Caccia in Baviera e giallo con veleni

Caccia in Baviera e giallo con veleni LA TV di Ugo B uzzolo ri Caccia in Baviera e giallo con veleni Richiamo l'attenzione sul film di stasera, sulla rete 2 Scene di caccia in Bassa Baviera di Peter Fleischmann Il regista, classe 1937. è uno dei più quotati autori del nuovo cinema tedesco, quello emerso alla metà degli Anni Sessanta con Straub, Schlondorff e Kluge e subito dopo con Herzog, Reisz e. appunto. Fleischmann che fattosi le ossa con alcuni documentari — uno, eccellente, su Fritz Lang — e con un lungometraggio alla tv, esordi nel 1969 con Scene di caccia in Bassa Baviera che lo, impose di colpo alla ribalta internazionale. Il film — che due anni dopo circolò anche in Italia con notevole successo di critica, e del pubblico che se ne accorse — è ricavato dal dramma di un altro giovane autore tedesco, Martin Speer, che appare come protagonista nei panni del sospetto omosessuale. Perché della storia di un omosessuale o di un «sospetto di omosessualità» si tratta. Siamo alla fine degli Anni 60. in un villaggio'bavarese che sembra abitato da bravissime persone, da esponenti della più sana e patriarcale provincia. Ma ecco esplodere il sarcasmo feroce contro un giovanotto, Abram, che è indicato dalla voce pubblica come omosessuale Abram viene emarginato e ha come unici compagni una ragazza di facili costumi e un ragazzo un po' svanito Più avanti il paese apprende che la ragazza è incinta. Viene accusato Abram che è anche incolpato di insidiare il giovinetto. Si scatena il furore, ha inizio la caccia e il dramma sfocia nella violenza più assurda che coinvolge lo stesso Abram (e che viene simboleggiata dalla crudele uccisione di un maiale). La caccia si concluderà con un'epica mangiata e bevuta — borgomastro e pastore a braccetto — tra lazzi e volgarità di ogni genere Ho detto che i giudizi della critica sono stati molto favorevoli, e penso cne a distanza di alcuni anni non vadano sostanzialmente mutati. E' un film che assurge al valore di parabola attraverso un tono di dura, «sgradevole» cronaca, attraverso un ritmo serrato e una recitazione scabra, in parte affidata ad attori, in parte a gente del posto. Ha scritto Tullio Kezich: «Se non apparissero di tanto in tanto un jet o un'autostrada, il film potrebbe raccontare una vicenda di secoli bui». E Giovanni Grazzini «E' opera di robusto realismo e di appassionata polemica contro l'odio, foriero di violenza, che impregna di umori animaleschi ogni consorzio umano chiuso e mediocre, frutto e alimento di una condizione reazionaria in cui si esprimono la natura malvagia dell'uomo e gli allarmanti connotati di una società che nonostante lo sviluppo tecnologico è rimasta ad un livello primitivo» A suo tempo in Germania la pellicola suscitò polemiche e indignate proteste Ieri è partito lo sceneggiato La dama dei veleni Annunciavo che gli appassionati del thriller con ambizioni parapsicologiche sarebbero rimasti soddisfatti Non c'era forse di che pascere le loro brame? Un paio di sequenze erano classiche I signori tornano brilli da una festa mascherata, ma nella cupa magione li aspetta qualcosa di tremendo: il venerato zio sta agonizzando — si saprà che è stato avvelenato — con la fronte sudata, gli occhi roteanti, e mormora negli spasimi frasi come: «I figli della notte e dell'inferno... i moiti viventi,.», e poi. in un attimo di lucidità, afferrando un braccio de! nipote (che proprio per la festa era andato a vestirsi da conte Dracula): «Ti prego., non voglio una cassa di piombo. . voglio una cassa di legno . » Allegria, allegria, dopo alcuni giorni si riesuma il corpo dello zio La bara è nella cripta di famiglia che è stata sigillata. Si apre la cassa e il morto non c'è più, al suo posto c'è una cordicella con nove nodi. Nipote e amici si guardano in faccia terrorizzati, e intanto, lassù, alla sommità della scala si ode un sinistro e prolungato scricchiolio.. Che dire? Più che nell'ambito parapsicologico — ormai la parapsicologia è diventata il comodo paravento per tutto — si e nella dimensione del feuilleton tinto decisamente di macabro, il regista Silverio Blasi — uno dei veterani della tv — mira a ottenere tutti gli effetti possibili con il testo e con le immagini, senza badare troppo per il sottile, e riesce in ogni caso a ottenere una ragguardevole suspense, magari un po' ingenua e convezionale ma senza dubbio efficace.

Luoghi citati: Bassa Baviera, Baviera, Germania, Italia