi slarghi melodici, quindi veri e propri tumulti delle voci che si accavallano come marosi subito placali nel bisbiglio d'un vocalizzo leggerissimo delle parti femminili appena punteggiate dai bassi, e cosi via in una continua avventura della fantasia in perpetua trasformazione. L'approdo tinaie e costituito generalmente da brevi sezioni sulle parole «amen» e ..alleluia» dilatate, nell'orgia di vocalizzi, come grida espressionistiche senza parole in cui l'estroversione innodica dello spirito di Haendel raggiunge il suo culmine. Le Coronation anthems sono state eseguite in modo appropriatissimo dai complessi dell'Università di Cambridge anche se si avvertiva l'impegno di un'impresa assai più ardua di quanto non fosse l'esecuzione di Aci e Galateo. Sono state suddivise a due a due e disposte, per cosi dire, a*) sandwich con in mezzo l'oratorio Jephte di Giacomo Carissimi per il quale si sarebbe I desiderata un'interpretazio-j ne più sensibile ai valori piasiici e al pathos trascinante, d'una sensualità tutta baroc-l ca e latina, con cui il musici-1 sta tratteggia forse il più ci uhi i invelile tra i drammi biblici. Il concerto ha avuto un sue-1 cesso lietissimo da parte del pubblico di Settembre Musica accorso a frotte nella Chiesa del Carmine ed instancabile j nel sollecitare i complessi inglesi all'esecuzione di pagine i fuori programma. P-Ral.

Persone citate: Giacomo Carissimi, Haendel, Richard Marlow