La tempesta minaccia il Pioneer

La tempesta minaccia il Pioneer La tempesta minaccia il Pioneer MOUNTAIN VIEW (California) — Quando mancavano poche ore all'arrivo del «Pioneer 11» — la sonda spaziale americana in viaggio dal 5 aprile 1973 — nella zona dalla quale meglio potrà esaminare Saturno, due grosse esplosioni radioattive sul Sole hanno costretto i tecnici della Nasa a ridurre l'attività del veicolo spaziale, che continua tuttavia a comunicare dati importanti. Le due esplosioni — ha precisato l'esptrto John Simpson dell'università di Chicago — hanno rovesciato su Saturno un mare di protoni e di elettroni che sommergerà il paneta per diversi giorni. Gli strumenti del «Pioneer 11» risentono di questa tempesta elettronica e, come ha dichiarato il responsabile della missione, Charles Hall, anche se essi «continuano a funzionare molto bene», tuttavia il loro rendimento è diminuito del 25 per cento, in una misura cioè definita •inaccettabile» dallo stesso Hall. Al fine di assicurare l'affidabilità delle comunicazioni, i tecnici della «Nasa» hanno ridotto della metà il flusso dei dati comunicati dalla sonda. Due sono gli strumenti più interessati da questa misura cautelativa: l'apparecchiatura fotografica e quella a raggi infrarossi. I tecnici contano tuttavia di poter ristabilire condizioni normali di funzionamento a bordo del «Pioneer 11», a condizione che la sonda esca indenne dalla prova più pericolosa: l'attraversamento rìell'.anello E» nel quale sono probabilmente presenti dei solidi all'impatto coi quali il veicolo spaziale andrebbe distrutto. II «Pioneer» continua comunque a comunicare dati importanti: dopo aver confermato con i propri strumenti l'esistenza di un campo magnetico attorno a Saturno (della quale si cominciava a dubitare in assenza di rilevamenti) ha anche rivelato che nell'atmosfera di Saturno sono presenti «fasce» e •zone» in numero superiore a quello ritenuto fin qui (sei). d Gli scienziati sperano inoltre che il «Pioneer» sia in grado di misurare la temperatura di Saturno, un pianeta che irradia energia in misura doppia rispetto a quella che riceve dal Sole. Saturno, il secondo pianeta del sistema solare come dimensioni dopo Giove, dista in questo periodo circa un miliardo e 600 milioni di chilometri dalla Terra, ma in questi sei anni, prima di raggiungerlo, la sonda «Pioneer 11» (automatica e priva di equipaggio) ha percorso circa tre miliardi e 200 milioni di chilometri. Quest'ultimo pianeta, anzi, era l'obiettivo finale della missione, nell'intenzione degli scienziati americani. «Noi consideravamo già la missione conclusa nei pressi di Giove nel dicembre 1974 — ha precisato infatti un portavoce del progetto "Pioneer". — Il viaggio fino a Saturno è stato per noi un di più». Mountain View (California). Un'immagine di Saturno scattata dal Pioneer a quasi tre milioni di chilometri dal pianeta. A destra è visibile il satellite Titan (Telefoto Associated Press - Nasa)

Persone citate: Charles Hall, John Simpson, Mountain, Saturno

Luoghi citati: California, Chicago