Hair di Forman: il ritratto delle speranze ribelli Usa

Hair di Forman: il ritratto delle speranze ribelli Usa LE PRIME VISIONI SUGLI SCHERMI CINEMATOGRAFICI Hair di Forman: il ritratto delle speranze ribelli Usa Hair di Milos Forman con John Savage, Treat Williams. Dalla commedia musicale di Ragni e Rado con musiche di MacDermot. Produzione americana a colori. Genere: musicale. Giudizio: buono. Cinema: Reposi. Un giovane americano parte per la guerra. Sono gli anni del Vietnam. Parte dal suo paese natale con una borsa e l'aria smarrita. Prima di presentarsi al battaglione, vuol trascorrere un giorno a New York. Nel Central Park fa i suoi incontri rivelatori, una comunità di «hippies» e una splendida ragazza ricca: le due cose non gli sembrano inconciliabili perché siamo in un periodo di speranza e di rivolta. Anche i sogni portano un peso di libertà, sono interclassisti, purificano e fanno continuare al meglio il mito americano della società felice e pioniera. Per un breve intervallo, a New York, la guerra del Vietnam sembra sconfitta dai capelloni; si prenderà la sua rivincita. Questa è la storia di Hair. la commedia musicale che segnò gli Anni Sessanta in America, glorificando ed esorcizzando la speranza «hippie», suscitando scandalo perché vi apparivano i giovani protagonisti tutti in gruppo, tutti nudi. L'idea della commedia venne ai due autori. Ragni e Rado, assistendo ad una marcia di giovani contro l'arruolamento per il Vietnam nel 1966. S'erano raccolti al Central Park e bruciavano le cartoline precetto; quando la polizia li circondò si misero per inerme difesa tutti nudi. La protesta, tradotta in commedia, rinnovò anche il musical. Il regista Milos Forman, un immigrato di grande talento (Il nido del cuculo) da tempo pensava ad Hair, l'impresa gli è riusctta, quest'anno a Cannes ha avuto successo, le prime proiezioni in Italia sono state accolte benissimo. Forman non ha fatto soltanto una trasposizione del musical, ma un'illustrazione delle speranze ribelli con la consapevolezza dell'oggi, quasi un ritratto ironico ed affettuoso dell'altra A merica. Anzi, meglio: ha inserito i capelloni, la droga allegra, la guerra fatta con i fiori nella tradizione americana, riscattando il piccolo mito (gli -hippies» degli Anni Sessanta) nel grande mito della speranza americana che si rinnova nelle contraddizioni. Milos Forman ha capito o cercato di capire questa 'Società continua» e le ha reso omaggio, con deferenza e abile incanto. La coreografa Twyla Tharp ha rinnovato lo stile dei balletti, tutto risulta più stretto e più, come dire? sentenzioso. Da segnalare la sequenza del sogno all'acido», con una scena di matrimonio che sembra tratta da Chagall, e l'irruzione degli 'hippies» alla festa perbene con danze provocatorie sui tavoli, s. reg. Cinema e New Deal — Oggi e domani proiezione dei film: «Power and the Land» (L'energia elettrica e la terra, 1940) di Joris Ivens; «Native Land» (Terra nativa, 1942) di Leo Hurwitz e Paul Strand. Le proiezioni si tengono alle 17, in lingua originale, al Museo Nazionale del Cinema (Palazzo Chiablese, p. S. Giovanni 2) e alle 21, con traduzione simultanea, al cinema Massimo (v. Montebello 8). Vacanze a teatro — Per il ciclo organizzato dal Teatro Stabile per i ragazzi dei Centri comunali, stamane alle 10 «Le avventure di Pulcinella» con il burattinaio napoletano Antonio Battiloro, al Centro di via Ricasoli 30. Festival del personaggio donna — Al cinema Statuto, da domani a domenica: «Norma Rae» di Ritt.

Luoghi citati: America, Cannes, Italia, New York, Usa, Vietnam