Moser ha sfiorato l'oro ad Amsterdam

Moser ha sfiorato l'oro ad Amsterdam L'atleta trentino si è comportato meglio nell'inseguimento in pista che nei mondiali su strada Moser ha sfiorato l'oro ad Amsterdam Sconfitto in finale da Oosterbosch - L'inseguitrice Bissoli e il tandem Rossi-Finamore entrano in semifinale NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE AMSTERDAM — Francesco Moser non è riuscito, ieri sera sulla pista di Amsterdam, a riscattare completamente l'infelice prestazione di domenica scorsa nei mondiali su strada a Valkengurg. Il ciclista trentino ha soltanto sfiorato l'oro nella finale dell'inseguimento professionisti, ma la miglior preparazione specifica di un autentico specialista come l'olandese Oosterbosch è stata per lui unostacolo purtroppo insuperabile, anche se Francesco ha resistito tenacemente all'inesorabile progressione dell'avversano, cedendo con un margine più che onorevole. La medaglia d'argento conferma tuttavia quanto Moser voleva in fondo dimostrare: che cioè la figuraccia di Valkenburg era soltanto una diretta conseguenza delle sue precarie condizioni di salute. Già nel 1976. quando sul circuito di Ostuni Freddy Maertens lo aveva beffato in un'aspra volata a due portandogli via la maglia iridata degli stradisti, Moser aveva avuto l'occasione di un immediato riscatto in pista a Monteroni. In quell'occasione Francesco aveva portato felicemente a compimento la sua vendetta stroncando in finale proprio Schuiten. L'inseguimento tra i professionisti ha richiamato moltissima gente sugli spalti del velodromo di Amsterdam, che erano invece piuttosto deserti per le altre prove. A battere grancassa c'è naturalmente la fama dei protagonisti, oltre all'innegabile fascino che un torneo del genere ha sul pubblico poiché ha anche dei riflessi simili a quelli di un rodeo, vale a dire dove uno vince e l'altro viene impietosamente eliminato. Tra i più grandi protagonisti c'era il nostro Francesco Moser. il quale dopo le difficoltà della prima giornata ha confermato di trovarsi perfettamente a suo agio in una specialità alla quale egli dedica forse troppo poco tempo durante la sua annata ciclistica. Che cosa può attirare in pista la gente e i campioni? Tutto è rapportato anche al valore che un titolo su pista ha sul «mercato» internazionale. Ecco, per Francesco Moser, per esempio, che cosa può valere il titolo dell'inseguimento? «Per me è soprattutto una questione di prestigio — risponde — non certo di interesse-. Nella scala dei valori che vengono attribuiti alle vittorie nelle varie corse e nelle varie specialità, 11 titolo su pista che gradino occupa? -Non gode di una grande considerazione — precisai sempre Moser — salvo che nelle] riunioni su pista. Ma sono tal-] mente poche che consentono di sfoggiare ben raramente la maglia iridata di questa specialità-. Viene da chiedersi allora perché un campione come Moser che potrebbe dedicarsi alla strada anche nel periodo che perde su pista, lo insegua con tanto accanimento. -E'pur sempre un titolo mondiale, una maglia iridata in più che si può portare a casa, sempre che si riesca a vincerla-. Se Moser dedicasse più tempo alla pista, probabilmente riuscirebbe a realizzare anche tempi migliori e rlschierebbe quindi meno rispetto a quanto sta facendo adesso. La paura della qualificazione, quando rischiò di rimanere addirittura escluso dagli ottavi di finale, non è ancora passata. Ecco, che cosa potrebbe spingere Moser a dedicare più tempo alla specialità dell'inseguimento su pista? -Per la preparazione dell'inseguimento va benissimo quella che io faccio normalmente su strada. Quindi non penso che io potrei fare molto di più anche se dedicassi maggior tempo agli allenamenti inpista-,dice. Moser, lo sanno ormai tutti e le sue partecipazioni non solo ai mondiali ma alle varie «Sei giorni» lo testimoniano, è un pistard istintivo, nel senso che è uno che in pista entra subito in ambiente e non incontra mai difficoltà nell'affrontare le varie prove, sia d'inseguimento, sia dì velocità. Però questo non è un passaggio molto facile e va affrontato con gradualità e con sapienza. -E'vero, io non incontro difficoltà nel passare dalla strada alla pista — ha confermato Moser — però cerco di fare questo passaggio con tutte le cautele e adeguando la mia preparazione in modo da non creare scompensi e quindi da non trovarmicon le gambe a pezzi-. Le gare su pista intanto hanno riservato altre belle promesse per i colori italiani. Il tandem' formato da Rossi e da Fìnamore ha superato i quarti di finale ed è entrato quindi in semifinale, battendo gli americani. Nel prossimo turno si troverà di fronte il duo della Germania Ovest e nell'altra semifinale si affronteranno i campioni del mondo in carica i cecoslovacchi Vakar e Wimazal e i francesi che si sono qualificati per il rotto della cuffia con i recuperi. Bruno Vicino, uno dei nostri tre mezzofondisti, ha realizzato un bell'exploit qualificandosi per la finale con una bella vittoria nella propria serie. Fra le sue vittime illustri ci sono addirittura due campioni del mondo: il tedesco Peffgen (che è tuttora in carica) e Stam, olandese, fra i più grandi specialisti mai visti in pista in questa disciplina. C'è nella penultima giornata della pista un piatto piuttosto ghiotto anche per gli italiani: vi sono due finali in cui siamo interessati e cioè quella dell'inseguimento femminile, con Luigina Bissoli impegnata in semifinale contro la campionessa in carica Van Oosten Hage e la fi¬ nale del tandem. Carlo Valeri

Luoghi citati: Amsterdam, Germania Ovest, Ostuni