Clima di guerra in Sardegna per la ricerca dei rapitori

Clima di guerra in Sardegna per la ricerca dei rapitori Continuano le giornate di angoscia per gli ostaggi in mano ai banditi Clima di guerra in Sardegna per la ricerca dei rapitori Ieri sono giunti sull'isola altri 150 carabinieri - Scarcerato il pastore fermato per il sequestro Olivetti - Si interrogano gli operai che lavoravano nella fattoria di De André - Nove i sequestrati ancora nelle mani dei fuorilegge DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE TEMPIO PAUSANIA — Non è guerra, ma certo non è pace in questa parte di Sardegna: polizia e carabinieri hanno gettato una fitta rete qui al Nord, sulla Costa Smeralda e su quella terra che viene chiamata patria del banditismo: la Barbagia. Sono arrivati altri 150 carabinieri e c'è chi propone l'impiego dell'esercito incurante delle polemiche e delle conseguenze che ne potrebbero derivare. Si cercano cosi rapitori e rapiti, carcerieri e vittime ed è una caccia senza quartiere. Tomaso Panu, 42 anni, professore di filosofia al liceo classico e sindaco democristiano di Tempio Pausania dalla fine del 1975. dice: -In linea di massima l'impiego dei soldati in operazioni di polizia non va bene, finisce per essere il segno di una situazione eccezionale e la prova della debolezza delle forze dell'ordine». Poi aggiunge: -E' vero che così non si può andare avanti. Se arriva l'esercito, però, è un po' come se lo Stato ammettesse di essere impotente a risolvere il problema inaltrimodi». Poi il sindaco parla dell'ondata di sgomento provocata dai rapimenti: «Il turismo ne avrà un contraccolpo. Il miliardario che va sulla Costa Smeralda penso che potrà decidere di inventare altre spiagge, lontano, magari in Tunisia». Il professor Panu dice ancora: «Certo qualcuno parla di neocolonialismo. In effetti i sardi occupano, anche nell'industria del turismo, posti subalterni. I grandi profitti restano nelle mani di chi maneggia i capitali. Chi dirige non sono i sardi: è il problema di sempre della nostra arretratezza, che non si risolve con le leggi, ma che dobbiamo vinceredanoi». L'altra notte i carabinieri hanno segnato un successo quando Silvio Olivetti è stato rimesso in libertà e un uomo. Mario Casula, pastore di 34 anni, è finito in carcere. Stamane però al termine di un lungo interrogatorio Mario Casula è stato rimesso in libertà per mancanza di indizi. Il pastore era stato fermato nelle vicinanze della grotta di «Su Mucru», ai confini tra i comuni di Ollolai, Gavoi e Mamoiada: in quell'antro, secondo gli inquirènti, è stato tenuto l'industriale. Durante le battute dei giorni scorsi, carabinieri e poliziotti erano passati a pochi metri dalla grotta, senza vederla, perché aveva l'ingresso nascosto da frasche. Una lunga telefonata ai figli e un bagno in mare hanno segnato piacevolmente la giornata di Silvio Olivetti. Porse già oggi l'industriale, accompagnato dalla moglie, torna in Piemonte. Sono questi i giorni delle fantasie e degli sciacalli. Cosi qualcuno, forse un ragazzo. giovedì ha telefonato all'agenzia di stampa Ansa di Torino per avvertire che Fabrizio De André e Dori Ghezzi. sequestrati il 27 agosto, qui nell'alta Gallura, sarebbero stati ammazzati e i corpi gettati nel porto di Genova. Il fondo è stato scandagliato da sommozzatori perché non è possibile trascurare alcuna voce. La fattoria del cantautore è chiusa. All'interno due uomini attendono al telefono eventuali, ma improbabili messaggi dei rapitori. Il contatto non c'è ancora stato, sostengono gli inquirenti, e molti pensano che avverrà a Genova o a Milano. Il padre del cantante, prof. Giuseppe De André, presidente e amministratore delegato della «Eridania», è rientrato a Genova l'altro giorno. Anche la famiglia di Dori Ghezzi ieri è rientrata a Milano. In Sardegna è rimasto soltanto il padre della ragazza. De André e la sua compagna vengono cercati con gli elicotteri e i cani, l'altra notte è stata fatta una battuta sul monte Limbara, lontano pochi chilometri dalla fattoria. Ci sono state perquisizioni, posti di blocco. Gli inquirenti interrogano chi per diversi motivi ha lavorato a «L'Agnara», la fattoria del cantante: una cinquantina di persone. Fra loro, assicurano gli inquirenti, «non ci sono sospettati. Nessuno ha tentato di nascondersi e nessuno è fuggito». Alle famiglie, soprattutto al prof. Giuseppe De André, col quale probabilmente i rapitori si metteranno in contatto, la polizia ha ricordato il dovere di collaborare. Diceva ieri mattina il dott. Antonello Pagliei, funzionario della mobile di Sassari: -Non vorremmo trovarci come nel caso di Ornella e Roberto Panciroli che, tornati liberi, ci hanno lasciato in asso a bocca aperta». Le indagini per il sequestro De André non sembrano comunque aver fatto progressi. Si esamina la notizia secondo la quale il cantante avrebbe ricevuto minacce fra la primavera e l'inizio dell'estate, pare per la sua attività di allevatore. Ma, si sottolinea, in questa zona non esiste concorrenza perché gli allevatori neppure riescono a soddisfare le richieste dei macellai. Anche l'auto, la Dyane di De André, ritrovata a Olbia sul molo dei traghetti, non ha fornito indizi validi. L'inchiesta è in mano a polizia e carabinieri: la procura della Repubblica pare impegnata soprattutto in altre istruttorie. Il procuratore. dottor Agostino Depperu, ieri era andato a Olbia, è stato spiegato «per tutt'altre faccende». Dopo l'emozione dei giorni nei quali i sequestri sembravano scandire il tempo, ora prevalgono, in Sardegna, preoccupazioni e riflessione. Il giornale L'Unione Sarda ha ieri titolato un fondo: -Questo modello non è nostro». Intanto altre nove persone sono ancora in mano ai banditi e per la loro sorte ci sono timori. Non si sa niente dei torinesi fratelli Casana. sequestrati su uno scoglio a Portixeddu il 22 agosto e niente della famiglia inglese Schild. I figli, ieri, hanno fatto sapere di essere «in collera, con quella stampa inglese che ha fatto illazioni sulla situazione di disagio economico in cui si troverebbe l'ingegner Rolf Schild e per superare la quale (era facile intuirlo dalla lettura degli articoli) gli Schild avrebbero deciso di scomparire. Non si sa niente neppure di Maria Luisa Cinque e della figlia Cristina. Ma per queste si spera ben presto di avere buone notizie. Vincenzo Tessand ori