Sadat è a Haifa con Begin Contatti tra Dayan e l'Olp

Sadat è a Haifa con Begin Contatti tra Dayan e l'Olp Per la terza volta il Rais in Israele Sadat è a Haifa con Begin Contatti tra Dayan e l'Olp Il presidente egiziano «è nel nostro cuore», ha detto il capo di Stato israeliano Navon accogliendolo - Sadat ha parlato dell'«impegno ad allargare l'ombrello della pace al popolo palestinese» TEL AVIV — Giunto nel porto di Haifa con il suo panfilo a mezzogiorno, Sadat è stato accolto dal Capo dello Stato, dal primo ministro e altre autorità israeliane. Il problema più immediato di questi incontri è legato al blocco delle trattative per la pace sulla questione dei palestinesi a Gaza e in Cisgiordania. Blocco che nei giorni scorsi ha fatto «congelare» la discussione al consiglio di sicurezza dell'Onu, ma che presto riaffiorerà all'assemblea dello stesso organismo internazionale. Il presidente egiziano ha avuto un primo colloquio con Begin nel tardo pomeriggio, prima di recarsi ad un banchetto offerto dal presidente israeliano Navon. Per oggi, dopo un secondo incontro con il premier israeliano è prevista una conferenza stampa di Sadat, probabilmente congiunta, per la quale c'è molta attesa. Il presidente egiziano, sempre con il suo panfilo, tornerà in patria domani. Sadat ha cominciato la sua terza visita in Israele ricordando ai dirigenti dello Stato ebraico il suo «impegno morale» a far partecipare anche i palestinesi al processo di pace. Accogliendo l'ospite alla sua discesa dal panfilo presidenziale «Al Horreya» nel porto di Haifa, il capo dello stato israeliano Yitzhak Navon ha a sua volta espressa «la speranza» che anche gli altri paesi arabi decidano di prender parte ai negoziati, ma ha evitato ogni riferimento ai palestinesi. Partito lunedi sera da Porto Said e scortato nell'ultimo tratto da dieci motovedette israeliane che gli erano andate incontro al limite delle acque territoriali, il panfilo di Sadat ha gettato le ancore alle 11,45 nel porto di Haifa. Un quarto d'ora più tardi, il presidente egiziano è sceso a terra accompagnato dalla consorte Jehan e dalla maggiore delle figlie ed è stato accolto dal presidente Navon con la moglie Ophira, dal primo ministro Menachem Begin con la moglie Aliza. dagli altri membri del governo israeliano, dai due capi rabbini Shlomo Goren e Ovadya Yosef. da parlamentari e autorità militari e civili. Negli indirizzi di saluto pronunciati dopo l'esecuzione degli inni nazionali e la tradizionale salva di ventuno colpi di cannone, Navon ha detto che comunque arrivi in Israele «per aereo, per terra o per mare, il presidente Sadat raggiunge sempre la medesima destinazione, il nostro cuore» e ha aggiunto di sperare che i colloqui di Haifa «servono o superare alcuni degli ostacoli che ancora si frappongono al raggiungimento di una pace globale». Sadat gli ha risposto ricordando che l'Egitto si è impegnato a far si che «non ci siano mai più spargimenti di sangue e sofferenze, mai più inutili guerre da cui nessuno trae beneficio» e aggiungendo che il popolo egiziano «si è ugualmente impegnato ad allargare l'ombrello della pace al popolo palestinese». «Questo — egli ha detto — è un nostro impegno morale al quale intendiamo rimanere per sempre fedeli». Il presidente israeliano ha invece unicamente fatto riferimento alla «speranza» che anche le bandiere degli altri paesi arabi possano presto sventolare al fianco di quelle di Israele e dell'Egitto e ha lanciato un appello a quei paesi che «ancora guardano il processo di pace dai lati perché non ne hanno capito il significato e la imprtanza ad unirsi ad esso». Egli non ha però menzionato i palestinesi. A Gerusalemme intanto si registra un imbarazzato silenzio da parte degli ambienti ufficiali e grida di tradimento da parte dell'estrema destra per la notizia di un altro inatteso incontro tra il ministro degli esteri israeliano Dayan e uno dei più noti esponenti dell'Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina) nei territori arabi occupati. Protagonista del colloquio — il secondo di questo genere dopo quello che Dayan ha avuto, la settimana scorsa, a Gaza, con Haidar Abdel Shafi per discutere la progettata autonomia palestinese — è stato Ahmed Hazmi Nathse, un noto esponente comunista di Hebron che era stato esiliato nel 1976 dalle autorità militari israeliane ed ha fatto ritorno in Cisgiordania solo l'anno scorso. A differenza di Shafi, Natshe è anche formalmente membro dell'Olp, e proprio in occasione della sua espulsione, tre anni fa, venne cooptato nel consiglio nazionale palestinese, il «Parlamento» dell'organizzazione di Yasser Arafat. e> st.