Drammatica fuga dopo una rapina prosi a Teramo due di Prima Linea

Drammatica fuga dopo una rapina prosi a Teramo due di Prima Linea Avevano assaltato con due donne una banca di Mosciano Sant'Angelo Drammatica fuga dopo una rapina prosi a Teramo due di Prima Linea Fermati per un controllo, hanno preso in ostaggio due carabinieri - Uno dei militari è stato ferito mentre cercava con il collega di disarmare i terroristi - Gli arrestati sono Fernando Cesaroni e Adriano Roccazzella, ricercato per il ferimento dell'agente torinese De Martino DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ANCONA — Due presunti appartenenti a Prima linea, Fernando Cesaroni, 28 anni, ricercato per detenzione di armi e costituzione di banda armata e Adriano Roccazzella, 22 anni, ricercato per il tentato omicidio dell'agente della Digos torinese Alberto De Martino, sono caduti nelle mani dei carabinieri ieri mattina al termine di un movimentato episodio, nel corso del quale due militari della stazione di Alba Adriatica sono rimasti feriti. Le condizioni dei due carabinieri, ricoverati nell'ospedale civile di San Benedetto del Tronto, non sono preoccupanti. Si tratta di Tarcento Corsiati, di 45 anni, raggiunto all'addome da un colpo di pistola esploso da uno dei due presunti terroristi, e Giuseppe Furia, di 38 anni, che ha riportato lesioni varie e stato di choc. Per il Corsiati i medici tuttavia si sono riservati la prognosi. Tutto è cominciato poco prima di mezzogiorno a Mosciano Sant'Angelo, un grosso centro della provincia di Teramo, in Abruzzo, dove quattro banditi armati di pistola e a volto scoperto si sono presentati nella locale filiale della Cassa di Risparmio, situata nel pieno centro cittadino, e si sono appropriati di una ventina di milioni. Mentre i malviventi — due uomini e due donne — si dileguavano a bordo di un'auto, scattava l'allarme nella zona a cavallo tra l'Abruzzo e le Marche. Verso mezzogiorno una pattuglia che era dinanzi alla stazione di Alba Adriatica, composta dai carabinieri Corsiati e Furia, notava due giovani, uno dei quali portava con sé un voluminoso sacco. I militari chiedevano ai due i documenti, ma per tutta ri sposta si vedevano spianare contro le pistole. I due carabi' nieri venivano cosi immobilizzati, e dopo essere statj disarmati venivano costretti, "sempre sotto la minaccia delle pistole, a salire sulla «127». La macchina, con alla guida uno dei banditi, partiva a tutta velocità in direzione della statale 16 Adriatica, e dopo aver compiuto vari giri toccando Colonnella e altri centri vicini, tornava sulla statale e quindi si dirigeva verso la «strada della bonifica» che unisce il litorale' ad Ascoli Piceno. Ormai però su tutte le arterie la sorveglianza si era fatta più stretta e dopo circa mezz'ora la «127* incappava, nei pressi del ponte sul Tronto, in un posto di blocco. Nello stesso posto di blocco c'erano anche un'auto civetta dei carabinieri e una «gazzella» del commissariato di P.S. di San Benedetto del Tronto. Quando il bandito alla guida della «127» si è accorto che non avrebbe potuto forzare il posto di blocco, ha tentato una manovra di retromarcia ma è finito contro un muretto. All'interno dell'auto, frattanto, fra i due carabinieri presi in ostaggio e i malviventi si ingaggiava una colluttazione e un colpo di pistola esploso da distanza ravvicinata da un bandito raggiungeva all'addome il carabiniere Ttrcento Corsiati. Poco dopo, però, i due banditi venivano sopraffatti. In un primo momento si era pensato che l'episodio di Alba Adriatica non avesse nulla a che vedere con la rapina di Mosciano Sant'Angelo, ma in serata questa ipotesi e stata smentita. I due terroristi, quindi, compiuta la rapina insieme con le due donne, che hanno fatto perdere le loro tracce, si sarebbero diretti verso la stazione ferroviaria di Alba Adriatica forse per sa-, lire su qualche treno in transito. Nel sacco che i due avevano sono stati trovati una bomba a mano, una «P 38», una pistola «Magnum» e un fucile a canne mozze. Ieri sera una donna ha telefonato alla redazione romana dell'Ansa affermando di parlare per conto di Prima linea e dettando questo messaggio che sembra riferirsi alla rapina di Teramo: «Se fate prendere i nostri compagni ammazzeremo cinque carabinieri». La donna ha anche affermato che uno dei due arrestati sarebbe «ferito» a causa delle percosse che avrebbe subito dai carabinieri. _ „

Persone citate: Adriano Roccazzella, Alberto De Martino, Colonnella, De Martino, Fernando Cesaroni, Furia, Giuseppe Furia