I legali di Franco Piperno polemici col giudice Gallucci

I legali di Franco Piperno polemici col giudice Gallucci Contestano il nuovo mandato di cattura I legali di Franco Piperno polemici col giudice Gallucci DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Un'appassionata difesa dell'operato della magistratura romana, da una parte, ed un appello al presidente della Repubblica Sandro Pertini, perché -richiami ad un costume processuale più consono» la magistratura italiana dall'altra, sono i termini più salienti della vivace polemica in corso tra l'Ufficio Istruzione del tribunale di Roma e gli avvocati di Franco Piperno, impegnati ad evitare la sua forzata traduzione in Italia. Al centro della polemica c'è, naturalmente, il nuovo mandato di cattura per concorso nell'eccidio di via Fani e nel rapimento e uccisione di Aldo Moro che è stato consegnato nei giorni scorsi da due magistrati romani ai giudici della -Chambre d'accusation» della capitale francese. Il provvedimento, dai più, è stato giudicato come una manovra architettata dalla magistratura romana per ottenere ad ogni costo l'estradizione, considerata improbabile fino all'altro ieri. Il consigliere istruttore Achille Gallucci, che ormai da due anni dirige l'equipe di magistrati impegnati nella lotta al terrorismo, ha consegnato oggi alla stampa un :ungo comunicato nel quale contesta tale valutazione del provvedimento e precisa le ragioni che l'hanno indotto a formulare le nuove e gravissime accuse contro il «leader» dell'Autonomia. «La diffìcile ed appassionata opera dei magistrati, impe¬ gnati solo nell'implacabile ricerca della verità, è talvolta oggetto di critiche superficiali e disinformate, nutrite da preconcetti o faziosità, che deformano gravemente la realtà dei fatti, insinuando l'odioso sospetto che le garanzie del processo possano essere stravolte a beneficio di sordide strategie repressive», ricorda Gallucci. Solo «nell'ottica di questi pochi, ma assai disinvolti censori» la lotta al terrorismo può ridursi «ad una personale contesa tra questo o quel giudice e gli imputati». sottolineando «i rischi, i sacrifici, le amarezze che ognuno di noi è chiamato spesso a sopportare» e che non «possono trovare gratificazione nell'idea di perseguitare dei diretti antagonisti, colpevoli o innocen ti che siano ». Prosegue Gallucci: «Al fondo di talune scandalizzate proteste contro asserite violazioni dei diritti dei cittadini, si annida la volontà di lasciare impunite le più gravi nefandezze della violenza politica e di screditare in ogni modo l'azione dei giudici per scuotere la validità dei risultati di indagine». Innanzitutto, il dottor Gallucci fa notare che la seconda richiesta di estradizione per Franco Piperno è stata presentata prima che si conoscessero le decisioni della «Chambre d'accusation». Inoltre, il consigliere istruttore ricorda che «una parte degli elementi indizianti tratti a fondamento del secondo provvedimento limitativo erano già stati contestati a Pi- perno assai prima del suo arresto in Francia, con il mandato di cattura emesso il 7 luglio scorso e con distinta comunicazione giudiziaria nella quale gli si notificava l'esistenza di indagini a suo carico per la strage di via Fani». «La presenza dell'imputato nell'istruttoria — si legge nella parte finale del documento —, sarà certamente utile non solo per chiarire delicati risvolti del caso che attengono all'identificazione dei mandanti della efferata impresa criminale, ma anche per verificare la serietà di quella protesta difensiva, anticipata in maniera piuttosto inedita agli organi di stampa anziché ai giudici dell'istruttoria». Sull'altro fronte, il difensore di Franco Piperno, avvocato Tommaso Mancini, ha replicato alla mossa a sorpresa dei giudici romani con un comunicato nel quale, tra l'altro, rende noto d'aver inviato al presidente della Repubblica Sandro Pertini un\ telegramma. Il Capo dello Stato «quale custode della Costituzione repubblicana», sarebbe in dovere di intervenire «con la stessa solerzia con la quale inviò a Calogero il famoso telegramma di felicitazioni per aver arrestato, tra l'altro, Nìcotri scarcerato poi per mancanza di indizi». Per quanto riguarda le nuove accuse rivolte contro Franco Piperno, il penalista definisce «chiaramente strumentale il mandato di cattura, emesso al solo fine di ottenere la consegna di Piperno».

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