Italia: chi riceve milioni e chi trattamenti di fame

Italia: chi riceve milioni e chi trattamenti di fame Italia: chi riceve milioni e chi trattamenti di fame Il progetto del ministro Scotti di mettere ordine nell'intricato nodo delle pensioni attraverso una riforma, che riunifichi in un testo unico tutte le norme sulle diverse forme di pensionamento, ha scatenato una serie di dure polemiche fra i partiti. Il problema riguarda milioni di lavoratori dipendenti e autonomi, ma chiama in causa soprattutto quell'incredibile macchina burocratica che ha prodotto pensioni d'oro e pensioni di fame, che ha favorito alcune categorie danneggiandone altre. Una giungla, che significa differenza di trattamento, di età. di minimi di pensione a seconda delle Casse o dei Fondi a cui sono iscritti i lavoratori. Così gli stessi appartenenti all'Inps vanno in pensione a 60 anni se sono dipendenti dell'industria o a. 65 se lavorano come autono-' mi nel commercio. Gli statali sono divisi in una girandola di categorie con limiti di età. anzianità e pensioni diversi a seconda se sono ferrovieri, maestri o impiegati ai ministeri. C'è chi va in pensione dopo 19 anni di lavoro e chi dopo 35. chi calcola le cifre sugli stipendi degli ultimi tre anni o degli ultimi sei mesi. E c'è anche chi può lasciare il lavoro con compensi da nababbo: 700 milioni puliti in contanti di liquidazione, oltre 124 milioni di pensione lorda all'anno, come il caso del pilota dell'Aeritalia, del quale hanno parlato i giornali. Una giungla in cui era necessario mettere ordine, anche perché il deficit dell'Inps cresce (circa 5 mila miliardi solo quest'anno) e rischia di far saltare il bilancio dello Stato. Il piano di riforma elaborato dal ministro Scotti, concordato con i sindacati e approvato dal Cnel (Consiglio nazionale dell'economia e lavoro), è naufragato con 10 scioglimento anticipato delle Camere. Ora il ministro si è fatto di nuovo avanti, ma il progetto ha scatenato dure reazioni fra gli stessi partiti di governo. Il segretario del psdi, Longo. ha parlato di «controriforma-, critiche sono venute dai liberali. La discussione è solo agli inizi. Scotti si è detto pronto a rivedere alcuni aspetti. Ma qual è in sintesi il contenuto di questo progetto, il primo tentativo di riordinare il caos delle pensioni? Ecco i punti principali. SCATTI — La definizione esatta è «indicizzazione». cioè il meccanismo che determina gli aumenti delle pensioni in base al costo della vita e ai ritocchi della scala mobile. Mentre fino a oggi le pensioni sono soggette alla doppia indicizzazione (cioè a due indici di aumento all'anno seguendo gli scatti della contingenza) il progetto originario del ministro Scotti propone una sola indicizzazione (cioè un solo indice di aumento all'anno) che consentirebbe una notevole riduzione della spesa pubblica. Gli avversari obiettano che sarebbe un duro colpo per le pensioni più deboli e propongono di colpire alle radici le evasioni di contributi (1500 miliardi ogni anno) che sono fra le maggiori cause del disavanzo dell'Inps. TETTO — Rappresenta 11 limite massimo dello stipendio annuo sul quale è calcolata la pensione. Per quasi tutti i lavoratori iscritti all'Inps è stato fissato in 12 milioni 600 mila lire, anche quando lo stipendio è superiore. Di qui le proteste: anche se un lavoratore guadagna 18 milioni all'anno e versa regolarmente i contributi su questa cifra, avrà una pensione calcolata in base ai 12 milioni e 600 mila, cioè a un «tetto» che vale so¬ lo per l'Inps. ma non per gli altri lavoratori. Per raggiungere un allineamento fra le diverse categorie, il ministro aveva proposto un tetto massimo uguale per tutti di 17 milioni e 425 mila lire da rivalutare ogni anno con le norme di adeguamento delle pensioni al costo della vita. Erano esclusi i lavoratori con stipendio superiore ai 17 milioni che andavano in pensione entro il 31 dicembre '83. La proposta ha provocato la reazione delle categorie con stipendi che superano questa cifra, ma il ministro si è detto pronto a discuterla. Anche il psdi si è schierato contro proponendo di salvaguardare i diritti acquisiti e di tagliare gli stipendi che danno origine alle pensioni d'oro. CUMULO — E' il caso di chi percepisce due o più pensioni oppure la pensione e uno stipendio. Secondo il progetto del ministro, il cumulo fra pensioni può essere ammesso. Si devono invece operare trattenute sulle pensioni di chi lavora alle dipendenze di terzi o fa un lavoro autonomo. In ogni caso vanno salvaguardate le pensioni ai superstiti (vedove ecc.) e quelle minime di vecchiaia e di invalidità. Anche sul cumulo il ministro si è detto pronto al confronto. Mauro Anselmo li ministro del Lavoro, Scott

Persone citate: Longo, Mauro Anselmo

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