Sulla velocissima pista di Zeltweg, nel Gran Premio d'Austria di Formula 1 di Michele Fenu

Sulla velocissima pista di Zeltweg, nel Gran Premio d'Austria di Formula 1 Sulla velocissima pista di Zeltweg, nel Gran Premio d'Austria di Formula 1 Ancora Williams, ma la Ferrari tiene bene Per Jones un altro brillante successo con la vettura finanziata dagli arabi Villeneuve conquista con la sua 312/T4 il secondo posto e punti preziosi per il campionato Scheckter (quarto) superato in extremis da Laffite con la Ligier Ancora guai per Brabham e Lotus che continuano a raccogliere ritiri in serie Per Enzo Ferrari due assi in mano Le emozioni al via e nel finale «Come ho battuto Scheckter» Zeltweg. Gilles Villeneuve (a sinistra), A Cronaca di una gara «vietata» a tutte le televis Villeneuve va in testa con una partenza-lampo ma dopo quattro giri deve arrendersi a Jones Cede la Renault: Jabouille tradito dalla frizione e Arnoux da una panne di benzina scita e all'entrata delle curve, ha atteso tre giri per portare il suo attacco. A metà del quarto l'australiano è passato davanti al canadese come se avesse avuto 100 cavalli in più e da quel momento nessuno l'ha più disturbato fino al la vittoria. Mentre la Williams di Jones lilava veloce verso il successo, c'è stato chi non è riuscito a fare che pochi metri. Andretti si è fermato praticamente al via con la frizione bruciata e sempre nel primo giro si sono ritirati Mass per lo scoppio di un tubo del radiatore dell'acqua e il giovane Lammers, uscito di pista dopo un clamoroso testa-coda. Attardato è rimasto anche Jackie Ickx (ma non doveva fare un gioco di squadra per Lattile?) con problemi di frizione e poi ritirato al 26° passaggio per la rottura del motore. Nelle retrovie, l'altra Lotus, quella di Reutemann, con problemi alle sospensioni posteriori, ha ingaggiato un patetico e grottesco duello con la scarsissima Shadow dell'impotente De Angelis. Hanno finito poi per ritirarsi entrambi, quando era in testa il giovane romano. I tempi del dominio delle macchine di Colin Chapman sembrano ormai lontani: ed è passato soltanto un anno. Villeneuve, in seconda posizione, si è visto ben presto avvicinare dalle Renault. Nettamente più rapidi sulle curve, prima Arnoux poi Jabouille (10° e 12° passaggio) hanno sorpassato il canadese che si è trovato relegato al quarto posto. Nel frattempo, però, anche Scheckter ha portato il suo affondo superando in pochi giri Pironi, Lattile, Lauda e Regazzoni. Al 15° giro, primo colpo di scena. Dopo il melanconico ed ennesimo ritiro di Fittipaldi, ai box è DAL NOSTRO INVIATO ZELTWEG — Non c'è nulla da fare in questo momento contro la Williams. Alan Jones, con la macchina inglese finanziata dagli sceicchi arabi, ha conquistato la seconda vittoria consecutiva, la terza per la sua squadra se si considera il precedente successo a Silverstone di Clay Regazzoni. Il pilota australiano ha «giocato» con tutti gli avversari, tanto da arrivare a doppiare, su una pista lunga quasi 6 km, anche il sesto classificato, lo sfortunato francesino René Arnoux. In pratica Jones, a parte i primi quattro giri, ha fatto del Gran Premio d'Austria una corsa a sé, grazie a una vettura nettamente più veloce che gli ha permesso di tirare anche negli ultimi giri quando gli altri avevano già motori stanchi e fiato grosso. Il fatto che soltanto dieci piloti siano stati classificati è una dimostrazione del ritmo elevatissimo imposto dalla Williams. Se Alan Jones, però, ha dato spettacolo da solista, il vero show di questa undicesima prova mondiale è venuto dalla battaglia ingaggiata dalle Ferrari con la Ligier di Laffite, motivo dominante della gara, con l'inserimento delle Renault. Villeneuve, secondo al traguardo, è stato il grande protagonista mentre Scheckter ha perso il duello diretto con il suo rivale francese. Jacques Laffite ha dato la sua botta da maestro proprio nell'ultimo giro, strappando con i denti il terzo posto al sudafricano. Un sorpasso da brivido che ha consentito al pilota della Ligier di guadagnare un punticino su quello della Ferrari nella classifica iridata. Non si può certo dire, comunque, che il bilancio del team di Maranello sia negativo. Date le solite premesse della vigilia (un circuito velocissimo, la difficoltà della messa a punto delle vetture) il secondo posto di Villeneuve e il quarto di Scheckter possono essere considerati più che soddisfacenti. Anche perché il sudafricano si è mantenuto al comando della classifica mondiale con 38 punti mentre il canadese si è installato al secondo posto (con 6 punti di distacco) alla pari con Laffite a quota 32. Se Jody fosse riuscito a chiudere l'avversario, avrebbe guadagnato un punto invece di perderlo e avrebbe anche mantenuto il morale più alto. Pec. cato. Gli episodi salienti della corsa sono avvenuti al primo e all'ultimo giro. Una partenza incredibile di Villeneuve e il sorpasso di Laffite racchiudono tutte le maggiori emozioni che hanno coinvolto il numerosissimo pubblico assiepato lungo il circuito austriaco. Sole piuttosto caldo, dopo che grosse nubi nere avevano minacciato la pioggia, limitando l'esibizione delle pattuglie acrobatiche aeree italiana e austriaca. Nello schieramento Arnoux, in polo position, si è messo a destra della pista. Al suo fianco Jones poi, in seconda fila nell'ordine Jabouille e Lauda e dietro alle due gialle Renault il rapidissimo canadese. Quando il semaforo è diventato verde, Villeneuve è scattato con una scelta di tempo e una velocità tale, tutto sulla destra, che in un attimo si è trovato al primo posto. Il suo compito è stato facilitato anche dal fatto che Jabouille, più lento in accelerazione con il motore turbo, si è spostato al centro della carreggiata. In verità, Arnoux e Jabouille si erano messi d'accordo per fare un gioco di squadra, ma hanno sbagliato non tenendo conto che Villeneuve avrebbe potuto infilarli tutte e due, com'è stato. Con Villeneuve al comando, la folla dei terraristi in tripudio e un grande sventolio di bandiere rosse a scacchi, Jones si è prontamente messo in seconda posizione, seguito da Arnoux, Lauda, Regazzoni, Laffite, Jabouille, Pironi e Scheckter. Proprio nei primi 200 metri Lauda e Jabouille si sono toccati pericolosamente, ma per fortuna non ci sono stati incidenti. Il gruppo si è dipanato subito e Jones, che è apparso visibilmente più veloce di Villeneuve all'u¬ lan Jones e Jacques Laffite sul podio del Gran Premio d'Austria d ioni europee Laffite spieg «Era più veloce in rettciso a vincere tutte le Strano duello Lauda-Piquet iid entrato Jabouille a motore spento. Il francese, che aveva superato Arnoux e si era portato in seconda posizione all'inseguimento di Jones, ha fatto pagare lo sforzo alla sua Renault bruciando la frizione. Si è cosi composto un sestetto di testa con Jones lontano da tutti e poi Arnoux, Villeneuve, Scheckter, Laffite e Regazzoni. Lo svizzero ha dovuto accontentarsi di guidare in difesa, perché il motore della sua Williams non è apparso particolarmente brillante, al contrario di quello di Jones. Mentre dietro ai primi sei Lauda e Piquet hanno dato vita a una bagarre (di cui parliamo a parte) fra compagni di squadra, si sono succeduti gli abbandoni di Stuck la cui nuova ATS stava comportandosi piuttosto bene, di Patrese, costretto a guidare una macchina che non sta in strada, e di De Angelis, con il motore rotto. La gara sembrava avviata a una conclusione monotona, quando ecco ancora due grosse sorprese. A cinque giri dal termine la Renault di Arnoux si è presentata sul rettilineo dei box ad andatura lentissima. I maligni hanno pensato alla rottura del motore ma è bastato ai meccanici della squadra francese rifornire con qualche decina di litri di benzina la vettura per vederla scattare come un razzo. Era mancalo il carburante: il compressore consuma parecchio. Arnoux è ripartito soltanto per la conquista del sesto posto. Infine, il sorpasso di Laffite su Scheckter. Sembrava che il sudafricano potesse resistere molto bene in terza posizione. Ad un certo punto, anzi, aveva guadagnato qualche decina di metri sul rivale che lo tallonava da una quarantina di giri come un'ombra. Poi, proprio nell'ultimo passaggio, al termine del rettilineo dei box, in una salita piuttosto pronunciata, Laffite si è messo nella scia della Ferrari e ha superato Jody sulla destra, di strettissima misura ma senza scampo. Forse Scheckter avrebbe potuto allargare un poco, commettere una scorrettezza come tante si vedono in corsa. Ma il leader della classifica mondiale ha preferito, giustamente, comportarsi con lealtà. In fondo anche questa può appagare un uomo più di un terzo posto conquistato danneggiando un rivale. ZELTWEG — Un Alan Jones imprendibile, che volava ormai incontrastato verso la sua seconda vittoria stagionale, aveva trasformato la corsa in una monotona cavalcata. A tener vivo l'interesse degli oltre centomila spettatori presenti ci hanno però pensato Jacques Laffite e Jody Scheckter, con un duello testa a testa che li ha visti lottare sino all'ultimo giro. Il francese e il sudafricano nel Gran Premio d'Austria si sono giocati una fetta di campionato. Alla fine, proprio all'ultimo giro, il pilota della Ligier è riuscito a piazzare il colpo vincente e a superare Jody, che lo aveva controllato per oltre cinquanta tornate. «Avevo studiato in ogni minimo particolare — ha spiegato sorridendo Laffite — come superare Scheckter, che secondo me doveva avere anche del problemi in frenata. Però ho dovuto attendere sino all'ultimo giro, perché la mia vettura aveva dei piccoli guai e il limitatore entrava in funzione a 10.900 giri. Nei rettilinei, Jody era più veloce e pertanto non riuscivo a superarlo. Ho dovuto quindi giocare d'astuzia, perché se l'avessi passato prima, immediatamente lui mi avrebbe ripassato. Solo quando slamo transitati sotto il traguardo per l'ultima tornata mi sono incollato alla sua Ferrari e alla chicane ho giocato il tutto per tutto*. — Nel sorpasso vi siete toccati? •No, tutto è stato regolare. Anzi, devo dire che ho avuto un po' di fortuna e Jody è stato molto corretto e non ha cercato di ostacolarmi. Sulla regolarità del sorpasso penso che anche Jody sia d'accordo, in quanto durante il giro d'onore mi ha salutato con la mano per farmi i complimenti*. — Dopo questo risultato, quante possibilità ha di vincere il titolo? •E' ancora troppo presto per dirlo. Ho fatto un altro passo avanti, ma Jody è sempre l'avversario da battere. Ho il vantaggio di avere solo due risultati utili contro i tre del pilota della Ferrari, e questo vuol dire che nelle prossime gare, mentre Jody sarà costretto a scartare dei punti, lo potrò ancora incamerare completamente gli eventuali punteggi che riuscirò a ottenere*. — E Villeneuve non la preoccupa? •Effettivamente Gilles non è da sottovalutare. Nella seconda parte del campionato ha collezionato due secondi posti ed è dopo Jones il pilota più redditizio. Inoltre, in corsa è sempre un avversario difficile da controllare*. Sul podio, ormai è diventata un'abitudine, niente champagne per il vincitore, per non trasgredire le regole degli sponsor arabi. Jones inutilmente sballotta un'aranciata prima di versarla sui fotografi. Poi, a chi gli chiede un parere sul campionato, risponde: •E' un regolamento stupido quello in vigore quest'anno per aggiudicare il mondiale. Alla fine il titolo andrà a chi, torse, non ha neanche dominato la stagione*. Lo sfogo di Jones è più che comprensibile. Il brillante vincitore del Gran Premio d'Austria, intatti, neanche vincendo tutte le restanti prove del campionato potrà inserirsi nella lotta per la corona iridata perché nella prima parte della stagione non ha accumulato punti. •L'unica soddisfazione che mi resta — ha continuato Jones — è di vincere tutte le restanti gare. La macchina ha risposto magnificamente e ho sempre controllato la corsa con facilità. Solo alla partenza sono rimasto sorpreso di vedermi superato dalla Ferrari di Villeneuve, mentre mi aspettavo un attacco di Jabouille*. Un po' deluso è anche Clay Regazzoni. •Potevo senz'altro far meglio — ha spiegato lo svizzero —, ma dopo pochi giri il motore ha perso in potenza e ho dovuto abbandonare ogni speranza. Cercheròdi rifarmia Zandvoort*. Sul podio, con pieno merito, poteva salire anche René Arnoux, che fino a pochi giri dal termine era saldamente al secondo posto: *Sono rimasto senza benzina — ha detto il piccolo francese — e già sulla salita prima della curva Rindt II carburante non arrivava regolarmente. Ho dovuto rientrare ai box per effettuare un ZELTWEG — Ieri le Brabham Alla hanno dato spettacolo a parte. Lauda e Piquet sono stati a lungo Impegnati In un duello che ha divertito e Instarne sconcertato Il pubblico austriaco. Alla Une la battaglia è terminata con un nulla di latto: entrambe le vetture Inglesi con motore italiano al sono (armata al boi prima del tarmine della gara. Per entrambe le macchine II guasto è stato lo stesso: I tecnici dell'Aria hanno ' detto che si è trattato della rottura del serbatolo dell'olio, par cui alla lina I motori al sono grippati per mancanza di lubrificante. Fino a quando sono stati In pista, comunque, Niki e Nelson hanno Ingaggiato un duello da cardlopalmo. All'Inizio è stato Lauda ad andare avanti, prendendo il comando sull'avversario. In mezzo al due c'ara Pironi. Al nono passaggio Piquet ha saltato Il francese e si è accodato alle spalle dell'austriaco. Par dieci giri Lauda ha guidato con gli occhi Ossi sul retrovisore e la macchina del brasiliano Incollata alla sua. Alla dna ha dovuto cadere e Piquet è passato a condurra, In settima posizione. Lauda non si è dato per vinto, ha aspettato qualche giro e poi ha ancora Infilato II compagno I due hanno proseguito cosi fino a circa meta gara, quando Piquet ho nuovamente superato Lauda. Poi II sudamericano ha preso mestamente la via del box. Lauda ha continuato la corsa, ma poi al 45° passaggio ha do- > vuto abbandonare la gara. Uscito dalla macchina, l'austriaco non è apparso neppure troppo nervoso. «E' mancata la pressione dell'olio —ha detto —■ e non si potava fare più nulla. Il duello con Piquet? Una cosa normalissima. MI sono anche divertito». Per la Brabham-Alfa tuttavia non è stata una giornata motto felice. Ancora una volta tutte e due le macchine hanno dovuto ritirarsi per guai meccanici. Brabham e Affa Romeo al palleggiano la responsabilità. I tecnici della scuderia Inglese dicono che I motori si rompono, quelli della casa Italiana sostengono che I propulsori cedono perché la meccanica della vettura e la lubrificazione soprattutto non sono perfetta. DI chi sarà la colpa? Cristiano Chiavegato i Formula 1 festeggiano la lor a il sorpasso al ilineo, se l'avessi superato prima mi avrebbe raggiunto» - Jones è de prossime corse - Jabouille si confessa: «Ho sbagliato alla partenza» o corsa (Telefoto Ap) sudafricano nell' veloce rifornimento. Al via ero partito male, ma la cosa non mi preoccupava perché la corsa era ancora lunga. Infatti dopo soli Il motore di Jones sarà verificato ZELTWEG — Agendo d'ufficio, gli organizzatori del Gran Premio d'Austria hanno chiesto la verifica dal motore della Williams vincitrice di Alan Jones. Il Coeworth 8 cilindri, par evitare una perdita di tempo, è stato piombato dal tecnici e Inviato In Inghilterra nell'officina della scuderia Inglese. Il capo dalla commissione tecnica Internazionale, lo svizzero Schlld, al recherà In Inghilterra dova spiomberà II propulsore ed affetterà la verìfiche tecniche previste. Schlld controllerà tutti gli organi meccanici a la cilindrata dai Coeworth usato dalla Williams. Altro successo della Williams con Alan Jones, nuovo passo talso della Renault che non mantiene le promesse della viglila, ennesima resurrezione della Ferrari, che da gualche tempo fa tremare i suoi tifosi durante le prove per le non esaltanti prestazioni e poi, puntualmente, si riscatta In corsa. E' questo II succo del Gran Premio d'Austria, che le esose pretese di Bornie Ecclestone, il •padrino* della Formula 1, hanno vietato a milioni di telespettatori. Villeneuve ha fatto centro. Non è riuscito a superare la •primula rossa» Jones, la cui Williams si è dimostrata imprendibile sul velocissimi curvoni mozzafiato di Zeltweg, ma ha ottenuto uno splendido secondo posto, precedendo Jacques Lattile (Ligier) e Jody Scheckter, ovvero gli altri due pretendenti all'eredità di Mario Andrew, campione in carica, quest'anno protagonista negativo del torneo per le carenze della Lotus. La situazione al vertice del mondiale ha subito così un piccolo scossone. Scheckter. man- ultimo giro quattro giri ero già alle spalle dei battistrada: — Era impossibile contrastare. Jones? • In questa corsa non c'era niente da fare contro Jones e la sua Williams. All'avvio avevo la macchina troppo sottosterzante e nelle curve perdevo nettamente terreno*. Poca fortuna anche per Jean Pierre Jabouille, l'altro pilota della Renault, che alla vigilia era uno dei favoriti. • Ho sbagliato alla partenza — ha spiegato il francese —; non ho trovato il varco buono e sono rimasto intrappolato nel gruppo. Comunque, sin dal primo giro ho avuto problemi e col passare del tempo il guaio è diventato sempre più serio, tanto da costringermi all'abbandono. Peccato perché penso che sarei riuscito a tenere il ritmo di Jones e a lottare per la vittoria*. Ercole Colombo tiene il primato con 38 punti, Laffite e Villeneuve lo seguono a quota 32. Il sudafricano ha perso 3 pinti nei confronti del compagno di squadra e uno rispetto al francese. Val la pena di notare che al termine del primo ciclo del caplonato (chiusosi a Monaco dopo sette gare) Scheckter aveva un vantaggio di sei punti sul pilota della Ligier e di 10 su Villeneuve, che, quindi, In quattro prove (Francia, Inghilterra, Germania e Austria) ha compiuto un bel recupero, mentre non è mutata la situazione di fondo fra Jody e Laffite. Spariti dalla scena Patrick Depaillér e Carlos Reuteman, rimasti fermi a quota 20 (il francese per le conseguenze del noto Incidente col deltaplano, l'argentino per la scarsa competitività della Lotus), sono saliti in classifica Jones e Clay Regazzoni: l'australiano ha ore 25 punti e lo svizzero 24. Tuttavia, I due sono in pratica esclusi dalla lotta per II titolo in seguito al regolamento del campionato, che, come sapete, permette al piloti di conteggiare solo 14 migliori risultati del primo e del secondo ciclo di prove. Jones e Regazzoni hanno concluso la fase iniziale con un magro bottino, rispettivamente 4 e 6 punti. Una base troppo esigua per poter adesso sfruttare appieno la superiorità delle loro Williams. Jones, ad esemplo, potrebbe al massimo raggiungere quota 40 (4 punti più i 18 del successi ottenuti in Germania e Austria più altri 18 di due ulteriori eventuali affermazioni), scartando sia I 3 punti presi In Francia sia quelli di altre possibili vittorie. In conclusione, salvo una continua serie di ritiri di Scheckter, Laffite e Villeneuve, il titolo rimane più che mai dopo II Gran Premio d'Austria un *affare* fra i due piloti della Ferrari e quello della Ligier. La nostra Casa Aia due assi da giocare, più l'affidabilità della T4, che al momento attuale sembra essere l'arma migliore di questa monoposto. Con un minimo di fortuna e un briciolo di competitività in più, considerando che 2 delle ultime 4 gare del campionato (Usa Est e Canada) si svolgeranno su piste favorevoli, che una (Olanda) vanta una tradizione favorevole a Maranello, e che solo una (Italia) potrebbe essere negativa, è lecito un minimo di ottimismo. Ma da piloti e tecnici occorre II massimo impegno e, inoltre, da Scheckter e Villeneuve la consapevolezza di correre per se stessi ma anche e soprattutto per la Scuderia. Michele Fenu Sulla velocissima pista di Zeltweg, nel Gran Premio d'Austria di Formula 1 Sulla velocissima pista di Zeltweg, nel Gran Premio d'Austria di Formula 1 Ancora Williams, ma la Ferrari tiene bene Per Jones un altro brillante successo con la vettura finanziata dagli arabi Villeneuve conquista con la sua 312/T4 il secondo posto e punti preziosi per il campionato Scheckter (quarto) superato in extremis da Laffite con la Ligier Ancora guai per Brabham e Lotus che continuano a raccogliere ritiri in serie Per Enzo Ferrari due assi in mano Le emozioni al via e nel finale «Come ho battuto Scheckter» Zeltweg. Gilles Villeneuve (a sinistra), A Cronaca di una gara «vietata» a tutte le televis Villeneuve va in testa con una partenza-lampo ma dopo quattro giri deve arrendersi a Jones Cede la Renault: Jabouille tradito dalla frizione e Arnoux da una panne di benzina scita e all'entrata delle curve, ha atteso tre giri per portare il suo attacco. A metà del quarto l'australiano è passato davanti al canadese come se avesse avuto 100 cavalli in più e da quel momento nessuno l'ha più disturbato fino al la vittoria. Mentre la Williams di Jones lilava veloce verso il successo, c'è stato chi non è riuscito a fare che pochi metri. Andretti si è fermato praticamente al via con la frizione bruciata e sempre nel primo giro si sono ritirati Mass per lo scoppio di un tubo del radiatore dell'acqua e il giovane Lammers, uscito di pista dopo un clamoroso testa-coda. Attardato è rimasto anche Jackie Ickx (ma non doveva fare un gioco di squadra per Lattile?) con problemi di frizione e poi ritirato al 26° passaggio per la rottura del motore. Nelle retrovie, l'altra Lotus, quella di Reutemann, con problemi alle sospensioni posteriori, ha ingaggiato un patetico e grottesco duello con la scarsissima Shadow dell'impotente De Angelis. Hanno finito poi per ritirarsi entrambi, quando era in testa il giovane romano. I tempi del dominio delle macchine di Colin Chapman sembrano ormai lontani: ed è passato soltanto un anno. Villeneuve, in seconda posizione, si è visto ben presto avvicinare dalle Renault. Nettamente più rapidi sulle curve, prima Arnoux poi Jabouille (10° e 12° passaggio) hanno sorpassato il canadese che si è trovato relegato al quarto posto. Nel frattempo, però, anche Scheckter ha portato il suo affondo superando in pochi giri Pironi, Lattile, Lauda e Regazzoni. Al 15° giro, primo colpo di scena. Dopo il melanconico ed ennesimo ritiro di Fittipaldi, ai box è DAL NOSTRO INVIATO ZELTWEG — Non c'è nulla da fare in questo momento contro la Williams. Alan Jones, con la macchina inglese finanziata dagli sceicchi arabi, ha conquistato la seconda vittoria consecutiva, la terza per la sua squadra se si considera il precedente successo a Silverstone di Clay Regazzoni. Il pilota australiano ha «giocato» con tutti gli avversari, tanto da arrivare a doppiare, su una pista lunga quasi 6 km, anche il sesto classificato, lo sfortunato francesino René Arnoux. In pratica Jones, a parte i primi quattro giri, ha fatto del Gran Premio d'Austria una corsa a sé, grazie a una vettura nettamente più veloce che gli ha permesso di tirare anche negli ultimi giri quando gli altri avevano già motori stanchi e fiato grosso. Il fatto che soltanto dieci piloti siano stati classificati è una dimostrazione del ritmo elevatissimo imposto dalla Williams. Se Alan Jones, però, ha dato spettacolo da solista, il vero show di questa undicesima prova mondiale è venuto dalla battaglia ingaggiata dalle Ferrari con la Ligier di Laffite, motivo dominante della gara, con l'inserimento delle Renault. Villeneuve, secondo al traguardo, è stato il grande protagonista mentre Scheckter ha perso il duello diretto con il suo rivale francese. Jacques Laffite ha dato la sua botta da maestro proprio nell'ultimo giro, strappando con i denti il terzo posto al sudafricano. Un sorpasso da brivido che ha consentito al pilota della Ligier di guadagnare un punticino su quello della Ferrari nella classifica iridata. Non si può certo dire, comunque, che il bilancio del team di Maranello sia negativo. Date le solite premesse della vigilia (un circuito velocissimo, la difficoltà della messa a punto delle vetture) il secondo posto di Villeneuve e il quarto di Scheckter possono essere considerati più che soddisfacenti. Anche perché il sudafricano si è mantenuto al comando della classifica mondiale con 38 punti mentre il canadese si è installato al secondo posto (con 6 punti di distacco) alla pari con Laffite a quota 32. Se Jody fosse riuscito a chiudere l'avversario, avrebbe guadagnato un punto invece di perderlo e avrebbe anche mantenuto il morale più alto. Pec. cato. Gli episodi salienti della corsa sono avvenuti al primo e all'ultimo giro. Una partenza incredibile di Villeneuve e il sorpasso di Laffite racchiudono tutte le maggiori emozioni che hanno coinvolto il numerosissimo pubblico assiepato lungo il circuito austriaco. Sole piuttosto caldo, dopo che grosse nubi nere avevano minacciato la pioggia, limitando l'esibizione delle pattuglie acrobatiche aeree italiana e austriaca. Nello schieramento Arnoux, in polo position, si è messo a destra della pista. Al suo fianco Jones poi, in seconda fila nell'ordine Jabouille e Lauda e dietro alle due gialle Renault il rapidissimo canadese. Quando il semaforo è diventato verde, Villeneuve è scattato con una scelta di tempo e una velocità tale, tutto sulla destra, che in un attimo si è trovato al primo posto. Il suo compito è stato facilitato anche dal fatto che Jabouille, più lento in accelerazione con il motore turbo, si è spostato al centro della carreggiata. In verità, Arnoux e Jabouille si erano messi d'accordo per fare un gioco di squadra, ma hanno sbagliato non tenendo conto che Villeneuve avrebbe potuto infilarli tutte e due, com'è stato. Con Villeneuve al comando, la folla dei terraristi in tripudio e un grande sventolio di bandiere rosse a scacchi, Jones si è prontamente messo in seconda posizione, seguito da Arnoux, Lauda, Regazzoni, Laffite, Jabouille, Pironi e Scheckter. Proprio nei primi 200 metri Lauda e Jabouille si sono toccati pericolosamente, ma per fortuna non ci sono stati incidenti. Il gruppo si è dipanato subito e Jones, che è apparso visibilmente più veloce di Villeneuve all'u¬ lan Jones e Jacques Laffite sul podio del Gran Premio d'Austria d ioni europee Laffite spieg «Era più veloce in rettciso a vincere tutte le Strano duello Lauda-Piquet iid entrato Jabouille a motore spento. Il francese, che aveva superato Arnoux e si era portato in seconda posizione all'inseguimento di Jones, ha fatto pagare lo sforzo alla sua Renault bruciando la frizione. Si è cosi composto un sestetto di testa con Jones lontano da tutti e poi Arnoux, Villeneuve, Scheckter, Laffite e Regazzoni. Lo svizzero ha dovuto accontentarsi di guidare in difesa, perché il motore della sua Williams non è apparso particolarmente brillante, al contrario di quello di Jones. Mentre dietro ai primi sei Lauda e Piquet hanno dato vita a una bagarre (di cui parliamo a parte) fra compagni di squadra, si sono succeduti gli abbandoni di Stuck la cui nuova ATS stava comportandosi piuttosto bene, di Patrese, costretto a guidare una macchina che non sta in strada, e di De Angelis, con il motore rotto. La gara sembrava avviata a una conclusione monotona, quando ecco ancora due grosse sorprese. A cinque giri dal termine la Renault di Arnoux si è presentata sul rettilineo dei box ad andatura lentissima. I maligni hanno pensato alla rottura del motore ma è bastato ai meccanici della squadra francese rifornire con qualche decina di litri di benzina la vettura per vederla scattare come un razzo. Era mancalo il carburante: il compressore consuma parecchio. Arnoux è ripartito soltanto per la conquista del sesto posto. Infine, il sorpasso di Laffite su Scheckter. Sembrava che il sudafricano potesse resistere molto bene in terza posizione. Ad un certo punto, anzi, aveva guadagnato qualche decina di metri sul rivale che lo tallonava da una quarantina di giri come un'ombra. Poi, proprio nell'ultimo passaggio, al termine del rettilineo dei box, in una salita piuttosto pronunciata, Laffite si è messo nella scia della Ferrari e ha superato Jody sulla destra, di strettissima misura ma senza scampo. Forse Scheckter avrebbe potuto allargare un poco, commettere una scorrettezza come tante si vedono in corsa. Ma il leader della classifica mondiale ha preferito, giustamente, comportarsi con lealtà. In fondo anche questa può appagare un uomo più di un terzo posto conquistato danneggiando un rivale. ZELTWEG — Un Alan Jones imprendibile, che volava ormai incontrastato verso la sua seconda vittoria stagionale, aveva trasformato la corsa in una monotona cavalcata. A tener vivo l'interesse degli oltre centomila spettatori presenti ci hanno però pensato Jacques Laffite e Jody Scheckter, con un duello testa a testa che li ha visti lottare sino all'ultimo giro. Il francese e il sudafricano nel Gran Premio d'Austria si sono giocati una fetta di campionato. Alla fine, proprio all'ultimo giro, il pilota della Ligier è riuscito a piazzare il colpo vincente e a superare Jody, che lo aveva controllato per oltre cinquanta tornate. «Avevo studiato in ogni minimo particolare — ha spiegato sorridendo Laffite — come superare Scheckter, che secondo me doveva avere anche del problemi in frenata. Però ho dovuto attendere sino all'ultimo giro, perché la mia vettura aveva dei piccoli guai e il limitatore entrava in funzione a 10.900 giri. Nei rettilinei, Jody era più veloce e pertanto non riuscivo a superarlo. Ho dovuto quindi giocare d'astuzia, perché se l'avessi passato prima, immediatamente lui mi avrebbe ripassato. Solo quando slamo transitati sotto il traguardo per l'ultima tornata mi sono incollato alla sua Ferrari e alla chicane ho giocato il tutto per tutto*. — Nel sorpasso vi siete toccati? •No, tutto è stato regolare. Anzi, devo dire che ho avuto un po' di fortuna e Jody è stato molto corretto e non ha cercato di ostacolarmi. Sulla regolarità del sorpasso penso che anche Jody sia d'accordo, in quanto durante il giro d'onore mi ha salutato con la mano per farmi i complimenti*. — Dopo questo risultato, quante possibilità ha di vincere il titolo? •E' ancora troppo presto per dirlo. Ho fatto un altro passo avanti, ma Jody è sempre l'avversario da battere. Ho il vantaggio di avere solo due risultati utili contro i tre del pilota della Ferrari, e questo vuol dire che nelle prossime gare, mentre Jody sarà costretto a scartare dei punti, lo potrò ancora incamerare completamente gli eventuali punteggi che riuscirò a ottenere*. — E Villeneuve non la preoccupa? •Effettivamente Gilles non è da sottovalutare. Nella seconda parte del campionato ha collezionato due secondi posti ed è dopo Jones il pilota più redditizio. Inoltre, in corsa è sempre un avversario difficile da controllare*. Sul podio, ormai è diventata un'abitudine, niente champagne per il vincitore, per non trasgredire le regole degli sponsor arabi. Jones inutilmente sballotta un'aranciata prima di versarla sui fotografi. Poi, a chi gli chiede un parere sul campionato, risponde: •E' un regolamento stupido quello in vigore quest'anno per aggiudicare il mondiale. Alla fine il titolo andrà a chi, torse, non ha neanche dominato la stagione*. Lo sfogo di Jones è più che comprensibile. Il brillante vincitore del Gran Premio d'Austria, intatti, neanche vincendo tutte le restanti prove del campionato potrà inserirsi nella lotta per la corona iridata perché nella prima parte della stagione non ha accumulato punti. •L'unica soddisfazione che mi resta — ha continuato Jones — è di vincere tutte le restanti gare. La macchina ha risposto magnificamente e ho sempre controllato la corsa con facilità. Solo alla partenza sono rimasto sorpreso di vedermi superato dalla Ferrari di Villeneuve, mentre mi aspettavo un attacco di Jabouille*. Un po' deluso è anche Clay Regazzoni. •Potevo senz'altro far meglio — ha spiegato lo svizzero —, ma dopo pochi giri il motore ha perso in potenza e ho dovuto abbandonare ogni speranza. Cercheròdi rifarmia Zandvoort*. Sul podio, con pieno merito, poteva salire anche René Arnoux, che fino a pochi giri dal termine era saldamente al secondo posto: *Sono rimasto senza benzina — ha detto il piccolo francese — e già sulla salita prima della curva Rindt II carburante non arrivava regolarmente. Ho dovuto rientrare ai box per effettuare un ZELTWEG — Ieri le Brabham Alla hanno dato spettacolo a parte. Lauda e Piquet sono stati a lungo Impegnati In un duello che ha divertito e Instarne sconcertato Il pubblico austriaco. Alla Une la battaglia è terminata con un nulla di latto: entrambe le vetture Inglesi con motore italiano al sono (armata al boi prima del tarmine della gara. Per entrambe le macchine II guasto è stato lo stesso: I tecnici dell'Aria hanno ' detto che si è trattato della rottura del serbatolo dell'olio, par cui alla lina I motori al sono grippati per mancanza di lubrificante. Fino a quando sono stati In pista, comunque, Niki e Nelson hanno Ingaggiato un duello da cardlopalmo. All'Inizio è stato Lauda ad andare avanti, prendendo il comando sull'avversario. In mezzo al due c'ara Pironi. Al nono passaggio Piquet ha saltato Il francese e si è accodato alle spalle dell'austriaco. Par dieci giri Lauda ha guidato con gli occhi Ossi sul retrovisore e la macchina del brasiliano Incollata alla sua. Alla dna ha dovuto cadere e Piquet è passato a condurra, In settima posizione. Lauda non si è dato per vinto, ha aspettato qualche giro e poi ha ancora Infilato II compagno I due hanno proseguito cosi fino a circa meta gara, quando Piquet ho nuovamente superato Lauda. Poi II sudamericano ha preso mestamente la via del box. Lauda ha continuato la corsa, ma poi al 45° passaggio ha do- > vuto abbandonare la gara. Uscito dalla macchina, l'austriaco non è apparso neppure troppo nervoso. «E' mancata la pressione dell'olio —ha detto —■ e non si potava fare più nulla. Il duello con Piquet? Una cosa normalissima. MI sono anche divertito». Per la Brabham-Alfa tuttavia non è stata una giornata motto felice. Ancora una volta tutte e due le macchine hanno dovuto ritirarsi per guai meccanici. Brabham e Affa Romeo al palleggiano la responsabilità. I tecnici della scuderia Inglese dicono che I motori si rompono, quelli della casa Italiana sostengono che I propulsori cedono perché la meccanica della vettura e la lubrificazione soprattutto non sono perfetta. DI chi sarà la colpa? Cristiano Chiavegato i Formula 1 festeggiano la lor a il sorpasso al ilineo, se l'avessi superato prima mi avrebbe raggiunto» - Jones è de prossime corse - Jabouille si confessa: «Ho sbagliato alla partenza» o corsa (Telefoto Ap) sudafricano nell' veloce rifornimento. Al via ero partito male, ma la cosa non mi preoccupava perché la corsa era ancora lunga. Infatti dopo soli Il motore di Jones sarà verificato ZELTWEG — Agendo d'ufficio, gli organizzatori del Gran Premio d'Austria hanno chiesto la verifica dal motore della Williams vincitrice di Alan Jones. Il Coeworth 8 cilindri, par evitare una perdita di tempo, è stato piombato dal tecnici e Inviato In Inghilterra nell'officina della scuderia Inglese. Il capo dalla commissione tecnica Internazionale, lo svizzero Schlld, al recherà In Inghilterra dova spiomberà II propulsore ed affetterà la verìfiche tecniche previste. Schlld controllerà tutti gli organi meccanici a la cilindrata dai Coeworth usato dalla Williams. Altro successo della Williams con Alan Jones, nuovo passo talso della Renault che non mantiene le promesse della viglila, ennesima resurrezione della Ferrari, che da gualche tempo fa tremare i suoi tifosi durante le prove per le non esaltanti prestazioni e poi, puntualmente, si riscatta In corsa. E' questo II succo del Gran Premio d'Austria, che le esose pretese di Bornie Ecclestone, il •padrino* della Formula 1, hanno vietato a milioni di telespettatori. Villeneuve ha fatto centro. Non è riuscito a superare la •primula rossa» Jones, la cui Williams si è dimostrata imprendibile sul velocissimi curvoni mozzafiato di Zeltweg, ma ha ottenuto uno splendido secondo posto, precedendo Jacques Lattile (Ligier) e Jody Scheckter, ovvero gli altri due pretendenti all'eredità di Mario Andrew, campione in carica, quest'anno protagonista negativo del torneo per le carenze della Lotus. La situazione al vertice del mondiale ha subito così un piccolo scossone. Scheckter. man- ultimo giro quattro giri ero già alle spalle dei battistrada: — Era impossibile contrastare. Jones? • In questa corsa non c'era niente da fare contro Jones e la sua Williams. All'avvio avevo la macchina troppo sottosterzante e nelle curve perdevo nettamente terreno*. Poca fortuna anche per Jean Pierre Jabouille, l'altro pilota della Renault, che alla vigilia era uno dei favoriti. • Ho sbagliato alla partenza — ha spiegato il francese —; non ho trovato il varco buono e sono rimasto intrappolato nel gruppo. Comunque, sin dal primo giro ho avuto problemi e col passare del tempo il guaio è diventato sempre più serio, tanto da costringermi all'abbandono. Peccato perché penso che sarei riuscito a tenere il ritmo di Jones e a lottare per la vittoria*. Ercole Colombo tiene il primato con 38 punti, Laffite e Villeneuve lo seguono a quota 32. Il sudafricano ha perso 3 pinti nei confronti del compagno di squadra e uno rispetto al francese. Val la pena di notare che al termine del primo ciclo del caplonato (chiusosi a Monaco dopo sette gare) Scheckter aveva un vantaggio di sei punti sul pilota della Ligier e di 10 su Villeneuve, che, quindi, In quattro prove (Francia, Inghilterra, Germania e Austria) ha compiuto un bel recupero, mentre non è mutata la situazione di fondo fra Jody e Laffite. Spariti dalla scena Patrick Depaillér e Carlos Reuteman, rimasti fermi a quota 20 (il francese per le conseguenze del noto Incidente col deltaplano, l'argentino per la scarsa competitività della Lotus), sono saliti in classifica Jones e Clay Regazzoni: l'australiano ha ore 25 punti e lo svizzero 24. Tuttavia, I due sono in pratica esclusi dalla lotta per II titolo in seguito al regolamento del campionato, che, come sapete, permette al piloti di conteggiare solo 14 migliori risultati del primo e del secondo ciclo di prove. Jones e Regazzoni hanno concluso la fase iniziale con un magro bottino, rispettivamente 4 e 6 punti. Una base troppo esigua per poter adesso sfruttare appieno la superiorità delle loro Williams. Jones, ad esemplo, potrebbe al massimo raggiungere quota 40 (4 punti più i 18 del successi ottenuti in Germania e Austria più altri 18 di due ulteriori eventuali affermazioni), scartando sia I 3 punti presi In Francia sia quelli di altre possibili vittorie. In conclusione, salvo una continua serie di ritiri di Scheckter, Laffite e Villeneuve, il titolo rimane più che mai dopo II Gran Premio d'Austria un *affare* fra i due piloti della Ferrari e quello della Ligier. La nostra Casa Aia due assi da giocare, più l'affidabilità della T4, che al momento attuale sembra essere l'arma migliore di questa monoposto. Con un minimo di fortuna e un briciolo di competitività in più, considerando che 2 delle ultime 4 gare del campionato (Usa Est e Canada) si svolgeranno su piste favorevoli, che una (Olanda) vanta una tradizione favorevole a Maranello, e che solo una (Italia) potrebbe essere negativa, è lecito un minimo di ottimismo. Ma da piloti e tecnici occorre II massimo impegno e, inoltre, da Scheckter e Villeneuve la consapevolezza di correre per se stessi ma anche e soprattutto per la Scuderia. Michele Fenu