Titano, ultima speranza per l'uomo di non essere solo nel Sistema Solare

Titano, ultima speranza per l'uomo di non essere solo nel Sistema Solare Dopo 6 anni di viaggio il Pioneer esplora O satellite di Saturno Titano, ultima speranza per l'uomo di non essere solo nel Sistema Solare Nel 1610, Galileo per primo puntò un cannocchiale alla volta celeste e. delle cose viste, diede ammirata notizia al mondo col suo Sidereus nuncius: i monti della Luna, le fasi di Venere, le innumerevoli stelle fisse che compongono la Via Lattea, gli Astri Medicei, com'egli chiamò i satelliti di Giove (questa egli ritenne la più ghiotta tra le sue scoperte). All'osservazione. Saturno gli parve un astro affiancato da due astri minori, un oggetto triplice: e se ne confidò con Keplero, tramite un anagramma che. risolto, diventava la proposizione latina, altissiìnum planetam tergeminum observavi (vidi che il pianeta più alto è triplice). E difatti, allora, il pianeta Saturno era considerato il più lontano, l'ultimo del sistema solare, non essendo ancora stati scoperti Urano, Nettuno, Plutone. Ma che Saturno fosse tricorporeo era un'illusione ottica. Nel 1655. guardando all'astro con un cannocchiale migliore, lo scienziato olandese Cristiano Huygens scopri quell'incredibile anello, diventato poi. con le osservazioni successive, un sistema di anelli concentrici. Adesso il Pioneer XI annuncia un sesto anello, anche questo composto di frammenti solidi. Quella di Galileo fu una grande svolta dell'astronomia. L'osservazione del cielo, prima d'allora fatta ad occhio nudo, veniva potenziata grazie a quel semplicissimo «occhiale», che. perfezionato, rimase per secoli come il più importante strumento di osservazione del cielo: col risultato di ampliare, di là del pensabile, la grandezza dell'universo, e ciò vivente ancora Galileo. Poi l'astronomia si arricchì di altri oggetti. Tra il 1929 e il 1932 l'ing. Karl Jansky scopri che dalla volta celeste giungono segnali o rumori radio: il che. anni dopo, diede vita allo studio del cielo fatto con le antenne dei radiotelescopi. Una terza rivoluzione astronomica ha consentito di superare questo ostacolo a partire dal 1961, anno in cui i sovietici mandarono in alto il «Venera'I» destinato all'esplorazione di Venere. Gli sviluppi della missilistica e dell'elettronica hanno consentito di portare strumenti proprio vicino ai corpi celesti e su di essi, affidando poi alla magia dell'elettronica di vedere e sentire e misurare, e all'altra magia delle telecomunicazioni di farcene partecipi. Cosi, con i Mariner, Mars, Venera si visitarono Venere e Marte, deludendo però la speranza di trovare su questi astri segni di vita. Si è conosciuta e fotografata da vicino la faccia di Mercurio, ugualmente sterile. I Pioneer attraversarono senza danno la fascia degli asteroidi, tra Marte e Giove. Il veicolo portante il numero dieci, lanciato nel marzo del '72, dopo aver attraversato la magnetosfera di Giove, fu il primo oggetto di fattura umana ad uscire, si pensa, dal sistema solare. I Pioneer XII e xni, lanciati nel '77 e '78. sono per via, anch'essi, verso Giove e Saturno. Il Pioneer XI, dopo sei anni e mezzo di viaggio, è impegnato in questi giorni nell'esplorazione di Titano. Questo è il maggiore dei dieci satelliti di Saturno, è il Didimo (Continua a pagina 2 in nona colonna)

Persone citate: Giove, Huygens, Karl Jansky, Keplero, Mariner, Mars, Nettuno, Venera