La metropolitana sta per uccidere duecento olmi in un viale di Milano

La metropolitana sta per uccidere duecento olmi in un viale di Milano La metropolitana sta per uccidere duecento olmi in un viale di Milano MILANO — A far notare il fenomeno, è stato l'ingegner Paolo Barrile, 54 anni, pittore, scultore di paleosuoli, ecologo: «/ 209 olmi di via Pacini stanno morendo*), afferma e, a sostegno di quanto asserisce, mostra decine dì fotografie scelte fra le migliaia da lui scattate, in cinque mesi di quotidiane «ricognizioni» nel luogo. Vi si vedono radici che percorrono l'asfalto come vene, affiorano, emergono. «Questi alberi*, racconta Barrile, «furono piantati nell'immediato dopoguerra: dovrebbero essere alti e grossi almeno il doppio, ma non hanno avuto di che svilupparsi. L'acqua è a diciannove metri di profondità: subito sotto di loro, c'è la metropolitana. Per cercare nutrimento e respiro, le radici, nel tempo, si sono abbarbicate ai tubi delle acque luride e hanno spaccato l'asfalto, che arrivaxw fino alla corteccia*. In via Pacini — un'arteria in periferia, lunga un chilo¬ metro, densa di negozi, di case vecchiotte, pretenziose — a fianco di uno di questi alberi, tempo fa Barrile depose una manciata di terra risalente a due milioni di anni or sono, venuta alla luce nel Biellese, occasionalmente, durante i lavori per l'apertura di una cava. «Esaminata da paleontologi che l'hanno confermata risalente al perìodo "tropicale" cioè precedente il quaternario — spiega — questa terra è sicuramente immune da ogni contaminasione atmosferica. Deporlo in zone inquinate, asfittiche, ricoperte di cemento e residui industriali è un gesto che può essere giudicato gratuito, ma certamente è significativo, è un simbolo*. Barrile ha ripetuto la cerimonia in altri punti della città. Parallelamente agli studi e alla ricerca di paleosuoli, raccoglie sacchetti di terra provenienti da ogni parte del mondo, e li sparge come messaggio di fratellanza fra le genti. Le iniziative hanno val¬ so l'interesse dello storico dell'arte Pierre Restany, che in una recente opera, elenca Dibbets, Sonfist e Barrile quali «paleontologi-poeti». «Chi non ha mai guardato stupefacendosi la terra forse non è ancora un uomo*, dice il pittore. La sua collezione incomincia con un'inserzione su un quotidiano: «Sarò grato a chi me ne porterà un chilo da un paese del mondo*, scrisse. Arrivarono un centinaio di telefonate: la metà degli interlocutori aveva equivocato, credeva che l'inserzionista domandasse droga. Di colori della terra sono fatti anche i quadri: ocra, rosa, giallo ossido, grigio, bruno, ombra. «Quando, per nostra stessa mano*, spiega, «il pianeta sarà diventato inabitabile e dovremo emigrare su un'astronave per altre galassie, queste tele saranno testimonianza e documento dell'ambiente che nei millenni, era stato nostro rifugio*. Ornella Rota

Persone citate: Barrile, Dibbets, Ornella Rota, Paolo Barrile, Pierre Restany

Luoghi citati: Milano