Un altro camion carico di veleno piomba nel torrente al Moncenisio di Giuliano Dolfini

Un altro camion carico di veleno piomba nel torrente al Moncenisio Allarme in Valle Susa: bloccati gli acquedotti e l'irrigazione Un altro camion carico di veleno piomba nel torrente al Moncenisio Morto l'autista, un belga di 52 anni - La sciagura fra i posti di dogana italiana e francese - Nelle acque del Cenischia sono finite 22 tonnellate di una sostanza chimica destinata alla produzione di materie plastiche MONCENISIO — Poche ore dopo la manifestazione dei sindaci e amministratori della Valle Susa contro il passaggio delle «bombe chimiche» sulle strade della vallata, un'autocisterna è precipitata per oltre cento metri mentre scendeva dal valico del Moncenisio: l'autista è morto sul colpo; decine di tonnellate di sostanze tossiche sono finite nel torrente Cenischia. Nella zona c'è stato di nuovo allarme e paura. Si è temuto un disastro ecologico; alcuni acquedotti sono stati chiusi ed è stata proibita per varie ore l'irrigazione. L'incidente è avvenuto nella notte tra mercoledì e giovedì in località Gran Scala, tra le dogane italiana e francese. Un'autobotte della ditta «Coulier» con sede in Belgio, condotta da Ludivicus Diller. 52 anni, nell'affrontare uno stretto «tourniquet» è uscita dalla carreggiata. Nella zona vi era una fittissima nebbia, l'asfalto era umido. Non si sa se il conducente ha avuto un malore o una distrazione. L'automezzo, carico di 22 tonnellate di «toluen I-Isocianato» (un prodotto usato per produrre materie plastiche, tossico per inalazione, contatto e ingestione) è precipitato per almeno 120 metri, al fondo della «Gran Scala». L'automotrice, dopo un volo di 50 metri, si è fermata sul primo tornante, mentre la cisterna è rotolata su quello successivo, sfasciandosi. Il conducente sbalzato fuori è morto vicino ai rottami della cabina. Il liquido ha cominciato a defluire nel torrente che scorre a pochi metri'di distanza. L'allarme è stato dato da un altro camionista. Al posto di confine di Bar Cenisio ha detto: «Presto, accorrete. E' successo una disgrazia. C'è il gas, tutto il carico è uscito-'. E' scattato l'allarme. Sul posto si sono recati carabinieri e finanzieri, assieme alla gendarmeria francese. «Dai rottami della cisterna usciva un gas puzzolente. Gli occhi bruciavano. L'aria era irrespirabile — ha raccontato il brigadiere Forlingeri della Guardia di Finanza —. A bbiamo sfiorato il disastro. Infatti l'autobotte è passata in mezzo ad altre che stavano salendo. Se si scontravano chissà che cosa accadeva...-. Appena rilevati i numeri convenzionali della sostanza trasportata il valico è stato bloccato. Lunghe code di Tir e auto si sono formate sui due versanti. Carabinieri e Polizia Stradale di Susa hanno avvisato nella notte i sindaci di Moncenisio, Giaglione. Novalesa, Venaus e Mompantero, i quali hanno subito chiuso gli acquedotti e vietato l'irrigazione. «Non si può più andare avanti così: — ha detto Felice Rumiano. sindaco di Venaus — tre allarmi in un mese per inquinamenti da sostanze chimiche. La gente comincia ad aver paura. Occorrono provvedimenti contro questi trasporti indiscriminati». Ieri mattina le squadre del «servizio protezione ambiente» dell'assessorato provinciale all'Ecologia, assieme ai chimici del Laboratorio provinciale d'igiene, hanno iniziato i prelievi alle sorgenti degli acquedotti e nel Cenischia, perché tutto (o quasi) il carico di «toluen I-isocianato», si è sparso nelle limpide acque del torrente. Per oltre 400 metri il fondo del corso d'acqua è stato ricoperto da una sostanza biancastra e gommosa, formata da palline e granuli. «Temevamo il peggio — ha detto un chimico del Laboratorio provinciale —. Fortunatamente la reazione di questa sostanza a contatto con l'acqua fredda ha portato ad una solidificazione del liquido che è più pesante dell'acqua e che ha "plastificato" il torrente. Ora occorrerà raschiare tutto il fondo e seppellire iresiduU. Nel pomeriggio la prova di «ittiotossicità» (si tratta di mettere delle trote nel torrente e si aspetta se vivono o muoiano) ha dato esito negativo. I pesci sono sopravvissuti per cui il temuto inquinamento è stato contenuto nella prima parte del Cenischia. «Per gli acquedotti di questi Comuni la situazione è ancora di prognosi riservata — ha specificato l'assessore provin- ciale all'Ecologia. Fenoglio —. Oggi alle 15 dopo le prove di laboratorio sapremo se le falde sono state intaccate dal veleno. Noi siamo fiduciosi». Nella mattinata i Vigili del Fuoco francesi hanno inon dato la zona dell'incidente con un diluente chimico, una specie di antidoto contro l'avvelenamento causato dal «toluen». Poi è giunta nel pomeriggio un'autobotte per il travaso della sostanza rimasta negli scomparti del Tir. e la successiva rimozione dei rottami. Con questo ennesimo incidente (otto in tre mesi) in Valle di Susa serpeggia dunque la paura. La gente si chiede angosciata che cosa sarebbe accaduto se fosse successo in un centro abitato. Oggi alle 17 il prefetto. Veglia, presiederà a Susa una riunione tra rap¬ presentanti della Regione, Provincia, sindaci e parlamentari, per urgenti misure contro nuovi disastri. I sindacati hanno indicato nel «trasporto ferroviario con carri ultrabbassati una eventuale soluzione per i carichi nocivi». Ieri sera il traffico è ripreso, scaglionato ad ore. Le « bombe chimiche», che sono diventate una spada di Damocle per i paesi della valle, hanno ripreso a viaggiare veloci e pericolose come prima. A Susa i Tir passavano davanti ai cartelli della protesta dell'altro ieri, scritti anche in francese: «La vita vale più del commercio. La Valle Susa dice basta ai carichi di morte». Un ammonimento rimasto inascoltato. Giuliano Dolfini

Persone citate: Diller, Felice Rumiano, Fenoglio, La Valle