Gli operai di Liverpool in marcia anti-sciopero
Gli operai di Liverpool in marcia anti-sciopero Rivolta della base-contro i sindacati inglesi Gli operai di Liverpool in marcia anti-sciopero Si recheranno a Blackpool dove protesteranno per la decisione di sospendere per tre giorni il lavoro, presa dai sindacati metalmeccanici LONDRA — Migliaia di lavoratori inglesi hanno reagito già venerdì contro la decisione di scioperare lunedi e martedì prossimo, presa dalla centrale sindacale di categoria (la Federazione dei metalmeccanici). E' la notizia del giorno che fa -cantar vittoria» ai giornali filoconservatori, quali il Daily Telegraph, il Daily Mail. Il Guardian e il Financial Times, pur dimostrando maggior cautela nel giudicare questo episodio, che certamente è indice di una forte tensione fra centrali sindacali da una parte ed operai dall'altra, lo ritengono però 'Salutare» e 'responsabile». Il Financial Times, comunque è del parere che lo sciopero riceverà vasti appoggi in tutto il Paese, nonostante la reazione di alcune migliaia di operai contro di esso. Intanto è iniziata una marcia di operai che da Liverpool si recheranno a Blackpool per far pressione contro lo sciopero sui rappresentanti sindacali 11 convenuti in occasione del congresso dei sindacati inglesi, che inizia lunedi. Alla marcia, organizzata nell'ambito della campagna del «diritto al lavoro», prendono parte alcune centinaia di operai. Si prevede che essa durerà circa cinque giorni, con una sosta per il riposo notturno. Lungo la strada gli operai sperano di raccogliere altre adesioni alla loro azione. Mentre la Gran Bretagna si appresta a celebrare il quarantesimo anniversario del suo ingresso in guerra, battaglia è stata dichiarata da più di 250 mila operai dipendenti di 1200 fabbriche aderenti alla 'Engineering Employers Federation», che conta quasi un milione e mezzo di iscritti, im¬ piegati in più di 6500 fabbriche. La scintilla è scoppiata venerdì, quando 1000 operai della fabbrica automobilistica della British Leyland a Longbridge, vicino Birmingham, hanno deciso di ignorare l'appello allo sciopero. L'esempio è stato immediatamente seguito dagli operai della Leyland a Cowley, vicino Oxford e di altre fabbriche in tutto il Paese. I loro delegati di fabbrica hanno allora deciso di «permettere» agli operai di non scioperare. (In Inghilterra vige un regime sindacale di <closed shop» per cui lo sciopero è obbligatorio, e viene fatto rispettare con rigorosi picchettaggi). Oltre alla decisione di fare tre giorni di sciopero, il sindacato dei metalmeccanici inglesi ha anche previsto il blocco degli straordinari. La reazione della direzione della British Leyland è stata immediata: una tale decisione costringerebbe la società, la maggiore industria automobilistica statale britannica, a dover ricorrere ad una drastica riduzione di personale. La rivolta di Longbridge era stata guidata ieri dal quarantenne Mike Savage, ex delegato di fabbrica, il quale si è ribellato contro questo sciopero che ha definito -dittatoriale» ed ha indotto i suoi colleghi ad appoggiarlo. Il motivo che ha indotto il sindacato di categoria ad indire lo sciopero oggetto di tanti contrasti, è una richiesta di aumento dei minimi salariali per gli operai specializzati a 80 sterline la settimana (attualmente il minimo è 60). La controparte ne ha già offerte 70 (ma in alcune fabbriche si è già arrivati ad 80 sterline). Si chiede anche una riduzione della settimana lavo- rativa e un aumento dei giorni di ferie retribuite. Secondo la base, il sindacato chiede troppo in una volta. Sarebbe stato opportuno, hanno fatto rilevare gli operai, o un aumento dei minimi salariali o una diminuzione delle ore lavorative ma non le due cose Insieme. Per questo motivo la base ha chiesto di venire consultata in merito a questo sciopero, per esprimere 11 proprio dissenso. Finora gli scioperi hanno alleggerito la busta paga dei metalmeccanici di circa 20-30 sterline la settimana. Dopo averci tanto amati ha cristianamente concluso la sua generosissima vita terrena
Persone citate: Cowley, Mike Savage
Luoghi citati: Birmingham, Gran Bretagna, Inghilterra, Liverpool, Londra, Longbridge, Oxford
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