Un ritorno: Sacchetti

Un ritorno: Sacchetti I racconti del giornalista-narratore dell'800 Un ritorno: Sacchetti Roberto Sacchetti: «Il forno della Marchesa», ed. Olschki, pag. 161, s.i.p. Giovanni Verga: «Racconti milanesi», ed. Cappelli, pag. 175, lire 3000. Iginio Ugo Tarchetti: «Una nobile follia», ed. Cappelli, pag. 203. lire 3500. Arrigo Boito: «L'Alfiere nero. Il trapezio. Iberia», ed. Cappelli, pag. 151, lire 3000. Va segnalata la meritoria iniziativa editoriale del «Centro di Studi di Letteratura italiana in Piemonte» dell'Università torinese, che da anni propone testi inediti o dimenticati della ricca cultura subalpina. Accanto alle opere di Ludovico d'Aglié, di Tesauro e di Cena, si pone oggi questo volumetto curato da Giuseppe Zaccaria, che raccoglie alcuni racconti di Roberto Sacchetti, giornalista-narratore torinese, attivo negli Anni Settanta e Ottanta del secolo scorso e autore di due notevoli romanzi. Entusiasmi e Cesare Mariani. Il forno della Marchesa e gli altri racconti qui proposti, apparvero nel Velocipede, nelle Serate italiane e nella Gazzetta piemontese, in un momento culturale di breve ma intensa aggregazione regionale in Piemonte: in un momento in cui si espresse, anche in Torino, una letteratura di gruppo, grazie ad un affiatamento ricco di promesse (poi non mantenute) di uomini co¬ me Giacosa e Camerana, Faldella e Molineri, Cagna e Calandra. Plori, in questi anni, una scuola del bozzetto rusticano, di cui Sacchetti fu a suo modo maestro, come testimoniano queste pagine: e da questa scuola dovevano nascere le Figurine di Faldella, le Provinciali di Cagna, le «pagine piemontesi» di Giacosa e di Calandra, tutte proiettate a fondare quel mito del Piemonte fiero ed onesto, a cui attingeranno anche gli scrittori novecenteschi. Ancora una volta, attraverso questo volumetto curato da un «piemontesista» serio e appassionato come lo Zaccaria, si verifica quanto proficua possa essere la ricerca capillare nel fitto bosco narrati- vo dell'Ottocento. E dispiace che l'editore Cappelli abbia cessato la pubblicazione di quella «Biblioteca dell'Ottocento italiano», diretta con rara competenza da Gaetano Mariani, che per anni aveva costituito un utilissimo punto di riferimento per studiosi e cultori dell'Ottocento, non soltanto per i risultati a cui era approdata (la riscoperta di scrittori come Pratesi e Tarchetti, Butti e Zena), ma anche per i suggerimenti di ulteriore ricerca che aveva offerto: e basterebbe pensare soltanto alle «Centopagine» di Italo Calvino. Alla «Biblioteca dell'Ottocento italiano» l'editore Cappelli ha sostituito un'altra collezione, il «Caladrio», che entra ora in libreria con tre titoli ottocenteschi: i .Racconti milanesi di Giovanni Verga, Uno nobile follia di Iginio Ugo Tarchetti e L'Alfiere nero di Arrigo Boito. Le pagine introduttive di Edoardo Sanguineti ai Racconti milanesi permettono di scoprire un Verga molto più radicalmente «realista» in gioventù che non nei Malavoglia e nel Mastro don Gesualdo. Cosi l'introduzione di Giorgio Bàrberi Squarotti alla Nobile follia di Tarchetti delinea in questo scrittore l'immagine modernissima di un intellettuale, precocemente predicatore dell'ideologia del rifiuto. Giorgio De Rienzo Arrigo Boito

Luoghi citati: Piemonte, Torino