L'Enel comunicherà in anticipo le ore in cui mancherà la luce di Emilio Pucci

L'Enel comunicherà in anticipo le ore in cui mancherà la luce Piano d'emergenza per i 100 giorni difficili del prossimo inverno L'Enel comunicherà in anticipo le ore in cui mancherà la luce ROMA — L'Enel ha predisposto un piano di allarme preventivo per fronteggiare tempestivamente casi di «black-out» nel prossimo inverno. Questo piano di sicurezza, che sarà presentato giovedì prossimo al Comitato permanente per l'energia, co- pre 100 giorni (i mesi più freddi), con l'eventualità di un «buco» energetico pari al 2 per cento. In pratica, tra novembre e febbraio la luce potrebbe mancare per 48 ore. ovviamente non in modo continuativo e con il fenomeno limitato il più delle volte solo ad alcune zone del territorio nazionale. I giorni di sospensione potrebbero però aumentare nel caso dovesse restare ferma la centrale nucleare di Caorso. Per il Mezzogiorno, poi, c'è un pericolo in più; nella malaugurata ipotesi di un guasto alla linea elettrica di collegamento Nord-Sud, le aree meridionali rischierebbero un «black-out» anche di una ventina di giorni. Con il «piano dei cento giorni», l'Ente elettrico non vuole lasciare impreparati gli utenti, cercando di indicare in anticipo i possibili periodi di punta delle richieste in modo da permettere una programmazione dell'uso dell'energia elettrica. L'Enel ha calcolato che le 48 ore di «buio» si collocheranno probabilmente in quelle 6-7 ore di punta dei cinque giorni pienamente lavorativi della settimana. Il piano prevede tre livelli di rischio: una deficienza di mille megaWatt, una di 2 mila megaWatt e una di 3 mila megaWatt. Per ciascuno dei tre livelli, l'Ente ha suddiviso l'Italia in venti settori per l'utenza diffusa (quella a media e bassa tensione) prevedendo casi di sospensione di luce, a rotazione, dalle 7,30 alle 16. L'utenza industriale è stata invece suddivisa in cinque gruppi, con possibilità di mancanza di corrente tra le 16 e le 19. In vista della probabile interruzione, l'Enel avviserà con un certo anticipo le fasce di utenze interessate che potranno prepararsi per tempo, rischiando il meno possibile inconvenienti. Ad esempio, gli utenti dei settori colpiti dal «black-out» sapranno che per circa un'ora e mezzo di un certo giorno sarà meglio evitare di salire in ascensore o di prendere il tram e il metrò. Gli ospedali stessi, salvo i casi urgenti, potrebbero sospendere le operazioni in quelle ore critiche. Al tempo stesso, tutti potrebbero collaborare a contenere il previsto «buco» riducendo immediatamente i consumi di energia elettrica. Il quadro completo suddiviso per zone, utenza e livello di rischio, sarà nei prossimi giorni diffuso ampiamente attraverso gli organi di informazione. Il piano non riguarderà le cosiddette utenze non disalimentabili che per le loro delicate funzioni non subiranno per quanto possibile distacchi di alimentazione anche in situazioni di emergenza. Queste utenze sono: le Ferrovie dello Stato, limitatamente alle forniture per trazione, «al fine di garantire il funzionamento del sistema dei trasporti»; gli aeroporti civili, limitatamente agli scali nazionali di maggior importanza; gli aeroporti militari; le stazioni di pompaggio del gas metano-, «in quanto l'alimentazione di tali stazioni garantisce la distribuzione di una fonte di energia ad estesi territori del Paese». Ci sono poi le utenze preferenziali comprese nel piano, ma inserite in turni particolari (dalle 14,30 alle 16) quando il rischio di « black-out* è minore: gli ospedali e le case di cura (nelle città con più ospedali si prevede, ove possibile, l'assegnazione di ciascun ospedale a turni diversi); gli aeroporti civili e militari non inseriti in quelli «non disalimentabili»; gli arsenali militari, le carceri e gli istituti di pena. Emilio Pucci

Luoghi citati: Caorso, Italia, Roma