«Lasciatemi morire sono un assassino»

«Lasciatemi morire sono un assassino» Un urlo prima di annegare «Lasciatemi morire sono un assassino» L'uomo si è ucciso perché convinto di aver compromesso la gravidanza della figlia TRIESTE — La squadra mobile di Trieste sta indagando su un drammatico e sconcertante episodio accaduto nella tarda serata di ieri l'altro. Un uomo, Stefano De Feo, di 51 anni, si è gettato in mare al molo Pescheria con la sua automobile, e ad un coraggioso, che si è subito lanciato in acqua per salvarlo, ha gridato mentre nuotava verso il largo: «Lasciatemi morire, sono un assassino». Luigi Mervin, comandante di un peschereccio, con vigorose bracciate lo ha raggiunto, ma il De Feo si è liberato ed ha immerso la testa sott'acqua. La lotta, nel buio fitto in mare, è durata alcuni minuti finché Mervin, aiutato anche da altre persone, è riuscito a trascinare a riva il corpo esanime di De Feo. S'è tentata la respirazione artificiale, ma tutti gli sforzi sono stati vani. In realtà, secondo quanto si è in seguito accertato, De Feo si è tolto la vita nella convinzione che, picchiando la figlia, le avesse ucciso la creatura che aveva in grembo. La donna, Graziella De Feo, era sposata da poco e già si era sepa rata dal marito. La lite con il padre era dovuta a tale deci' sione. A mezzanotte la donna è stata accompagnata dalla stessa polizia al reparto ma ternità dell'ospedale «Burlo Garofalo» ed i medici, dopo un'accurata visita, hanno affermato che la gravidanza, giunta al terzo mese, non è in alcun modo compromessa. La De Feo è stata comunque precauzionalmente trattenuta. Presso il molo Pescheria, ieri l'altro, è stato ripescato anche il corpo di uno sconosciuto, dell'apparente età di 50 anni, che aveva numerosi tatuaggi sul corpo. Nei pantaloni che l'uomo aveva lasciata sulla riva sono state trovate alcune monete e biglietti ferroviari del tratto BolognaMestre;

Persone citate: De Feo, Garofalo, Graziella De Feo, Stefano De Feo

Luoghi citati: Trieste