Una passione spenta di Carlo Carena

Una passione spenta Un'amica di Virginia Woolf racconta Una passione spenta V. Sacvkille-West: «Ogni passione spenta», ed. Mondadori, pag. 205, lire 5000. Sarà sempre diffìcile, non è l'unico caso di questo destino, leggere un romanzo come Ogni passione spenta di Vita Sacvkille-West, sema esservi mossi o senza tendere l'orecchio alla sua amica Virginia Woolf. Anche l'editore che ora lo riprende in italiano non può non esservi stato ispirato dall'interesse che sì sta riaccendendo intorno alla Woolf — e Garzanti ci rifornisce nuovamente, nei suoi Saggi Blu, di quel fondamentale testo documentario ch'è la biografia curata dal nipote, Quentin Bell. Pure, Ogni passione spenta, uscito a Londra nel '31, si merita il suo successo e la sua tenuta, anche per proprio conto. Romanzo squisitamente inglese, mescola tutti gli ingredienti dell'eccellenza britannica nella letteratura di trattenimento: l'ironia, l'impertinenza, la satira, la nostalgia, la reazione pacata, la caparbietà camuffata, la macchiettistica folta. Si apre e si chiude ed è intervallato, nel giro di sole duecento pagine, con tre morti, questn momento immortale della letteratura inglese. La prima è la morte motoria di un ex viceré delle Indie e primo ministro, che tra le molte reazioni suscitate nella nutrita pattuglia di figli e nuore lascia anche l'ingombro dell'ultra ottuagenaria consorte, la mite Lady Slane. Ma quell'attimo, dopo un'esisten¬ za intera trascorsa all'ombra del potente marito, libera l'autonoma volontà della vecchina, che di testa sua abbandona il palazzotto del centro londinese e la tribù egoista dei discendenti, per ritirarsi da sola nella periferia di Hampstead, fra le brughiere immortalate da Constable, in una casetta che aveva adocchiato trent'anni prima e che trova ancora disponibile. Lì rivive il suo passato, dolcemente, ma nel fondo tragicamente, consumato. Li si rifa vivo dopo decenni, fra i pochissimi e umili vicini ammessi nel cottage, un eccentrico signore, suo fugace ammiratore in gioventù, che alla sua morte repentina la lascia erede della sua preziosissima collezione di ceramiche. Poi muore anche Lady Slane, portandosi nella tomba soltanto quell'estrema emancipazione della sua femminilità e il fantasma di una seconda via per cui la sua esistenza avrebbe potuto incanalarsi ben diversamente, se diverso fosse stato, al mondo, il destino delle donne: diverso dal prevalere dell'apparenza sulla sostanza; diverso dalla prevaricazione di certi valori su altri (l'arte, la bellezza...); diverso dalle esperienze incoraggiate, dalla naturale libertà dei maschi, e da quella recinzione di cerimonie, di simboli, di ritegni da cui era stata invece circondata la fanciulla, avviata sposa d'un buon partito piuttosto che assecondata nelle sue doti e, perché no, nei suoi sogni. Tutto questo aveva «allontanato Lady Slane da se stes¬ sa». E questa è l'amarezza sopita, anch'essa «spenta come ogni passione»; che percorre il romanzo di Vita, lunga parabola sul destino della donna vittoriana. A cui non riesce a dar letizia neppure, in extremis, la visita d'una nipote ben decisa, lei, a seguire il proprio istinto d'artista piuttosto che un fidanzamento e un matrimonioimposti. L'autrice offre nelle ultime pagine questo squarcio come una nota di rivincita e di speranza, senza però che nulla muti della sua protesta contro il mito della virilità, contro le repressioni sociali delle vocazioni e delle personalità, in un romanzo cosi intriso d'umori-, smo e di malinconia, così sensibile e così attentamente scritto, pieno d'untntelligenza davvero degna dell'amica di Virgìnia, della destinataria di Orlando. Se a volte prevale la malìzia, altri passaggi hanno il lampo involontario della sensìbilìtàpìù ferita. Dietro a tutto questo ci sono, naturalmente, le ultime propaggini delle discussioni e delle ribellioni di Bloomsbury, c'è un temperamento anomalo e una dichiarata esperienza di ribellione. Ma si va oltre il manifesto e il programma, in un amabile racconto, in una scrittura sicura, la più lontana, questo sì, dall'umbratile e dal profondo che fanno la grandezza di Virginia, costeggiatrice, come lei diceva di sé, dei bassi fondali, e non, come diceva di Vita, navigatrice dei cavalloni a vele spiegate. Carlo Carena

Persone citate: Constable, Garzanti, Lady Slane, Quentin Bell, Virginia Woolf, Woolf

Luoghi citati: Londra, Virginia