Il Milan contro la legione straniera dell'Ajqx

Il Milan contro la legione straniera dell'Ajqx Stanotte primo impegno dei rossoneri a Madrid nel torneo dedicato a Santiago Bernabeu Il Milan contro la legione straniera dell'Ajqx DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MADRID — II Milan esordisce stasera nel trofeo Santiago Bernabeu affrontando lAjax campione d'Olanda (ore 21,45). In caso di vittoria, la prospettiva è di giocare la finale domani alle 21,15 di Madrid, sennò i rossoneri saranno in campo nel tardo pomeriggio nella gara per il terzo posto. La doppia fatica preoccupa Giacomini, ma il programma era noto in anticipo ed il tecnico milanista non fa drammi. Non si possono risparmiare giocatori contro l'Ajax pensando a ventiquattr'ore dopo. Giocheranno dunque: Albertosi; Collovati, Maldera: De Vecchi, Bet, Baresi; Novellino. Bigon, Antanelli. Buriani, Chiodi. In panchina: 12 Rigamonti. 13 Marini. 14 Romano, 15 Mandressi. 16 Corotti, 17 Galluzzo. La squadra olandese, che nella scorsa stagione ha vinto pure la Coppa nazionale, ha il suo punto di forza difensivo e la sua bandiera in Rudy Krol, che in Argentina fu capitano della formazione del Resto del Mondo di Enzo Bearzot. Ma l'Ajax è il complesso più -internazionaleche ci sia, se si escludono le raccogliticce compagnie del calcio statunitense: lo schieramento tipo comprende infatti sei -veriolandesi, i danesi Jensen, Arnesen e Lerby (gli ultimi due naturalizzati), gli olandesi di origini lontane La Ling (cinese) e Tahamata (Molucche). Jensen è un •cavallo di ritorno- dal Real Madrid. Già avanti in campionato ed in Coppa, l'Ajax sarà di certo più -rodato- del Milan, che in Coppa dei Campioni farà tesoro di questa doppia esperienza madrilena. Quello del Milan, al di là dell'importanza del -Bernabeu-, è anche un modo per dare uno strappo alla condizione atletica della squadra, e per porla di fronte ad avversari di notevole consistenza. Le altre formazioni italiane, pur avendo anticipato i tempi, non danno certo l'impressione di potersi presentare all'appuntamento di Coppa di metà settembre in condizioni pari a quelle degli avversari. L'esempio del Bayern Monaco è illuminante: il club va certamente a caccia di ingaggi (e cosa cercano le squadre italiane nelle varie partitelle in provincia?), ma nel contempo va alla ricerca di grossi impegni, senza preoccuparsi troppo dei risultati. Cosi è stato, alla vigilia della partecipazione al torneo madrileno, al Parco dei Principi di Parigi, il 23 agosto, quando i bavaresi sono andati a fare gli sparring partners della Nazionale francese, al primo test stagionale. Il Bayern è stato sconfitto per 4 a 1. ma per il general manager UH Hoeness (l'ex grande attaccante, bloccato da un grave infortunio al ginocchio) si è trattato di una esperienza interessante, al di là dei 40 milioni di lire d'ingaggio. Intanto, il problema del portiere. Maier è bloccato dopo il grave incidente automobilistico, ha una placca d'argento in un braccio ed un chiodo in una gamba, le speranze (vaghe) sono di un rientro a gennaio o febbraio. Il Bayern è ancora alla ricerca di un -numero uno- di esperienza, ma intanto ha dato fiducia all'Alessandrelli juventi¬ no di ieri: il giovane Junghans che per tre stagioni ha fatto il secondo- a Maier senza mai fi gurare in prima squadra. Junghans è inesperto ed ha commesso errori, ma sta migliorando. Chissà che la soluzione non si trovi in casa. Uli Hoeness ha dovuto affrontare grossi problemi nella società bavarese. La sua situazione è un po'quella di Gianni Rivera al Milan e di Sandro Mazzola all'Inter. Chi è stato giocatore, e grande, vede i problemi in modo completamento diverso da un presidente. Comprende meglio le intenzioni ed i desideri dei calciatori, ne individua però le furberie e gli opportunismi, può giudicare meglio i rapporti fra atleta e tecnico. In questo Bayern che mette a frutto anche l'esperienza di Madrid per tornare grande, Hoeness ha una parte importante. I suoi obbiettivi? Portare la squadra a vincere la Coppa Uefa, lottare di nuovo per il titolo della Bundesliga con Amburgo e Stoc- carda, che considera le rivali più forti. Ha fatto arrivare al Ba- yern suo fratello, l'attaccante Dieter Hoeness, è adorato dai giocatori perché dice da tempo: «Se la società deve guadagnare, gli atleti debbono avere la loro parte». Una visione del football cooperativistica che va al passo con i tempi, ed in cui i discorsi della pubblicità sono anni luce più avanti di quelli che in questi giorni stiamo facendo in Italia, fra mille paure legate a regolamen ti che sono pastoie. Hoeness ha ventinove anni, idee chiare. Ha impossto al presidente Hofmann (il successore di Neudecker) la conferma del jugoslavo Oblak, l'assunzione di suo fratello Dieter, ha conferma J ^USSSS^SSS^ PO-Usegretoperfarbene. \ Bruno Perucca , i to l'allenatore magiaro Csernai, persona per bene ma anche mal- -t teabite. Il primo match amiche-, vale della corrente stagione. contro il Monaco 1860. ha porta-Ìto nello stadio bavarese 72 mila spettatori, un successo inatteso. E' l'espressione del calcio manageriale, la conferma che cono-

Luoghi citati: Amburgo, Italia, Madrid, Monaco, Olanda, Parigi